Il cambiamento climatico mostra i suoi effetti attraverso eventi estremi sempre più frequenti e intensi. Negli ultimi decenni, alcune aree d’Italia e d’Europa hanno subito fenomeni particolarmente violenti che hanno messo a dura prova la sicurezza delle comunità e la capacità di risposta delle istituzioni. Durante la Venice climate week, il climatologo Luca Mercalli ha offerto riflessioni puntuali sulle recenti alluvioni in emilia romagna e sull’evento franoso in svizzera, evidenziando l’evoluzione delle emergenze climatiche e le difficoltà che ne derivano per chi vive nelle zone colpite.
I rischi del clima e le radici storiche degli eventi estremi
Il clima ha subito variazioni importanti nella storia, senza dubbio. Un esempio famoso è il 1709, quando un’ondata di gelo eccezionale ha ghiacciato la laguna di venezia causando condizioni estreme per chi abitava la zona. È noto che le società umane si siano sempre adattate alle oscillazioni climatiche, talvolta anche affrontando carestie e disastri naturali. Tuttavia oggi il contesto è cambiato.
Il clima si trasforma più rapidamente e le condizioni estreme mettono a dura prova la capacità di reazione degli ecosistemi e delle comunità. Nel passato, l’intervallo temporale tra eventi devastanti era più lungo e permetteva un recupero più agevole. Ora la sequenza di catastrofi vicine tra loro provoca maggiori difficoltà. La domanda che sorse spontanea da Mercalli, riguarda la durabilità di queste comunità di fronte a un clima che sembra condurre a un rapido susseguirsi di emergenze, spesso senza alcuna pausa.
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La frana a blatten in svizzera ed effetti del permafrost in scioglimento
Un altro episodio citato durante il convegno riguarda la frana avvenuta a blatten, in svizzera. Qui, lo scioglimento del permafrost – terreno permanentemente gelato che normalmente mantiene stabile la montagna – ha causato una enorme frana. Il paese, con una storia di quasi seicento anni, è stato sommerso da circa 100 metri di detriti.
La popolazione è stata evacuata in tempo grazie al monitoraggio scientifico e alle tecnologie di allerta. Questo ha evitato vittime, censite invece tra le perdite materiali, gravissime. Questo esempio dimostra come la ricerca e la tecnologia possono migliorare la gestione dell’emergenza ma non cancellano le conseguenze profonde sul tessuto sociale e culturale delle comunità che perdono il proprio territorio o sono costrette a spostarsi.
Le sfide per le comunità colpite e il futuro dei territori vulnerabili
I casi di emilia romagna e blatten indicano chiaramente l’urgenza di risposte adeguate alle emergenze climatiche. I residenti delle zone a rischio si trovano davanti a un bivio: rimanere e affrontare minacce sempre più frequenti, o abbandonare case e radici. Le istituzioni chiedono interventi per migliorare la sicurezza idrogeologica, ma la complessità aumenta anche per la densità demografica e l’uso intensivo del territorio.
Il clima che cambia, in questo modo, impone una riorganizzazione dei modelli di vita e di sviluppo. Prevenire non significa più solo costruire argini o rifare le strade, ma coinvolge anche scelte sociali e culturali, come il supporto alle comunità, il ricordo della loro storia e il mantenimento delle attività economiche. Il bilancio della Venice climate week ha ricordato queste emergenze, senza mezzi termini, sottolineando che il clima condiziona profondamente il nostro vivere quotidiano e che la resilienza si misura nel tempo, oltre la rapidità dell’emergenza.
L’aumento delle alluvioni in emilia romagna e il confronto con il passato
Negli ultimi dieci anni, la regione emilia romagna ha affrontato quattro alluvioni concentrate in un periodo di un anno e mezzo. Si tratta di un ritmo insolito rispetto al passato, quando alluvioni di simile portata avvenivano mediamente ogni cinquant’anni. Luca Mercalli ha spiegato che questa sovrapposizione di eventi estremi ha messo a rischio sia le vite delle persone sia la stabilità sociale e economica del territorio.
Il bilancio delle vittime è contenuto, ma i danni materiali e psicologici sono enormi. In queste condizioni anche una società ricca e tecnologicamente avanzata fatica a garantire la sicurezza. La frequenza degli eventi ha modificato la percezione stessa del rischio. Molte famiglie, pur mantenendo mutui attivi per le proprie abitazioni, desiderano lasciare quei luoghi che sembrano ormai insicuri. Questa situazione crea una tensione sociale non trascurabile e una complessità nuova nella gestione territoriale, che comprende la progettazione urbanistica e gli investimenti in infrastrutture di difesa.