Nel territorio dell’alto sangro la situazione sanitaria resta critica, soprattutto nel servizio di emergenza 118. Per il mese di maggio 2025 il soccorso sarà garantito solo da un infermiere e un autista dell’ambulanza. Il personale medico non sarà presente, nonostante le difficoltà che questa carenza comporta per chi abita o transita in questa zona montuosa e turistica.
Il funzionamento previsto del sistema 118 e la realtà dell’alto sangro
Il sistema di emergenza 118 dovrebbe essere formato da medici, infermieri e soccorritori e dislocato in modo strategico in tutta la regione abruzzese. Questo per garantire risposte uniformi e rapide alle situazioni di emergenza in ogni angolo, anche nelle aree più isolate. Invece, in alto sangro da tempo la carenza di medici specializzati nel 118 si fa sentire con effetti concreti. La presenza di un solo infermiere e di un autista in ambulanza rappresenta il progressivo ridimensionamento del servizio che dovrebbe essere invece potenziato.
La conformazione geografica di questa zona, con ampie distanze tra strutture ospedaliere munite di pronto soccorso, rende ancor più grave questa situazione. Senza un medico a bordo, la tempestività e la qualità degli interventi rischiano di essere compromesse, mettendo a repentaglio il diritto alla salute di residenti e visitatori.
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Problematiche legate alla geografia montuosa
La conformazione geografica dell’alto sangro, caratterizzata da distanze notevoli tra i centri sanitari, limita l’efficacia del soccorso. “Senza supporto medico, la qualità dell’intervento è fortemente ridotta”, si denuncia da più parti.
I rischi dell’emergenza sanitaria nelle aree interne e turistiche
Le zone interne dell’abruzzo, specialmente nell’alto sangro, subiscono da anni un progressivo smantellamento dei servizi sanitari. Il settore dell’emergenza e urgenza è quello che paga il prezzo più alto, proprio dove servirebbe un presidio d’eccellenza per garantire interventi immediati e adeguati.
L’alto sangro, oltre alle proprie comunità, attira un gran numero di turisti, soprattutto nella stagione estiva ormai vicina. Senza un sistema di emergenza efficiente, la sicurezza sanitaria di chi passeggia, scia o visita i parchi naturali rischia di essere trascurata. La mancanza di medici nel 118 induce a un quadro di incertezza e di fragilità che tocca la qualità di vita e la fiducia nel sistema pubblico.
Criticità nelle zone turistiche e la stagione estiva
Con l’avvicinarsi dell’estate, l’afflusso turistico rende ancora più urgente il potenziamento del sistema di emergenza. “La sicurezza sanitaria non può essere un optional nelle aree turistiche” sottolineano gli esperti.
Il richiamo alla mobilitazione e alla tutela del diritto alla salute
Di fronte a questo quadro, associazioni come la CGIL L’Aquila e comitati locali come il Comitato Cittadini e Territorio Ponte del Giovenco non restano a guardare. Il 11 maggio a Pescasseroli, in piazza Sant’Antonio, è stata convocata una manifestazione per chiedere attenzione e soluzioni concrete. La richiesta è chiara: un sistema sanitario pubblico che funzioni per tutti, senza discriminazioni legate al luogo di residenza.
I promotori sottolineano che la sanità deve essere universale e gratuita, capace di garantire cure certe anche nelle aree interne. Non si tratta solo di tutela individuale, ma di giustizia sociale. La lotta punta a far tornare l’emergenza 118 a livelli di sicurezza, con medici al fianco di infermieri e autisti. “Non sono accettabili ulteriori dopo da parte di chi vive e lavora in questa zona”.
Il caso alto sangro racconta di una realtà in sofferenza, dove le difficoltà delle zone periferiche si traducono in diseguaglianze senza margini di compromesso. Serve un intervento rapido per evitare che il diritto alla salute venga messo a rischio per tutti, residenti o turisti che siano.