L’Emilia-Romagna ha avviato il piano regionale contro le arbovirosi, un insieme di malattie virali trasmesse da zanzare come West Nile, Dengue, Chikungunya e Zika. Il programma si estende da maggio a ottobre con possibile proroga, puntando a limitare la diffusione di questi virus attraverso controlli e campagne di prevenzione sul territorio.
Strategie di monitoraggio e controllo delle zanzare nel territorio emiliano-romagnolo
Il piano arbovirosi 2025 si basa su tre direttive fondamentali. La prima riguarda il monitoraggio delle zanzare, con attenzione particolare alla zanzara tigre e all’eventuale arrivo di specie invasive come l’Aedes aegypti, responsabile della Dengue. Le autorità sanitarie conducono controlli mirati in aree sensibili, tra cui l’aeroporto di Bologna e il porto di Ravenna, punti di ingresso per potenziali vettori esterni.
Questi interventi di sorveglianza si estendono agli ambienti urbani e periurbani dove la presenza di ristagni d’acqua favorisce la proliferazione degli insetti. La prevenzione si basa anche sull’individuazione tempestiva di zone critiche per intervenire con la disinfestazione coordinata dai Comuni. I cittadini hanno un ruolo attivo seguendo accorgimenti per eliminare i piccoli bacini d’acqua stagnante, impedendo così alle zanzare di riprodursi.
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Importanza di diagnosi tempestive e sicurezza nelle donazioni
Il secondo pilastro del piano si concentra sull’individuazione precoce dei casi sospetti per bloccare la trasmissione dei virus. La diagnosi tempestiva diventa fondamentale soprattutto per medici di base, pediatri e operatori dei pronto soccorso, i primi a entrare in contatto con i pazienti. Segnalare rapidamente questi casi permette un intervento rapido e la prevenzione di focolai diffusi.
Al contempo, il piano rafforza i protocolli di sicurezza relativi alle donazioni di sangue e organi. Dal momento che i virus possono trasferirsi attraverso questi mezzi, si intensificano i controlli per garantire che i donatori non siano fonte di contagio, proteggendo così la rete dei servizi sanitari e i pazienti più vulnerabili.
Dati epidemiologici e responsabilità condivisa nella prevenzione
Tra i numeri del 2024 spiccano 36 casi autoctoni di Dengue in Emilia-Romagna, su un totale di 238 in tutta Italia, e 147 casi neuro-invasivi di West Nile su 272 rilevati a livello nazionale. Questi dati evidenziano come la regione sia tra le più esposte e la vigilanza resti alta. La dipendenza dalla diagnosi precoce è cruciale per interrompere la catena di contagi.
L’assessore regionale alla salute, Massimo Fabi, ha ricordato che la lotta alle malattie virali non può fare affidamento solo sull’azione delle istituzioni. A carico dei Comuni c’è la gestione degli interventi di disinfestazione, mentre i cittadini devono controllare gli ambienti domestici, eliminare i ristagni e proteggersi dalle punture con metodi semplici ma efficaci.
Iniziative informative e educative rivolte ai cittadini e alle scuole
Per rafforzare la prevenzione, la regione ha attivato la campagna “Spuntiamola” rivolta ai cittadini. Attraverso il servizio sanitario regionale, gli abitanti ricevono indicazioni pratiche su come ridurre i rischi di infezione: eliminare i ristagni d’acqua, adottare protezioni contro le punture di zanzara e adottare precauzioni nei viaggi verso aree a rischio.
Le scuole partecipano al progetto “Contrasto alla zanzara tigre”, realizzato in collaborazione con i Centri di Educazione alla Sostenibilità. L’obiettivo è coinvolgere i più giovani in attività di sensibilizzazione, facendo conoscere i rischi di alcune specie di zanzare e suggerendo comportamenti quotidiani per limitare la diffusione degli insetti. Queste informazioni sono accessibili anche online sul sito www.zanzaratigreonline.it e sul portale istituzionale della Regione Emilia-Romagna dedicato alla campagna arbovirosi.