Elisabetta II, ben nota per il ruolo istituzionale che ha ricoperto per decenni, mostrava anche un lato inaspettato e lontano dalla pomposa immagine di corte. Tra le sue abitudini meno conosciute, emerge una particolare passione: lavare i piatti. Nonostante la disponibilità di un servizio domestico completo, la regina amava spesso occuparsi personalmente di sparecchiare e lavare le stoviglie dopo i pasti. Questa curiosità, raccontata in modo dettagliato dallo scrittore Gyles Brandreth nella biografia “Elizabeth: An Intimate Portrait”, offre uno spaccato originale e umano della sovrana nata nel 1926.
La regina che si toglieva i guanti per lavare i piatti dopo cena
La regina Elisabetta non si limitava a gesti simbolici, ma prendeva davvero parte ai lavori domestici, soprattutto al lavaggio delle stoviglie, spesso sfoderando i suoi guanti gialli per affrontare le pulizie con cura. È curioso come questo dettaglio emerga proprio in una famiglia reale che poteva disporre di camerieri e governanti per ogni esigenza. Nell’opera di Brandreth, si rivela come questa abitudine fosse per lei una vera passione, un momento di contatto con la quotidianità che la faceva sentire più vicina alla realtà di ogni giorno.
Un gesto che sfida il protocollo
Il gesto assume un valore ulteriore se si pensa al rigore del protocollo di corte che regola ogni attività reale. La scelta di sporcarsi le mani dietro le quinte, anche se protette da guanti, spicca come segnale di semplicità e pragmatismo. Nei racconti si sottolinea un’evidente dedizione al lavoro manuale, che serviva forse a staccare dalle responsabilità istituzionali e a vivere un momento di normalità dentro i grandi spazi di palazzo.
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David cameron e il giorno in cui aiutò la regina a lavare i piatti a balmoral
L’aneddoto più noto riguarda proprio l’ex primo ministro britannico David Cameron durante una visita a Balmoral, la residenza scozzese della famiglia reale. Cameron raccontò di una serata in cui lui e altri ospiti cenarono in compagnia del principe Filippo e della regina stessa. Terminata la cena, a sorpresa, la sovrana e il consorte si misero a sparecchiare e a lavare le stoviglie. Cameron, desideroso di dare una mano, si alzò e prese i guanti per partecipare al lavoretto.
Lo stupore della regina fu evidente, tanto da esclamare: “Che diavolo sta facendo il primo ministro?”. L’episodio sottolinea in modo amaro il rigido distacco tra la vita reale e il rispetto assoluto del cerimoniale, tanto che Cameron dovette tornare al suo posto e lasciare il compito alle figure autorizzate. Questa scena, raccolta con dettagli dal conduttore e scrittore Brandreth, mostra i limiti imposti dalla figura monarchica e la difficoltà di conciliare gesti di semplicità con le regole del protocollo.
Scontro tra umanità e sistema
La serata continua a farsi notare proprio per questo scontro tra l’umanità manifesta della regina e le regole di un sistema che ancora non ammetteva gesti di vera informalità nei confronti del protocollo, nemmeno davanti a un ospite illustre come un primo ministro.
Testimonianze di dipendenti reali e altri episodi legati al lavaggio dei piatti da parte della regina
Oltre all’episodio con David Cameron, altre testimonianze rivelano come Elisabetta II fosse solita rimboccarsi le maniche dopo i pasti. Un ex dipendente reale raccontò allo scrittore Harry Mount di un pranzo organizzato al ritorno da una battuta di caccia. Lavorando dietro le quinte, notò la regina con i suoi guanti gialli intenta a lavare le stoviglie, una scena che rompeva con l’idea comune di distanza tra monarchi e domestici.
Anche Paul Burrell, ex maggiordomo della famiglia reale, confermò un altro episodio: dopo un picnic, Elisabetta II si mise a lavare i piatti davanti all’allora primo ministro Margaret Thatcher. La leader conservatrice, nota per la sua rigidità nei rapporti con la corona, credeva che le faccende domestiche fossero fuori luogo per una regina. La sovrana propose un compromesso semi-ironico: “Bene, io lavo. Tu asciughi?”. Il momento descrive una scena informale ma significativa, che rivela il carattere della regina e la sottile gestione di ruoli e aspettative.
Un lato umano della regina
Questi racconti fanno emergere una figura regale non distante dalla realtà materiale: chi l’ha osservata da vicino ha visto una donna che, nonostante il trono, si concedeva azioni semplici e concrete, prendersi cura dello spazio vitale in modo diretto.
Origini della passione della regina per le faccende domestiche fin dall’infanzia
La passione per il lavoro a casa non è emersa dall’oggi al domani ma affonda le radici in tempi lontani. Nel marzo 1941, quando era ancora giovane, Elisabetta frequentava lezioni di cucina a Windsor insieme all’amica d’infanzia Alathea Fitzalan-Howard. Nei diari della ragazza, si legge che “a Lillibet piace lavare i piatti e lo fa più di tutti noi messi insieme”. Questo dimostra come la regina abbia sempre avuto una predisposizione a occuparsi delle faccende domestiche con piacere.
In quegli anni difficili, in piena seconda guerra mondiale, la futura sovrana mostrava una familiarità concreta con le attività casalinghe e un interesse vero per le cose semplici, forse anche come occasione per distogliere il pensiero dai tempi incerti.
Radici profonde di una passione
Questi dettagli contribuiscono a restituire il ritratto di una regina profondamente radicata in abitudini pratiche, che non si è mai sottratta a compiti comuni, indipendentemente dal proprio status sociale.
L’immagine di Elisabetta II come regina che si prendeva cura dei piatti, tra una cena di stato e l’altra uscita con il principe Filippo, si rifà a racconti e memorie raccolte da chi l’ha conosciuta da vicino. Una testimonianza che sfida l’idea che l’autorità debba distaccarsi dalla realtà quotidiana e che mostra una donna capace di trovare un equilibrio tra dovere istituzionale e momenti di semplicità domestica.