Un giovane di Cercola, dopo aver superato per la seconda volta una dura battaglia contro il cancro, ha deciso di trasformare la sua esperienza in un gesto concreto per i bambini ricoverati in oncologia pediatrica. Da pochi giorni dimesso dall’ospedale Santobono-Pausilipon, ha dato vita a una iniziativa di volontariato che ha riempito di gioia i piccoli pazienti del reparto di Onco-Ematologia della Clinica Pediatrica Vanvitelli di Napoli, portando momenti di svago e conforto.
Il ruolo degli amici e la memoria del passato
Tra i volontari spicca la presenza di Nicola Alonzo, uno degli animatori che anni fa erano già stati vicini a Ermete durante la prima fase della malattia. A 14 anni, Ermete ricorda di averlo inizialmente detestato proprio per quel modo diretto e senza fronzoli con cui Nicola cercava di coinvolgerlo. Oggi quella figura è diventata uno degli amici più cari.
Con Nicola e altri volontari, Ermete ha allestito un “esercito” pronto a portare giochi, musica e momenti di svago ai bambini della clinica Vanvitelli. La familiarità con quel contesto e la consapevolezza acquisita in prima persona hanno reso possibile questo approccio empatico con i piccoli pazienti e i loro familiari. L’esperienza vissuta da Ermete smorza distanziamenti e permette di creare un legame autentico con un reparto che rende spesso difficile mantenere il sorriso.
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Un pomeriggio di giochi, balli e abbracci nel reparto di onco-ematologia
Il giorno dell’iniziativa, Ermete e il gruppo di volontari hanno portato ai bimbi calorosi momenti di allegria. Nonostante le flebo trascinate per i corridoi e le condizioni fisiche precarie, i bambini hanno giocato a calcio, ballato e condiviso storie di coraggio e resistenza. L’attenzione ai dettagli ha previsto anche una merenda salutare, pensata per donare energia e piacere.
Il reparto si è trasformato in uno spazio dove le restrizioni dell’ospedale sono state messe da parte, almeno per alcune ore. Il valore di questo incontro sta anche nella capacità dei volontari di farsi compagnia, accompagnare e sostenere chi vive situazioni difficili ogni giorno. Ermete racconta che per lui è fondamentale far capire ai piccoli che non sono soli, che raccontare la propria esperienza aiuta a superare la solitudine e la paura.
La battaglia personale che ha formato un progetto di solidarietà
Ermete Panico ha affrontato due volte in meno di cinque anni la stessa malattia. Quest’ultima esperienza è stata ancora più dura, visto che il cancro è tornato con maggiore aggressività. Ricoverato al Santobono-Pausilipon, Ermete ha passato molti mesi nel reparto dove ora è tornato non più come paziente, ma come volontario. L’idea di creare un’associazione nasce proprio dal desiderio di offrire qualcosa di concreto a chi sta passando ciò che lui ha vissuto.
Ha fondato “Uniti si vince 2025”, un gruppo che si è rapidamente allargato: molti amici, animatori e professionisti si sono uniti per portare un pomeriggio diverso a bimbi e ragazzi ricoverati. L’obiettivo è chiaro: non far sentire questi piccoli combattenti come “diversi” o “ammalati” ma regalare loro una parentesi di spensieratezza. Ermete sottolinea l’importanza di condividere la propria esperienza con chi si trova in difficoltà, rompendo il silenzio che a volte accompagna la sofferenza di questi pazienti.
La visione di ermete: lotta, condivisione e umanità
Dopo un percorso complesso, Ermete appare determinato a proseguire su questa strada. Vuole che la permanenza in ospedale, sempre difficile per i bambini, sia accompagnata da momenti in cui si possa sorridere. E vuole che le famiglie sentano di non essere lasciate sole nell’affrontare la malattia.
Il messaggio che lascia è forte: la lotta contro il cancro non deve chiudere le persone in un silenzio isolante. Parlare, condividere e accogliere sono gli strumenti con cui si può migliorare la qualità della vita anche nei momenti più difficili. “Uniti si vince 2025” intende raccogliere questa sfida offrendo non solo assistenza, ma anche umanità e vicinanza. A Napoli, questa iniziativa si prepara ad affermarsi come un punto di riferimento per chiunque abbia bisogno di conforto in corsia.