Un boato improvviso ha scosso corso Secondigliano nella notte tra il 26 e il 27 giugno 2025, quando un ordigno è esploso davanti al panificio Picardi, un’attività nota in quartiere da oltre 40 anni. La detonazione ha causato danni ingenti al locale e alle abitazioni vicine, svegliando di soprassalto numerosi residenti. Sul posto sono intervenuti carabinieri, vigili del fuoco e artificieri. Le autorità indagano su un possibile movente estorsivo legato al gruppo criminale Vanella Grassi.
L’esplosione e i danni al panificio picardi e all’area circostante
Intorno alle 2 del mattino, un forte boato ha risvegliato il quartiere di Secondigliano, a Napoli. Al civico 568 di corso Secondigliano, un bidone contenente un quantitativo elevato di esplosivo è detonata proprio davanti al panificio e tarallificio Picardi. Il negozio, punto di riferimento del quartiere da più di quattro decenni, ha subito danni sia esterni che interni. Anche gli edifici attigui hanno riportato problemi strutturali, con finestre rotte e intonaci lesionati.
Intervento immediato dei vigili del fuoco e forze dell’ordine
L’esplosione ha provocato anche un principio di incendio, subito spento grazie all’intervento tempestivo dei vigili del fuoco. In poco tempo, la zona è stata presidiata dalle forze dell’ordine, con carabinieri e artificieri del comando provinciale di Napoli impegnati nella messa in sicurezza e nella bonifica dell’area. Gli abitanti, spaventati, hanno richiesto l’intervento delle forze dell’ordine dopo il boato. Le operazioni sono durate diverse ore, e hanno coinvolto anche il traffico nelle strade limitrofe, temporaneamente bloccato per motivi di sicurezza.
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Il panificio picardi e l’assenza di precedenti minacce
Il panificio Picardi è un punto di riferimento per Secondigliano, noto soprattutto per il suo pagnottiello napoletano che ha conquistato diverse generazioni. I titolari, sentiti subito dopo l’accaduto, hanno dichiarato di non aver mai ricevuto richieste di pizzo o minacce dirette nel corso degli anni. L’attività si distingue nel quartiere per la sua lunga storia e per l’impegno nella produzione artigianale.
Nonostante le rassicurazioni dei proprietari, gli investigatori stanno lavorando sull’ipotesi che l’attentato sia stato un messaggio intimidatorio legato al racket. L’esplosione, infatti, arriva in un momento nel quale le estorsioni in zona tendono ad aumentare. Gli inquirenti mantengono riserbo sulle indagini in corso, ma escludono al momento coinvolgimenti diretti della vittima con ambienti criminali.
Aumento delle estorsioni con l’estate e il ruolo del clan
Le indagini dei carabinieri si concentrano su un fenomeno noto in tutta la Campania: con l’arrivo dell’estate, aumenta la pressione criminale sulle attività commerciali per il pagamento del pizzo. La motivazione informale del racket, secondo fonti investigative, sembra essere legata alle ferie delle organizzazioni criminali. Chi controlla il territorio, pretende una quota per mantenere “in attività” la propria presenza anche durante il periodo di pausa lavorativa.
Il gruppo vanella grassi e l’escalation criminale a Secondigliano
Il clan Vanella Grassi è indicato come uno dei principali responsabili di questa escalation a Secondigliano. Negli ultimi mesi, il gruppo ha intensificato le richieste estorsive in modo sistematico. Altre imprese nella zona hanno subito pressioni simili, creando un clima di paura tra i commercianti. L’esplosione potrebbe rappresentare un tentativo di chiudere il cerchio attorno a chi si oppone al racket o a chi tratta in modo autonomo.
Gli inquirenti stanno anche monitorando le comunicazioni criminali e cercano possibili testimoni che possano fornire informazioni utili. Il quartiere, pur essendo da tempo sotto osservazione, continua ad avere episodi di violenza di questo tipo, che minano la vita quotidiana di residenti e negozianti. La risposta della polizia e delle istituzioni appare decisa, con l’obiettivo di scoraggiare ulteriori azioni intimidatorie.
La reazione della comunità e gli sviluppi investigativi
La notte dell’attentato ha causato molto scompiglio tra gli abitanti di corso Secondigliano. Chi ha assistito all’esplosione è stato colto dal panico per la violenza del rumore e per i danni visibili anche alle proprie abitazioni. Al risveglio molti si sono domandati quale sarà il futuro dell’attività storica e come potrà essere garantita la sicurezza in un’area che da troppo tempo fa i conti con la criminalità.
I carabinieri continuano a raccogliere testimonianze e a visionare le immagini di sorveglianza per isolare elementi utili. Gli artificieri hanno completato le operazioni di bonifica già nelle prime ore del mattino. Le autorità mantengono alta la tensione, consapevoli che la sicurezza del quartiere dipenderà anche dalla tenuta delle indagini contro il racket.
L’episodio a corso Secondigliano ripropone con forza il tema della criminalità organizzata e delle sue ramificazioni sulla vita dei cittadini. Nel corso delle prossime settimane saranno decisivi i risultati operativi per fermare le intimidazioni e garantire la normalità in un borgo storico di Napoli.