La crisi che si vive a Gaza nel 2025 ha superato ogni limite, soprattutto per chi lavora nel settore sanitario. Amanda Prezioso, un’infermiera italiana, ha testimoniato in collegamento diretto dallo stesso territorio l’aggravarsi della situazione. La testimonianza, trasmessa a Trieste durante un incontro promosso dalla Cgil, rivela l’impatto devastante del conflitto sulla popolazione civile e sui servizi medici. Prezioso ha lavorato prima nei primi mesi dell’anno, poi è tornata a giugno, portando dettagli precisi sul dramma vissuto nelle cliniche messe a dura prova dalle emergenze quotidiane.
La testimonianza diretta di amanda prezioso dallo scenario di gaza
Amanda Prezioso ha trascorso i primi mesi del 2025 presso i presidi sanitari di Emergency nella Striscia di Gaza. La sua esperienza parte da al-Qarara, con un impegno poi esteso al supporto dell’ambulatorio di al-Mawasi a Khan Younis. Il ritorno in loco, avvenuto a giugno, l’ha riportata in mezzo a una situazione ancora più critica. Prezioso ha descritto una realtà dove “le strade sono vuote” e gli spostamenti obbligati dai continui bombardamenti rendono quasi impossibile la vita normale. Le evacuazioni si susseguono ogni giorno e quasi nessuno può più abitare stabilmente nelle proprie case, spesso danneggiate o parzialmente distrutte. Una fascia consistente della popolazione si è rifugiata in tende e campi per sfollati, dove si trovano anche le cliniche mobili e temporanee, tra cui quella dove lavora Prezioso.
Personale e aumento dei pazienti
La presenza di medici e personale sanitario è ridotta, ma intensa. Amanda ha sottolineato come la clinica gestita con poche risorse stia vedendo un aumento del numero di pazienti: da circa un centinaio ogni giorno nel primo trimestre, a oltre trecento dall’estate in poi. Questo aumento riflette chiaramente il peggioramento delle condizioni di sicurezza e di salute nella Striscia. Oltre alle cure di emergenza per ferite da bombardamento, il personale affronta un carico crescente di patologie croniche e disturbi acuti legati alla mancanza di servizi e condizioni igieniche precarie.
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Le difficoltà del sistema sanitario a gaza sotto il peso del conflitto
L’intera rete sanitaria a Gaza ha subito un collasso quasi totale. Amanda Prezioso ha parlato di sei ospedali ancora funzionanti ma tutti in condizioni critiche, incapaci di reggere la pressione del conflitto in corso. Le cliniche come quella di Emergency rappresentano un sostegno essenziale, ma lavorano in spazi improvvisati e con mezzi limitati. La sua équipe comprende cinque infermieri, quattro medici palestinesi, una ginecologa e un’ostetrica, incaricati di gestire una molteplicità di problemi sanitari. Si occupano di patologie di diversa natura: dolori intensi, infezioni di vario tipo, tutte aggravate da condizioni di vita precarie.
Situazioni di rischio e impatto sui civili
I feriti aumentano costantemente e spesso arrivano alle strutture mediche dopo incidenti avvenuti anche durante la distribuzione degli aiuti alimentari. Questi eventi rendono ancora più fragile la situazione, aggiungendo difficoltà sia ai civili sia agli operatori sul campo. La presenza di molti bambini con sintomi riconducibili alla sindrome post traumatica da stress è un ulteriore segno della gravità della crisi umanitaria. Questi piccoli pazienti mostrano segni evidenti di disagio e di trauma psicologico, causato dalla violenza e dall’incertezza della vita quotidiana a Gaza.
La dimensione umana e il peso del conflitto sulle vite quotidiane
Oltre ai numeri, la testimonianza di Amanda Prezioso ha messo in luce la durezza della vita tra le macerie. Il ricordo dei rumori della quotidianità interrotta dal conflitto è stato trasmesso attraverso un audio molto toccante, distribuito prima del suo intervento a Trieste. Questo suono di fondo racconta una realtà fatta di paura, spostamenti forzati, violenza latente. Le case distrutte, le tende e i campi per sfollati sono la nuova “normalità” per un gran numero di persone.
La presenza di medici e infermieri rappresenta un punto di riferimento vitale, ma anche loro sono esposti a seri rischi. La capacità di fornire aiuto si riduce ogni giorno di più a causa delle condizioni di insicurezza e della scarsità di risorse. Al contempo gli operatori sanitari devono gestire non solo ferite fisiche, ma anche quadri clinici legati allo stress e al trauma. La quotidianità per tanti bambini, in particolare, è segnata dalla paura costante e dalla mancanza di certezze, che si riflette in disturbi psicologici documentati sul campo.
Il racconto di Amanda Prezioso si inserisce in un contesto che non guarda solo ai numeri o alle strategie politiche, ma alle vite spezzate e testimonia un bisogno urgente di aiuto. Gli eventi di Trieste hanno offerto una finestra diretta su questa realtà, mostrando quanto la situazione resta fragile e delicata dopo anni di conflitto.