Emergenza febbre Dengue in Italia: i dati allarmanti e le strategie di contenimento

Emergenza febbre Dengue in Italia: i dati allarmanti e le strategie di contenimento

Nell’estate 2024, l’Italia ha registrato 700 casi di febbre Dengue, con epicentro nelle Marche. Un convegno ad Ancona ha evidenziato l’importanza della collaborazione tra istituzioni e comunità per la prevenzione.
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Emergenza febbre Dengue in Italia: i dati allarmanti e le strategie di contenimento - Gaeta.it

Nell’estate del 2024, l’Italia ha affrontato un’emergenza sanitaria significativa, segnata dalla registrazione di 700 casi di febbre Dengue, di cui oltre 200 casi autoctoni. Le città di Fano e Pesaro si sono rivelate epicentri di questo focolaio, posizionando le Marche come la regione con il maggior numero di contagi in Europa. Un recente convegno ad Ancona, intitolato “One Health e arbovirosi: prevenzione e controllo in emergenza della Dengue”, ha visto la partecipazione di esperti e rappresentanti delle istituzioni per discutere delle misure adottate e dei risultati ottenuti.

I numeri allarmanti della Dengue

La febbre Dengue, trasmessa dalla zanzara tigre, ha suscitato preoccupazione sia per la vastità del focolaio che per le implicazioni sociali e sanitarie per la popolazione. Con 700 casi registrati, le Marche hanno visto il numero più elevato di contagi in Italia, rappresentando anche un caso unico in Europa. Questo focolaio ha messo in evidenza la vulnerabilità del territorio e la necessità di un intervento coordinato tra istituzioni e comunità locali.

Le autorità sanitarie hanno identificato la zanzara tigre come il principale vettore di contagio, rendendo urgente la necessità di protocolli di disinfestazione e campagne di sensibilizzazione. La partecipazione attiva dei cittadini nella lotta contro la proliferazione di questo insetto è di fondamentale importanza, come sottolineato dagli esperti nel corso dell’incontro ad Ancona.

Un approccio intersettoriale alla lotta contro la Dengue

Il successo nella gestione della febbre Dengue in Italia centrale è attribuibile a un approccio intersettoriale adottato tra vari enti. Vincenzo Caputo, direttore generale dell’Istituto zooprofilattico sperimentale Umbria Marche, ha enfatizzato la necessità di coinvolgere tutti i cittadini nella lotta contro la malattia. La sinergia tra Regione, Istituto zooprofilattico, comuni e aziende sanitarie locali ha giocato un ruolo chiave nella prevenzione.

Il lavoro del Dipartimento di Prevenzione, che comprende vari servizi medici e veterinari, ha fornito supporto fondamentale. Queste collaborative iniziative hanno portato a una maggiore efficacia nella gestione del focolaio, evidenziando come la condivisione delle responsabilità tra le istituzioni e la popolazione possa generare risultati tangibili e duraturi nel tempo.

One Health e la prevenzione: il ruolo della comunità

Durante il convegno di Ancona, si è discusso anche del progetto One Healthon, una rete nazionale che mira a tutelare il capitale naturale e promuovere il benessere di ambiente, animali e esseri umani attraverso un approccio integrato. Rossana Berardi, professore ordinario di Oncologia all’Università Politecnica delle Marche, ha messo in luce le interconnessioni tra la salute dell’ambiente e quella delle persone, ricordando come l’emergenza della Dengue abbia avuto impatti maggiori sulla popolazione vulnerabile, inclusi i pazienti oncologici.

La consapevolezza e l’informazione sono elementi cruciali per affrontare tali emergenze. Berardi ha sottolineato quanto sia importante che i cittadini siano ben informati riguardo i rischi e le misure preventive. Questo è uno degli obiettivi primari del progetto One Healthon: sviluppare una cultura della salute che possa fungere da scudo contro le malattie e contribuire alla loro prevenzione.

La lotta contro la febbre Dengue in Italia ha evidenziato l’importanza della collaborazione tra istituzioni e comunità, dimostrando che un approccio unito e consapevole è fondamentale per fronteggiare le sfide sanitarie.

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