Enrico Montesano taglia oggi il traguardo degli 80 anni. Nato a Roma nel 1945, l’attore ripercorre la sua vita tra teatro, televisione e politica in una lunga intervista rilasciata al Corriere della Sera. A gennaio si prepara a tornare sul palco con lo spettacolo “Ottanta tanta voglia di stare con voi“, una miscela di canzoni, monologhi e imitazioni che raccontano aneddoti della sua carriera e della sua vita. La sua storia è segnata da momenti curiosi, errori politici e incontri con grandi colleghi del mondo dello spettacolo.
Un compleanno festeggiato a teatro con racconti e ironia
Montesano definisce il suo ottantesimo compleanno come “la quarta volta che ne compio venti”, segno di un umorismo che non lo abbandona nemmeno a questa età. Lo spettacolo che porterà in tournée a partire da gennaio racconterà moltissimo di lui, tra momenti di vita privata e professionale. Ad esempio confessa di aver rimandato la prima notte di nozze per non perdersi in televisione lo storico sbarco sulla Luna. Il suo spettacolo, prodotto da Clodio Management, è costruito attorno a monologhi vibranti, canzoni e imitazioni. Non mancano racconti ironici e quegli episodi che sono diventati parte della memoria collettiva. Il teatro rappresenta per Montesano un ritorno alle radici, un modo di raccontarsi davanti al pubblico attraverso storie che vanno al di là della semplice rappresentazione scenica, offrendo anche momenti di riflessione velati da una leggerezza misurata.
Disavventure e scelte politiche tra errori e disincanti
La carriera di Montesano non è stata solo teatro e spettacolo. Ha fatto delle esperienze anche in politica, che ammette senza nascondersi come degli errori. Racconta di aver pagato a caro prezzo l’ingresso in politica, definendolo “dannoso” per la sua vita e il suo lavoro. Dopo esperienze nel Psi, nel Pd e appoggi politici variegati, inclusa la campagna per Alemanno sindaco di Roma, ha scelto con il tempo di prendere le distanze da quel mondo. Esprime una certa delusione e disincanto nel suo ritorno al privato e all’attività artistica, ribadendo di aver capito che è meglio “mordersi la lingua” con l’età. Montesano non risparmia qualche critica anche alle scelte televisive, come quando venne squalificato da “Ballando con le stelle” per la maglietta con simboli controversi indossata durante le prove. Conserva con ironia queste divise, come quella del Xª MAS ma anche con nomi di Che Guevara o Mao, simboli che fanno parte del suo immaginario più colorito e personale.
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Ricordi e rapporti con colleghi simbolo dello spettacolo italiano
Il racconto di Montesano lascia spazio anche ai ricordi dei rapporti con colleghi famosi e ai rapporti di lavoro che ha avuto nel corso degli anni. Tra i nomi evoca con rispetto e un pizzico di sana competizione Gigi Proietti, con cui condivise momenti importanti e una stima reciproca ben consolidata. Non manca una nota di rimpianto nei confronti di Carlo Verdone, segnalando un rapporto professionale sfumato con il passare del tempo. Parla anche di Paolo Villaggio, ricordandolo come brusco ma capace di suscitare tenerezza. Secondo Villaggio, ricorda Montesano, gli attori non si dovrebbero chiamare tra loro, una regola che amplifica l’idea della severità e distanza nel lavoro teatrale. Questi incontri definiscono un panorama variegato della vita artistica di Montesano, fatta di passioni, scontri e collaborazioni che ne hanno tracciato il percorso fino ad oggi.