Edipo re di Sofocle in scena a Ostia antica festival sotto la regia di Luca de Fusco

Edipo re di Sofocle in scena a Ostia antica festival sotto la regia di Luca de Fusco

Il Teatro di Roma inaugura il festival 2025 a Ostia Antica con Edipo re di Sofocle, diretto da Luca de Fusco, che unisce tragedia classica e suggestioni moderne in una messa in scena psicologica e simbolica.
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Il Teatro di Roma apre il festival 2025 a Ostia Antica con una moderna e intensa rilettura psicanalitica di *Edipo Re* di Sofocle, diretta da Luca de Fusco, che unisce rispetto per il testo antico e suggestioni visive contemporanee. - Gaeta.it

Il teatro antico di Ostia Antica ha visto l’avvio dell’edizione 2025 del suo festival con una nuova messinscena di Edipo re di Sofocle, presentata dal Teatro di Roma. Lo spettacolo, diretto da Luca de Fusco, propone una lettura che fonde la tragedia classica con suggestioni visive e psicologiche moderne. Questa produzione ambiziosa punta a coinvolgere un pubblico contemporaneo senza tradire la struttura e i temi originali del capolavoro sofocleo.

L’apertura suggestiva e il contesto della messa in scena

Il sipario si apre con un’immagine da subito forte e simbolica: corpi distesi a terra simili a una distesa di vite spezzate, vittime della peste che affligge la città di Tebe. Sullo schermo ottagonale, elemento scenico centrale, scorrono queste figure mentre Edipo entra in scena, sommerso dai dubbi e dalle domande sulla calamità che devasta la città. L’idea di rappresentare la peste attraverso un’immagine così palpabile ha catturato subito l’attenzione del pubblico.

Luca de Fusco gioca con questa immagine iniziale per portare avanti una regia che mescola il rispetto per il testo antico e una chiave di lettura moderna, quasi psicanalitica. Non mancano gli inserti filmati, ormai una cifra stilistica del regista, che accompagnano la narrazione senza appesantirla. Il risultato è uno spettacolo che invita a riflettere sul dramma, facendo percepire la tragicità di Edipo in modo immediato.

La chiave psicanalitica e la lingua della rappresentazione

La traduzione di Gianni Garrera accompagna la regia con un uso del linguaggio insolito per una tragedia greca. Termini come “geneticamente” o riferimenti espliciti ai sogni e ai legami materni offrono una dimensione più intima e quotidiana al testo. In alcuni momenti, la scelta di usare una lingua colloquiale sfiora toni da dramma borghese, ma nei passaggi chiave come il confronto fra Edipo e la moglie Giocasta emerge tutta la sofferenza e l’ambivalenza del loro rapporto.

Questa delicatezza nell’intonazione del dialogo rende più vivido l’intreccio fra sensi di colpa e amore, tra il desiderio di verità e la paura di scoprirla. La messinscena fa emergere la complessità psicologica senza rinunciare alla potenza drammatica del testo. L’approccio rende Edipo un personaggio più vicino, umano nelle sue debolezze e nelle sue sconfitte interiori.

Il cast e le scelte sceniche dietro la tragedia

Il ruolo di Edipo è affidato a Luca Lazzareschi, che offre una performance sfaccettata e intensa. Al suo fianco Manuela Mandracchia interpreta Giocasta con una presenza solida e vibrante. Paolo Serra dà un volto credibile a Creonte, mentre Francesco Biscione, Paolo Cresta e Alessandro Barletta completano il cast con ruoli definiti, ognuno con una propria incisività.

La regia si affida anche a elementi visivi ricchi di simbolismi, come le musiche originali di Ran Bagno, che sottolineano suspense e atmosfere. Il design dei costumi di Marta Crisolini Maltesta calibra con attenzione ogni figura sul palco, rifacendosi ad un immaginario vicino a quello di Magritte, con dettagli che richiamano la surrealità e una realtà sfuggente.

Alcune scelte simboliche e curiosità nella messinscena

Il personaggio di Tiresia si presenta come un’immagine ambigua: prigioniero in una gabbia sospesa, simile a un uccello, il suo ruolo sembra più evocativo che esplicativo. Il canto di uccelli che si sente all’inizio rafforza questa idea. Segnali simili sono dati dal servo pastore, vestito con abiti borghesi, calato in un contesto che riecheggia l’arte del pittore surrealista.

Lo schermo ottagonale sullo sfondo fa comparire inoltre varie immagini, dalle nuvole ai cipressi, ai richiami alle statue, che pongono una tensione fra ricordo e sogno. Alcuni spettatori hanno trovato questa presenza tecnologica poco adatta al contesto di un teatro antico, ritenendo che l’equilibrio architettonico ne risentisse. Poche però le critiche di questa natura, di fronte all’apprezzamento generale.

Le prossime tappe di edipo re dopo ostia antica

La tournée di questa versione di Edipo re proseguirà fino al 6 luglio nel Teatro Romano di Ostia Antica. A seguire, il 9 e 10 luglio, lo spettacolo si sposterà al Campania Teatro Festival. Infine, a metà luglio, sarà ospite in Spagna al Festival di Mérida, una vetrina importante per le produzioni classiche.

Questi appuntamenti testimoniano la qualità e la longevità della messa in scena, che punta a mantenere vivo il dialogo fra teatro antico e sensibilità contemporanea. Lo spettacolo conferma un interesse diffuso verso le riletture che sanno rendere comprensibile e attuale un testo mitico come Edipo re.

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