Parlando a pochi giorni dal budapest pride, la leader del Pd elly schlein ha preso posizione con fermezza contro il divieto imposto alla manifestazione. L’evento, che richiama ogni anno migliaia di persone per celebrare i diritti della comunità lgbtq+, si trova sotto osservazione per le restrizioni messe in atto dalle autorità ungheresi. Insieme a Iratxe Garcia Perez, presidente del gruppo S&d al Parlamento europeo, schlein ha denunciato quella che definisce una violazione dei diritti fondamentali sanciti dalla costituzione europea.
Schlein contro il divieto al pride: “la libertà non si può vietare”
Elly schlein ha espresso con chiarezza il suo dissenso riguardo al divieto del budapest pride, ricordando che il diritto all’espressione della propria identità e del proprio amore non può essere limitato da leggi restrittive. “Tu non puoi vietare l’amore per legge”, ha detto durante la conferenza stampa, sottolineando come ogni persona abbia diritti inviolabili legati al proprio corpo e alla propria identità.
Le parole della leader del Pd non sono isolate, riflettono una posizione condivisa da diverse organizzazioni e rappresentanti politici europei che vedono nelle misure adottate da budapest una vera e propria negazione dei diritti costituzionali. Il divieto, infatti, arriva in un momento delicato, in cui i diritti civili e umani spesso sono direttamente messi in discussione in vari paesi del continente.
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La presenza di iratxe garcia perez e la risposta europea al caso ungherese
Al fianco di schlein c’era iratxe garcia perez, alla guida del gruppo S&d al parlamento europeo, che ha supportato la denuncia pubblica contro le limitazioni imposte al budapest pride. Il gruppo S&d, noto per la sua attenzione ai diritti civili, segue con attenzione l’evolversi della situazione in ungherai, un paese sotto osservazione per alcune politiche che incidono sulla libertà di manifestazione e sul rispetto della comunità lgbtq+.
Garcia perez ha ribadito l’importanza di tutelare i principi europei di inclusione e pluralismo, sottolineando come il divieto di un evento come il pride significhi non solo una limitazione pratica, ma un segnale negativo verso tutte le minoranze che cercano voce e visibilità. Le autorità europee, anche se spesso lente nelle risposte, appaiono consapevoli della posta in gioco quando si tratta di libertà civili e personali in paesi membri dell’Unione.
Il contesto del budapest pride e le tensioni sui diritti lgbtq+ in ungherai
Il budapest pride rappresenta da anni un momento simbolico per la comunità lgbtq+ dell’ungherai e dell’Europa centrale. La manifestazione vuole ribadire il valore del rispetto per le differenze e la lotta contro ogni forma di discriminazione. Quest’anno però ha incontrato ostacoli notevoli con la decisione delle autorità locali di vietare l’evento, motivando la scelta con ragioni di ordine pubblico legate a presunte tensioni sociali.
Questo divieto si inserisce in un quadro politico più ampio, dove il governo ungherese ha adottato norme che limitano la libertà di parola e di espressione in materia di diritti civili. Non a caso, la comunità internazionale continua a monitorare la situazione, evidenziando come queste restrizioni colpiscano in modo diretto la vita di chi vive apertamente la propria identità o semplicemente difende i propri diritti.
La protesta di schlein e garcia perez come segnale politico
La protesta di schlein e garcia perez si collega a questo clima di crescente tensione, e mette in luce una problematica che va oltre il singolo evento del pride. È una questione di garanzia del rispetto delle libertà fondamentali all’interno degli stati europei, un nodo cruciale che vede coinvolti i valori democratici più essenziali.
I diritti costituzionali europei sotto la lente dopo il divieto del pride
La denuncia formulata da elly schlein fa leva su principi radicati nella costituzione europea e nelle convenzioni internazionali sui diritti umani. Vietare il pride è per lei non solo un atto repressivo, ma una violazione evidente di quei diritti inviolabili che la comunità europea si è impegnata a garantire per ogni cittadino.
Nel contesto europeo, la libertà di manifestazione e di espressione rappresentano fondamenti imprescindibili per la democrazia. Di conseguenza, azioni che limitano tali libertà possono portare a sanzioni o a richiami da parte delle istituzioni continentali. L’intervento di politici come schlein e garcia perez assume così una rilevanza pubblica importante per richiamare l’attenzione sulla necessità di rispettare questi diritti, anche in contesti dove la pressione politica locale tende ad affievolirli.
Un dibattito aperto sul budapest pride e i diritti nell’ue
Il dibattito sul budapest pride segnala una fase critica per il confronto tra diritti individuali e poteri statali in alcuni paesi del’UE. Resta da vedere come evolveranno le risposte a livello istituzionale e come le comunità coinvolte continueranno a ribadire le proprie rivendicazioni di libertà.