Negli ultimi anni la guardia di finanza di Napoli ha intensificato i controlli sul traffico aereo privato presso l’aeroporto di Capodichino. L’attività ha portato alla luce un’evasione fiscale consistente, legata al mancato pagamento delle imposte previste sui cosiddetti voli “aerotaxi”. L’approfondita indagine, condotta dal 2020 fino al 2023, ha coinvolto numerose società di trasporto, principalmente straniere, rivelando l’entità dei voli non dichiarati e delle somme non versate. Questo controllo evidenzia sia l’attenzione delle autorità all’ambito fiscale, sia l’impatto economico e ambientale del trasporto aereo privato.
L’indagine sulle società di voli privati a Capodichino
Tra il 2020 e il 2023, la compagnia della guardia di finanza di Capodichino ha esaminato attentamente i dati relativi ai voli privati in transito nello scalo napoletano. Sono finite sotto la lente di ingrandimento 134 società di trasporto aereo privato, per lo più con sede estera. Il fulcro dell’indagine è stato capire se queste compagnie avessero ottemperato agli obblighi fiscali riguardanti l’imposta erariale sui voli aerotaxi, una tassa che riguarda il trasporto aereo privato e che deve essere pagata per ogni passeggero trasportato.
La collaborazione con l’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli ha permesso di mettere a confronto le denunce presentate dalle società, note come dichiarazioni uniche dei vettori , con le informazioni raccolte dalle banche dati della guardia di finanza. In questo modo è stato possibile verificare la corrispondenza tra i voli dichiarati e quelli effettivamente operati, così da individuare eventuali omissioni o irregolarità. Questa sincronizzazione di dati ha messo in luce irregolarità significative nella registrazione di voli e passeggeri, fornendo elementi validi per calcolare l’ammontare delle tasse non versate.
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Dimensioni dell’evasione e impatto sui voli privati
I controlli hanno rivelato che più di 3.100 voli privati sono stati effettuati senza il corretto pagamento dell’imposta erariale sui passeggeri. Questi voli hanno trasportato circa 12.000 persone, che avrebbero dovuto contribuire con una tassa ambientale variabile in relazione alla distanza del viaggio. L’imposta, introdotta nel 2011, prevede un pagamento che va da 10 a 200 euro per ogni passeggero, con l’obiettivo di limitare l’impatto ambientale causato dai voli privati e di finanziare progetti per la tutela dell’ambiente.
Le cifre emerse dall’indagine sono importanti: oltre 1,5 milioni di euro non sono stati versati dalle società coinvolte, a cui si aggiungono sanzioni che ammontano al 30% delle somme evase. Complessivamente, quindi, l’importo richiesto dalle autorità supera i 2 milioni di euro. Questo dato fotografato dimostra non solo un problema fiscale ma anche una mancanza di rispetto delle regole ambientali collegate al traffico aereo privato, un tema che negli ultimi anni ha assunto rilevanza maggiore a causa degli effetti sul clima.
Le reazioni e i passi successivi dopo i controlli
Dopo la notifica dei verbali di contestazione, alcune delle compagnie coinvolte hanno scelto di regolarizzare la loro posizione versando le somme dovute. Questa operazione rientra nelle normali procedure di recupero crediti da parte dello stato, ma non esclude ulteriori verifiche e azioni giudiziarie per le situazioni meno collaborative. L’attività di controllo conferma l’attenzione delle forze dell’ordine e delle agenzie fiscali a far rispettare leggi che riguardano anche settori di nicchia come il traffico aereo privato.
Le segnalazioni con tutte le risultanze dell’indagine sono state trasmesse all’Agenzia delle Entrate, che procederà con ulteriori accertamenti e con le azioni amministrative e fiscali previste dalla legge. L’azione di controllo e recupero messa in atto a Napoli è una risposta concreta alle omissioni rilevate, con l’obiettivo di fare rispettare gli obblighi fiscali e contribuire alla riduzione degli impatti ambientali del trasporto aereo privato.