Emergenza abbandono dei terreni olivicoli in Italia: approvato l’odg per affrontare il problema

Emergenza abbandono dei terreni olivicoli in Italia: approvato l’odg per affrontare il problema

L’abbandono dei terreni olivicoli in Italia ha raggiunto livelli critici, con 500 mila ettari trascurati. L’approvazione di un Ordine del Giorno mira a contrastare questa emergenza e sostenere l’olivicoltura.
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Emergenza abbandono dei terreni olivicoli in Italia: approvato l’odg per affrontare il problema - Gaeta.it

L’abbandono dei terreni olivicoli ha raggiunto livelli critici in Italia, configurandosi come una vera e propria emergenza nazionale. Recenti dati del Centro studi del Consorzio nazionale di olivicoltori rivelano che su un totale di 1,1 milioni di ettari dedicati all’olivicoltura nel Paese, ben 500 mila risultano abbandonati. Questo fenomeno non è recente, poiché dal 2010 al 2020 le aziende che operano nel settore hanno subito una riduzione del 31%, mentre la superficie agricola è rimasta sostanzialmente invariata. La situazione è particolarmente allarmante in Abruzzo, dove si registra un calo del 37% delle aziende olivicole. Questi dati, riportati dalla Scheda Olio di Oliva di ISMEA, mettono in evidenza una crisi che mette a rischio non solo la tradizione olivicola italiana ma anche l’ambiente.

Dati allarmanti sull’abbandono dei terreni olivicoli

L’analisi del fenomeno dell’abbandono dei terreni olivicoli richiede uno sguardo attento ai numeri e alle cause che hanno portato a questa situazione. In Italia, dove la produzione di olio d’oliva è considerata una tradizione culturale e gastronomica di primaria importanza, l’abbandono di centinaia di migliaia di ettari di terreno rappresenta non solo una perdita economica ma anche una minaccia per la biodiversità e l’equilibrio del territorio. Il calo significativo delle aziende olivicole può essere attribuito a diverse problematiche: dalla difficoltà economica nella gestione dei terreni, alla concorrenza sui mercati globali, fino all’invecchiamento della popolazione agricola.

Questa situazione di declino ha conseguenze dirette sull’economia locale e sulla conservazione delle tradizioni legate alla produzione dell’olio. Le aziende che riescono a resistere svolgono un lavoro importantissimo non solo in termini economici, ma anche sociali, mantenendo vivo un settore vitale per molte comunità. L’abbandono non comporta solo la perdita del lavoro, ma anche la desertificazione culturale e l’inevitabile deterioramento delle risorse naturali legate all’agricoltura.

L’approvazione dell’odg per combattere l’abbandono

In questo contesto critico, arriva un’importante notizia: l’approvazione dell’Ordine del Giorno contro l’abbandono dei terreni, promosso dall’Associazione Città dell’Olio in sinergia con l’onorevole Pino Bicchielli. Questo passo è stato inserito nel Decreto Ambiente, il cui obiettivo è quello di arginare il fenomeno dell’abbandono dei terreni agricoli, con particolare attenzione a quelli olivicoli. Le conseguenze di tale abbandono sono severe, con impatti diretti sul dissesto idrogeologico, che già flagella molte aree del Paese.

Il presidente delle Città dell’Olio, Michele Sonnessa, ha commentato l’approvazione dell’odg come un traguardo fondamentale, frutto di un lungo percorso di collaborazione tra le istituzioni e il mondo dell’olivicoltura. Con questo provvedimento, ci si aspetta di dare un nuovo impulso alla legislazione esistente, cercando di attuare strategie concrete per il recupero dei terreni abbandonati e per il sostegno delle aziende agricole attive.

Lavoro futuro e impegno delle istituzioni

Con l’approvazione dell’odg, le Città dell’Olio intendono essere parte attiva in un tavolo tecnico interministeriale che coinvolga Regioni, Enti locali e principali associazioni di categoria. Questa iniziativa mira a fornire risposte pratiche e rapide alla crisi che affligge l’olivicoltura italiana. Il coinvolgimento di vari attori è fondamentale per elaborare una strategia condivisa in grado di restituire vitalità ai terreni abbandonati, valorizzando produzione e qualità dell’olio d’oliva.

Un obiettivo cruciale è quello di rendere la norma non solo un documento legislativo, ma uno strumento operativo in grado di generare risultati tangibili. La protezione del territorio e delle aziende olivicole è una battaglia che richiede una strategia integrata, dove il sostegno delle istituzioni e la responsabilizzazione delle comunità locali siano essenziali per contrastare un fenomeno che colpisce non solo l’economia, ma anche la cultura italiana.

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