Il 2 giugno 2025, l’Etna, il vulcano attivo più grande d’Europa, ha dato vita a un’eruzione imponente che ha attirato l’attenzione dei satelliti e dei ricercatori. Le immagini più recenti catturate dal satellite Copernicus Sentinel-2C mostrano dettagli significativi sulla dinamica dell’eruzione, dall’emissione di cenere all’uscita di flussi di lava, raccontando con chiarezza il fenomeno naturale. Questo evento ha dato prova della forza e del potenziale distruttivo del vulcano che continua a dominare il paesaggio siciliano.
Una colonna di cenere visibile da satellite
Il satellite Copernicus Sentinel-2C ha sorvolato la Sicilia pochi minuti dopo l’inizio dell’eruzione dell’Etna, registrando una serie di immagini impressionanti. La colonna di cenere e gas, alta circa 6,5 km, emergeva dal cratere principale e dominava il cielo sopra il vulcano. Le fotografie mettono in evidenza anche il flusso di lava che si riversava lungo i versanti orientali della montagna, in particolare nella Valle del Bove. Una delle caratteristiche più visibili è la presenza di un pennacchio scuro e denso che nasconde parzialmente una “nube pirocumulo”, una formazione temporalesca generata dal calore sprigionato dall’esplosione.
Dettagli tecnici e osservazioni a infrarossi
Questi scatti, oltre a documentare la colonna di cenere, rivelano anche le emissioni di anidride solforosa che si sono sprigionate durante l’eruzione. Le immagini a infrarossi mostrano chiaramente le aree più calde interessate dai flussi di lava, con evidenze del movimento del materiale incandescente verso est. Le foto permettono di confrontare lo stato del vulcano prima e dopo l’eruzione, evidenziando cambiamenti visibili come il collasso di parte del cratere sud-orientale. Questi dettagli sono fondamentali per chi studia l’attività vulcanica e per anticipare possibili evoluzioni del fenomeno.
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Pericoli e dinamiche dell’eruzione
L’eruzione è iniziata con un aumento di pressione all’interno delle camere di gas caldi, accumulati nella sommità del vulcano. Questo ha provocato il cedimento parziale di una porzione del cratere sud-orientale, scatenando una valanga di cenere, gas e rocce detta flusso piroclastico. Questo fenomeno è noto per la sua pericolosità, poiché le nubi piroclastiche possono muoversi a velocità elevatissime, fino a 100 km/h, e raggiungere temperature vicine ai 1000 gradi Celsius. Fortunatamente, nel caso dell’eruzione del 2 giugno, il flusso non ha interessato aree abitate, limitando così i danni.
Parola alla vulcanologa teresa ubide
Secondo la vulcanologa Teresa Ubide, dell’Università del Queensland, “il movimento rapido di questa nube di detriti e gas si sviluppa in seguito al collasso della struttura interna del cratere”. Il fenomeno non solo produce una torreggiante colonna di cenere che si alza nel cielo, ma può anche generare nube temporalesche locali, come quella pirocumulo osservata nelle immagini. Queste condizioni mettono in evidenza la natura violenta e complessa dell’attività dell’Etna, che resta tra i vulcani più studiati e monitorati al mondo. Il fatto che il flusso piroclastico non abbia causato incidenti è anche legato alla direzione e alla dimensione della colata, che in questo caso non si è spostata verso zone densamente popolate.
Turisti, evacuazioni e monitoraggio costante
L’eruzione del 2 giugno ha suscitato reazioni immediate tra i turisti presenti nei dintorni dell’Etna. Diversi visitatori hanno dovuto abbandonare rapidamente le zone vicine al vulcano, per evitare rischi legati ai flussi di cenere e roccia. Le autorità locali hanno svolto un ruolo chiave nel coordinare le operazioni di evacuazione e mantenere al sicuro le persone, considerando la rapidità e la portata del fenomeno. Non sono stati segnalati feriti o danni gravi alle strutture.
Strumenti di sorveglianza e aggiornamenti in tempo reale
Il monitoraggio costante dell’Etna avviene attraverso molteplici strumenti, tra cui satelliti, sismografi e stazioni di rilevamento chimico. Le immagini Copernicus contribuiscono ad aggiornare in tempo reale gli esperti sulla situazione, fornendo dati essenziali per valutare la progressione dell’eruzione e pianificare eventuali interventi. L’attività del vulcano resta quindi sotto stretta osservazione, con particolare attenzione alle variazioni nei gas emessi e alle modifiche nella morfologia del cratere.
Questi eventi naturali rappresentano un esempio della potenza geologica in azione. L’Etna continua a essere un punto di riferimento per vulcanologi e appassionati, un luogo dove la natura mostra la sua forza in modo diretto e spettacolare. Ogni eruzione aggiunge informazioni utili per comprendere meglio i processi in atto e prevenire le conseguenze più gravi.