Lo scorso 23 e 24 aprile 2025, il comando dei Vigili del fuoco di Verona, insieme alla Direzione Interregionale del Veneto e Trentino Alto Adige, ha organizzato una complessa simulazione per testare il sistema di risposta in caso di maxi emergenze. L’obiettivo era verificare l’efficacia delle operazioni di soccorso e migliorare la coordinazione con altri enti, in particolare il Suem 118, in una situazione critica. La scelta è caduta sul palazzetto dello sport Palaferroli di San Bonifacio, teatro di uno scenario simulato di dispersione di gas tossico con diverse persone colpite da intossicazione grave.
Lo scenario della simulazione e le dinamiche dell’emergenza
L’esercitazione ha riprodotto una fuoriuscita improvvisa di gas tossico all’interno del Palaferroli, creando un’emergenza complessa con vittime e feriti. Secondo il copione, alcune persone erano decedute sul posto mentre molte altre presentavano problemi respiratori gravi. Questa situazione ha richiesto un intervento rapido e coordinato per mettere in sicurezza sia le vittime sia gli operatori coinvolti.
La simulazione si è svolta in un’area chiusa come il palazzetto dello sport, che rappresenta una sfida per contenere e gestire l’evento. La presenza di gas tossici ha obbligato le squadre a intervenire con tute di protezione di prima categoria, mentre parallelamente dovevano predisporre corridoi per l’evacuazione e aree per la decontaminazione. L’elevata complessità ha permesso di testare protocolli e procedure operative, compresa la gestione del rischio per chi presta soccorso.
Leggi anche:
La partecipazione e le tipologie di operatori impiegati
All’esercitazione hanno partecipato circa sessanta Vigili del fuoco, tra cui il Nucleo Nbcr proveniente da Mestre, specializzato proprio nella gestione di materiali pericolosi. Non sono mancati operatori da vari comandi provinciali, oltre a Trento, Bolzano, Mantova e Brescia, a sottolineare la natura interregionale dell’intervento.
Il supporto tecnico è arrivato dal nucleo TLC di Venezia, che ha montato ponti radio per garantire le comunicazioni via radio come alternativa alle telefonate, spesso inaffidabili in questi scenari. Questo elemento ha rappresentato un banco di prova importante per mantenere il flusso informativo durante la maxi emergenza.
Anche la Protezione civile della Regione Veneto ha inviato volontari per affiancare le operazioni, offrendo un supporto essenziale alle squadre impegnate sul campo. Gli enti coinvolti hanno lavorato insieme per migliorare la cooperazione e affinare i tempi di risposta.
Le operazioni sul campo: evacuazione, decontaminazione e assistenza sanitaria
Le squadre, dotate di tute di protezione 1Aet, la categoria che fornisce la massima difesa contro agenti chimici e biologici, hanno effettuato l’evacuazione delle persone colpite da problemi respiratori. Il trasporto dal palazzetto verso le aree sicure è stato organizzato per limitare ulteriori contaminazioni.
Sono state predisposte due linee di decontaminazione per i soccorritori esposti al gas e una terza destinata alla popolazione civile evacuata. Questi punti hanno avuto il compito di sanificare gli operatori e i cittadini prima che fossero affidati al personale sanitario.
Il Suem 118 ha gestito le cure mediche immediate, prendendo in consegna i soggetti intossicati. La presenza del personale sanitario sul posto ha rafforzato il legame tra soccorso tecnico e assistenza medica nei momenti critici. Questa collaborazione è essenziale per ridurre i rischi e salvare vite in casi reali.
Il ruolo della direzione e il coordinamento interregionale
La simulazione ha visto la partecipazione diretta di figure di rilievo, come Cristina D’Angelo, direttore Interregionale dei Vigili del fuoco per Veneto e Trentino Alto Adige. Al suo fianco c’erano l’ingegner Cristiano Cusin, dirigente del Soccorso interregionale, e il comandante provinciale di Verona Enrico Porrovecchio.
Un posto di comando avanzato è stato allestito per coordinare la risposta durante tutta l’esercitazione. Questo centro operativo ha gestito movimenti, risorse e comunicazioni, garantendo che ogni reparto operasse in modo integrato.
La presenza di figure apicali ha dato modo di monitorare tutti gli aspetti tecnici e logistici, annotando criticità e punti di forza degli interventi. La capacità di dirigere sul campo un’emergenza così articolata si è dimostrata un elemento chiave per migliorare procedure e prassi di intervento.
L’esercitazione di San Bonifacio ha rappresentato un momento concreto di verifica per i Vigili del fuoco e i vari soggetti coinvolti. Rafforzare la collaborazione tra enti, provare approcci diversi e garantire operazioni sicure ha permesso un confronto sul terreno, in vista di emergenze reali.