Esplosione al distributore benzina nel casilino, danni e evacuazioni tra i residenti

Esplosione al distributore benzina nel casilino, danni e evacuazioni tra i residenti

Un’esplosione al distributore di benzina nel quartiere Casilino a Roma provoca danni gravi, feriti e evacuazioni, mentre emergono proteste per la pericolosità dell’impianto vicino alla scuola e alle abitazioni.
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Un’esplosione in un distributore di benzina nel quartiere Casilino a Roma ha causato gravi danni, feriti e l’evacuazione di molte famiglie, evidenziando la pericolosità dell’impianto vicino a una scuola e suscitando forti proteste della comunità. - Gaeta.it

Un forte boato seguito da una colonna di fumo ha scosso il quartiere Casilino a Roma nella mattina del 27 aprile 2025. L’esplosione di un distributore di benzina ha causato gravi danni agli edifici vicini, ferite tra chi si trovava nella zona e l’evacuazione temporanea di numerose famiglie. Nel cuore della comunità si è scatenato il caos, ma anche una rete di solidarietà immediata ha preso forma. Le forze di soccorso si sono mosse rapidamente per contenere i danni e garantire la sicurezza degli abitanti.

La devastazione causata dall’esplosione nel complesso condominiale le muse

Il centro abitato più colpito è stato il complesso «Le Muse», al Casilino 23. Le detonazioni hanno sventrato le serrande dei negozi, fatto esplodere vetri e finestre, mentre una grossa lamiera proveniente dalla cisterna del distributore è stata proiettata violentemente nel cortile centrale. Le porte dei garage, costruite in metallo robusto, sono state piegate e deformate dall’onda d’urto. I pavimenti, le auto parcheggiate e ogni superficie sono stati ricoperti da uno spesso strato di vetri rotti, complicando ogni spostamento e intervento.

Descrizioni dalla scena del disastro

I residenti hanno descritto la scena come un’area colpita da un tornado o una forza distruttiva improvvisa, impossibile da gestire in pochi secondi. Federica Ciervo, testimone diretta, ha raccontato di essersi ritrovata catapultata a distanza nel proprio appartamento a causa della deflagrazione. Marco Di Michele ricorda l’esplosione come “un fungo atomico e la sensazione di sentire il calore del fuoco sulla pelle.” Queste immagini tracciano un quadro di caos e paura che ancora pesa sulla vita delle famiglie coinvolte.

Gli effetti sono stati in parte smorzati dall’ora mattutina, poiché la zona era parzialmente deserta, ma il rischio rimane alto. I danneggiamenti strutturali agli immobili richiederanno tempo e interventi importanti per il ripristino. Molti appartamenti sono stati dichiarati non agibili in seguito ai sopralluoghi condotti dai vigili del fuoco.

Feriti e testimonianze dei cittadini durante l’emergenza al prenestino

Tra i feriti lievi, Benedetto Scarinci mostra un vistoso cerotto sulla fronte. Ha raccontato a chi lo ha incontrato di aver provato a mettersi in salvo ma di essersi trovato a terra con ferite evidenti a causa dell’esplosione. Le testimonianze raccolte descrivono uno spostamento d’aria violentissimo, paragonabile a un tornado, che ha sbalzato persone e oggetti a grandi distanze.

Racconto di una madre nel quartiere

Tatiana De Giusti, madre giovane, conferma come suo figlio sia stato gettato lontano dal punto dove si trovava in pochi istanti, un momento che ha vissuto con apprensione e paura. Lei stessa aveva denunciato più volte la pericolosità della presenza di quell’impianto così vicino alle case e alla scuola adiacente. Questi appelli però non sono stati accolti in tempo per evitare l’incidente.

I soccorsi sono arrivati rapidamente, ma la copertura degli sfollati e dei feriti ha richiesto uno sforzo enorme. La città ha dovuto mettere in campo personale medico e volontari per aiutare chi ha perso la propria casa o ha subito danni fisici.

Scuola e centro estivo danneggiati, pericolo serio per i bambini

Anche l’istituto comprensivo situato sulla via Balzani ha subito danni significativi. L’esplosione ha colpito finestre, strutture esterne e parti dell’edificio scolastico. Nel centro estivo vicino, adibito all’accoglienza di bambini durante le vacanze, le lesioni e le distruzioni sono evidenti.

Gli abitanti sottolineano che, se l’esplosione fosse avvenuta qualche ora dopo, con la presenza dei ragazzi nell’edificio, la tragedia sarebbe stata ben più grave. In quel momento la scuola era vuota, sennò le conseguenze sarebbero state catastrofiche. La vicinanza tra impianto di stoccaggio, centro smaltimento metalli e area scolastica è stata al centro della protesta ambientale e di sicurezza dei residenti da tempo. Gli appelli erano caduti nel vuoto nonostante la gravità del rischio.

Interventi di soccorso e solidarietà nel quartiere colpito dal disastro

Dalla prima mattina, la Croce Rossa ha allestito un campo di accoglienza presso la parrocchia di San Gerardo Maiella in via Balzani. Questa struttura ha fornito oltre 200 pasti caldi agli sfollati, un servizio cruciale per chi ha dovuto abbandonare la propria casa nel pieno della confusione.

Giustino Trincia, direttore della Caritas, ha confermato la disponibilità di diverse chiese della zona pronte a ospitare le persone rimaste senza un tetto. Il Comune ha chiesto una riallocazione temporanea per almeno chi preferisce non rientrare a casa, soprattutto per via della qualità dell’aria, resa irrespirabile dalla presenza di gas e materiali nocivi.

Presenza e risposte istituzionali

Il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, ha effettuato un sopralluogo personale nel quartiere. Ha riferito di essersi coordinato con tutte le autorità per organizzare l’assistenza a 360 gradi. La telefonata del presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha espresso vicinanza e riconoscenza agli operatori e alle forze dell’ordine sul posto. Questo gesto ha dato ulteriore peso ai soccorsi e alla risposta immediata chiesta dalle istituzioni.

Le denunce ignorate su rischio e pericolosità dell’impianto vicino alle abitazioni

Gli abitanti hanno ricordato più volte di aver segnalato i pericoli legati al distributore di benzina e al centro smaltimento metalli alle autorità locali. Il 7 marzo 2025 si era tenuta una riunione con il municipio, Comune e Regione dove si è discusso della proroga annuale della concessione per l’impianto. I cittadini chiedevano la delocalizzazione, vista la pericolosità della vicinanza con la scuola e le abitazioni.

Valutazioni del comitato locale

Secondo il Comitato Albero magico, la decisione di rimandare lo spostamento alla fine dell’anno ha lasciato scoperta la zona a un grave rischio fino al momento della tragedia. Se l’incidente fosse accaduto durante l’orario scolastico o con più persone in strada, avrebbe potuto provocare una catastrofe con molte vittime. Queste denunce finora erano cadute nel nulla, lasciando una ferita aperta nella memoria collettiva del quartiere.

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