Elena Beccalli, rettore dell’università cattolica del Sacro Cuore, ha assunto la presidenza della Federazione Europea delle Università Cattoliche Europee . Questa organizzazione riunisce 62 atenei cattolici, presenti soprattutto in Europa, ma anche in Libano. La nomina è avvenuta oggi a Lovanio, un momento importante per il mondo accademico cattolico continentale.
La nuova leadership di fuce e il contesto della federazione europea
La Fuce è una rete accademica che conta 56 università in 17 paesi europei e altre 6 nel Libano. Nasce nel 1991 e ha la sua sede in Francia, all’università cattolica di Lione. Da allora, ha svolto il ruolo di piattaforma per l’istruzione superiore e la ricerca tra gli atenei cattolici europei, promuovendo scambi culturali e scientifici. Elena Beccalli succede a Michael Mullaney, presidente del Saint Patrick’s College di Maynooth, Irlanda. Questo cambio segna due primati: Beccalli è la prima italiana e la prima donna a guidare questa organizzazione per un mandato di tre anni.
Un periodo cruciale per la collaborazione accademica
La presidenza di Beccalli cade in un periodo in cui la collaborazione tra università europee appare cruciale per consolidare una visione condivisa dei valori dell’istruzione e della ricerca accademica. La Federazione supervisiona progetti comuni e iniziative per favorire un dialogo istituzionale tra gli atenei cattolici, rafforzandone il ruolo su scala europea. Questi atenei condividono una missione educativa radicata nella cultura cattolica, ma sono chiamati anche a confrontarsi con le sfide contemporanee del mondo accademico globale.
Leggi anche:
Le priorità strategiche di elena beccalli per la federazione
Il programma di Beccalli si concentra su alcune linee d’azione ben definite. Intende rafforzare le alleanze e partenariati tra le università appartenenti alla Federazione, migliorando lo scambio di competenze e risorse. Tra gli obiettivi previsti ci sono la promozione di programmi di doppio titolo, che permettano agli studenti di conseguire lauree riconosciute in più paesi, ampliando così le opportunità formative.
Mobilità e ricerca comune
Un’altra priorità riguarda la mobilità di docenti, giovani ricercatori e personale tecnico-amministrativo. Lo scambio di esperienze tra differenti realtà aiuta a creare una rete più solida e favorisce lo sviluppo di competenze interdisciplinari e internazionali. In parallelo, si lavorerà per sviluppare programmi di ricerca comuni capaci di affrontare temi attuali, di rilevanza sociale, culturale ed economica.
Le iniziative promosse dalla Federazione dovranno inoltre rispondere alle richieste del contesto europeo, valorizzando il contributo delle università cattoliche alla costruzione di un’identità culturale fondata sul dialogo e sul rispetto della diversità. Questa dialettica interna alla federazione può portare avanti nuove progettualità, che si riflettano anche nelle società e nei territori in cui gli atenei operano.
L’impegno per riaffermare l’identità culturale europea attraverso l’istruzione cattolica
Un punto centrale del discorso di Beccalli riguarda il ruolo delle università cattoliche nel mantenere viva la voce educativa e culturale che ha caratterizzato la storia europea. Secondo il rettore, l’università deve impegnarsi per contribuire a rivitalizzare l’identità europea e le sue radici, valorizzando il patrimonio culturale e civile che si incarna nell’istruzione.
Il valore del dialogo tra istituzioni
Questo processo passa attraverso la valorizzazione del dialogo tra le diverse istituzioni che compongono la Federazione, favorendo un confronto sulle tradizioni ma anche sulle sfide più urgenti. Il dialogo tra atenei di paesi e culture diverse rappresenta uno strumento per accrescere la qualità della formazione e delle ricerche sul piano internazionale.
Beccalli sottolinea anche l’importanza di politiche europee che riconoscano e sostengano il ruolo delle università cattoliche. Se le istituzioni dell’Unione Europea accolgono queste energie, si può rafforzare un concetto di Europa più inclusivo e fondato su valori condivisi. L’università cattolica è quindi vista come un attore capace di ripristinare un “anima” dell’Unione, opponendosi a spinte di frammentazione culturale e sociale.
Le parole del neopresidente si collegano all’idea che l’istruzione superiore debba offrire risposte concrete alle complesse dinamiche del presente, senza perdere il riferimento ai principi fondamentali della cultura europea. Un ruolo che sarà al centro del mandato di Beccalli nei prossimi tre anni.