La regione Emilia-Romagna ha dato il via a un progetto dedicato esclusivamente al turismo LGBTQ+, una novità sul piano nazionale. L’iniziativa punta a strutturare offerte turistiche specifiche per questo pubblico, coinvolgendo operatori specializzati e introducendo protocolli e certificazioni mirate. Questa scelta ha però generato discussioni sul piano del rispetto della normativa europea antidiscriminazione, aprendo un confronto che coinvolge anche la Commissione europea.
Il progetto regionale per il turismo lgbtq+ in emilia-romagna
A partire dal 2025, l’Emilia-Romagna ha avviato il primo piano regionale in Italia destinato a incentivare il turismo LGBTQ+. Il progetto prevede la collaborazione con operatori del settore turistico specializzati, per creare un’offerta mirata e promuovere il territorio come meta accogliente e inclusiva. Vengono introdotti protocolli operativi e certificazioni specifiche, pensate per valorizzare le strutture e i servizi rivolti ai viaggiatori omosessuali, bisessuali, transgender e queer.
Oltre alla formazione dedicata degli operatori turistici, si punta a realizzare percorsi che migliorino l’esperienza complessiva dei turisti LGBTQ+. La regione finanzia l’iniziativa con risorse proprie, senza coinvolgere fondi europei o statali. L’obiettivo dichiarato è offrire un pacchetto turistico con attenzione alla diversità, accrescere l’attrattività e promuovere una cultura dell’accoglienza differenziata, che tenga conto delle esigenze specifiche di questo segmento.
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Questa iniziativa posiziona l’Emilia-Romagna come prima regione in Italia a sperimentare un modello di turismo dedicato e strutturato, riconoscendo l’importanza sociale e culturale del turismo LGBTQ+. Si tratta di un tentativo pragmatico di attrarre visitatori da questo ambito, offrendo servizi personalizzati e ambienti più inclusivi.
Particolarità della proposta regionale
Il piano introduce innovazioni nella formazione degli operatori turistici e certificazioni che garantiscono la qualità nell’esperienza di viaggio, elementi ritenuti fondamentali per distinguere l’offerta regionale sul mercato turistico nazionale e internazionale.
Le questioni legate alla non discriminazione secondo la normativa europea
Non mancano però dubbi e interrogativi, soprattutto riguardo al rispetto dell’articolo 21 della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea. Questa norma vieta qualsiasi forma di discriminazione basata sull’orientamento sessuale, e ha spinto alcuni a chiedere chiarimenti alla Commissione europea sul fatto che un’iniziativa indirizzata solo a un certo gruppo di turisti possa rientrare o meno nella cornice giuridica europea.
In particolare, è stato sollevato il tema della compatibilità tra iniziative pubbliche di questo tipo e i principi di parità di trattamento e concorrenza leale. Alcuni sostengono che fissare offerte riservate soltanto a viaggiatori LGBTQ+ potrebbe innescare situazioni di esclusione o discriminazione implicita nei confronti di altri segmenti.
La Commissione europea ha risposto con una comunicazione scritta datata 27 maggio 2025: ha puntualizzato che il progetto regionale non è finanziato con risorse europee ma solo con fondi propri emiliano-romagnoli. Inoltre, ha ricordato che la carta dei diritti fondamentali dell’Unione si applica solo nell’ambito giuridico dell’UE stesso, e che in assenza di un coinvolgimento diretto di normative comunitarie è competenza degli stati membri garantire il rispetto dei diritti fondamentali seguendo le proprie leggi e gli accordi internazionali sottoscritti.
“Questo significa che il controllo sul rispetto delle norme antidiscriminazione in questo caso ricade maggiormente sulla legislazione italiana e regionale, senza che la commissione possa intervenire direttamente.”
Implicazioni legali e giurisdizionali
L’assenza di fondi europei sposta l’attenzione sull’interpretazione della normativa nazionale, evidenziando come politiche locali possono sperimentare in modo autonomo iniziative innovative, pur nel rispetto del quadro giuridico generale.
Il dibattito sul turismo inclusivo e la parità di trattamento
Il progetto ha acceso un dibattito che si distingue tra chi apprezza la promozione di un modello di turismo pensato per accogliere diversità e chi invece esprime dubbi sull’opportunità di riservare iniziative a categorie specifiche. Chi sostiene la prima posizione sottolinea che dare visibilità e supporto a turisti LGBTQ+ favorisce l’inclusione e contribuisce a combattere pregiudizi storici nei confronti di questa comunità.
Dall’altra parte emergono preoccupazioni soprattutto in relazione al principio di parità di trattamento. L’idea di escludere certe fasce di potenziali clienti o di privilegiare un gruppo specifico fa sorgere interrogativi sul possibile effetto discriminatorio – anche se non esplicito – e sulle implicazioni rispetto al mercato turistico e alla concorrenza tra imprese.
“Questa discussione continua a suscitare attenzione a livello politico e sociale, specialmente in un momento in cui molte realtà territoriali stanno costruendo offerte mirate ma cercano di bilanciare inclusività e rispetto dei principi giuridici esistenti.”
Non a caso, la sfida consiste nel promuovere la pluralità e l’accoglienza senza limitare i diritti di altri soggetti, mantenendo un equilibrio difficile ma essenziale.
Una regione al centro della nuova frontiera del turismo tematico
La regione Emilia-Romagna rimane quindi un punto di riferimento per questa nuova forma di turismo tematico, mentre le autorità europee e nazionali seguono con attenzione gli sviluppi di questa esperienza.