La ricerca sul trattamento dell’asma grave con mepolizumab, un farmaco che blocca l’interleuchina 5 , ha fornito risultati importanti. Questi dati riguardano la riduzione delle crisi asmatiche e il minor uso di corticosteroidi nei pazienti. Presentati al congresso europeo Eaaci a Glasgow nel 2025, confermano e ampliano le conoscenze raccolte fino ad oggi, soprattutto sull’efficacia a lungo termine e la sicurezza del farmaco.
Le conferme dello studio realiti-A sui benefici di mepolizumab
Lo studio Realiti-A, condotto in modo osservazionale e prospettico, offre un quadro dettagliato sull’efficacia di mepolizumab nei pazienti affetti da asma grave eosinofilica. Già nel 2020 erano stati pubblicati i primi dati che dimostravano una significativa riduzione delle riacutizzazioni, oltre alla possibilità di limitare l’uso di steroidi sistemici. L’aggiornamento presentato all’ultimo congresso Eaaci ha portato alla luce analisi post-hoc insieme ai dati raccolti nel corso di due anni di trattamento.
Biomarcatori e risposta al trattamento
Ciò che emerge è l’assenza di problemi relativi ai biomarcatori specifici, quali gli eosinofili nel sangue e il Feno , parametri usati per monitorare l’infiammazione delle vie respiratorie. Il controllo stabile di questi fattori indica che il trattamento mantiene la sua efficacia nel tempo. Un dato particolarmente rilevante riguarda l’età di insorgenza dell’asma, che sembra collegata ad una maggiore possibilità di intervento tempestivo con mepolizumab.
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Il professor Giorgio Walter Canonica, esperto di Humanitas University e Irccs Humanitas di Rozzano, ha sottolineato come questi risultati, frutto sia di dati clinici che di real world evidence, rafforzino la posizione di mepolizumab nel trattamento dell’asma grave. Il farmaco si conferma uno degli strumenti più utilizzati e affidabili per combattere la forma eosinofilica, un tipo d’asma caratterizzato dall’alta presenza di eosinofili infiammatori.
Il calo dell’uso degli steroidi tra i pazienti con asma grave
Una delle questioni maggiori per chi si occupa di asma grave riguarda l’uso prolungato e talvolta eccessivo degli steroidi orali. In Italia, come ha evidenziato il network Sani , si era osservato un abuso significativo di questi farmaci, che possono avere effetti collaterali pesanti nel lungo periodo.
I dati recenti hanno mostrato come l’introduzione di mepolizumab abbia dimezzato l’incidenza dell’uso di steroidi tra i pazienti seguiti dai centri specializzati. Questo risultato indica un passo avanti nel trattamento, perché offre un effetto cosiddetto steroid-sparing, cioè una riduzione importante della necessità di usare corticosteroidi sistemici.
Canonica ha spiegato che oggi non si valuta più soltanto la funzionalità respiratoria o il miglioramento dei sintomi per misurare l’efficacia del biologico. La nuova frontiera è la cosiddetta remissione clinica, un concetto che considera diversi criteri contemporaneamente per capire se il paziente, in trattamento, raggiunge uno stato stabile e senza peggioramenti rilevanti. Così si guarda anche alla possibilità di prevenire il danno alle vie aeree, nonostante la presenza di quel fenomeno noto come remodeling, cioè il rimodellamento dei tessuti respiratori.
La gestione dell’uso degli steroidi in italia e in europa
Il tema del farmaco steroid-sparing è particolarmente sentito sia in Italia che all’estero. L’esperienza di Sani e dei network internazionali mette in luce la necessità di strategie nuove per garantire una migliore sicurezza ai pazienti con asma grave.
Il ruolo dei biologici nel contrastare il rimodellamento delle vie aeree
Il rimodellamento delle vie aeree è una complicazione dell’asma grave spesso resistente alle terapie convenzionali come inalatori o steroidi sistemici. Questo processo altera la struttura e la funzione dei polmoni, complicando la gestione della malattia nel tempo.
I farmaci biologici come mepolizumab dimostrano azioni specifiche contro questo meccanismo. Secondo Canonica, possono intervenire su varie fasi del rimodellamento, agendo su elementi cellulari e molecolari che causano il danno progressivo. Con ciò si apre l’ipotesi di un trattamento precoce, chiamato early intervention, che mira a intervenire prima che il rimodellamento si manifesti in modo irreversibile.
Il trattamento preventivo e il futuro della cura
Il tema del trattamento preventivo è diventato centrale negli ultimi anni. L’interazione tra medici e centri specializzati ha permesso di evidenziare quanto sia diffuso l’uso di steroidi orali, in Italia e in altri paesi, indicando la necessità di un cambio di strategia. Dai dati del Sani emerge che oltre il 60% dei pazienti con asma grave sono in trattamento con steroidi orali, una frequenza confermata anche dal network del Regno Unito.
Lo scambio di informazioni tra i vari gruppi di ricerca ha così fatto emergere una realtà condivisa, che porta a ripensare la gestione clinica dell’asma grave e a valorizzare il contributo dei farmaci biologici. L’esperienza conferma che superare vecchie abitudini terapeutiche può comportare un beneficio sia per la qualità della vita dei pazienti sia per la sicurezza complessiva del trattamento.