Le sfide legate all’economia circolare stanno assumendo un ruolo sempre più centrale nelle politiche aziendali e pubbliche. Il tema è stato al centro di un confronto a Milano, durante il convegno dedicato al circular economy lab, organizzato da cariplo factory in collaborazione con intesa sanpaolo innovation center. I protagonisti hanno sottolineato come questa transizione non possa essere un processo isolato, ma richieda una collaborazione diffusa tra imprese, tecnologia e istituzioni.
Un cambio di paradigma per l’economia circolare
Enrico Noseda, chief innovation advisor di cariplo factory, ha descritto l’economia circolare come una trasformazione complessa, che coinvolge molteplici aspetti e non si può trattare come un singolo progetto. Questa visione amplia il concetto tradizionale di sostenibilità, portandolo a un livello in cui anche le dinamiche organizzative e di settore devono evolvere. Noseda ha evidenziato che la sfida è sistemica e riguarda la necessità di costruire un tessuto di alleanze tra aziende di settori diversi, puntando sulla contaminazione e sulla capacità di sperimentare nuovi modelli.
La sostenibilità come processo integrato
Secondo il suo intervento, la sostenibilità non si esaurisce nelle attività di singole imprese o nei dipartimenti dedicati, ma deve coinvolgere l’intera filiera, integrando innovazione tecnologica con strategie di business radicalmente riviste. Questo approccio aiuta a individuare nuovi punti di intersezione tra attori differenti, creando opportunità uniche per il cambiamento.
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Tecnologie abilitatrici e nuovi modelli di business nel circular economy lab
Le tecnologie digitali giocano un ruolo determinante in questo contesto. Noseda ha menzionato strumenti come l’intelligenza artificiale, la blockchain, l’internet delle cose e la manifattura additiva, che possono abilitare l’economia circolare se integrate con modelli di business innovativi e un approccio di filiera coordinato. Senza questo connubio, hanno un impatto limitato.
Un esempio concreto riguarda la blockchain, che può garantire la tracciabilità dei materiali riciclati, mentre l’IoT permette di monitorare l’utilizzo e lo stato dei prodotti lungo tutta la catena del valore. La manifattura additiva, invece, consente di ridurre gli sprechi nella produzione, puntando a processi più sostenibili e su misura.
Collaborazioni e innovazione aperta
La grande sfida è quindi contenuta nell’attivare processi collaborativi, che superino i confini aziendali e settoriali, trasformando l’innovazione in una pratica aperta e condivisa. Questo permette di accelerare le soluzioni efficaci e scalabili e di introdurre nella filiera circuiti virtuosi che generano reale valore.
Open innovation e venture building, leve per accelerare la transizione
Durante il panel del circular economy lab, è emerso come l’open innovation vada oltre i semplici workshop o le collaborazioni sporadiche con startup. Oggi si punta a metodologie strutturate che puntano alla co-creazione, all’accelerazione mirata e, in particolare, al venture building. Quest’ultimo rappresenta un meccanismo dove nuove realtà imprenditoriali nascono in ambienti agili e con forte orientamento alla sperimentazione.
Secondo Noseda, il venture building è una delle forme più evolute di innovazione aperta. Rimuove le rigidità tipiche delle grandi organizzazioni, offrendo spazi per sviluppare progetti con velocità e respiro imprenditoriale. Aiuta così a rispondere alle esigenze complesse dell’economia circolare, messa alla prova da problemi multidimensionali.
Nuove idee e progetti imprenditoriali
Questo approccio favorisce la nascita di soluzioni con un impatto significativo, e permette di mettere in campo idee che, altrimenti, non troverebbero spazio all’interno degli schemi tradizionali. Le collaborazioni tra soggetti diversi diventano il terreno fertile per far crescere queste iniziative.
La strategia europea a sostegno di startup e scaleup orientate alla circolarità
Il ruolo dell’Unione europea è stato sottolineato da Noseda come fondamentale. La recente EU startup and scaleup strategy, annunciata durante il 2025, conferma l’importanza di stimolare la nascita e la crescita di imprese innovative in Europa. L’obiettivo è creare condizioni più favorevoli grazie alla semplificazione delle norme, l’accesso facilitato ai capitali e lo sviluppo di infrastrutture e competenze.
Questa strategia aspira a costruire un ecosistema integrato che colleghi imprese, centri di ricerca e istituzioni, promuovendo così una scala di crescita più rapida e sostenibile. Il legame tra innovazione, economia circolare e imprenditorialità è diventato un concetto centrale da cui partire per rilanciare la competitività del continente.
Circolarità come priorità della nuova economia
Le politiche europee puntano quindi a generare un ambiente in cui la circolarità diventi un elemento essenziale per la creazione di nuovi modelli di business, collocandola tra le priorità della nuova economia.
Impatto e prospettive per le imprese europee nel nuovo scenario circolare
Secondo Noseda, l’economia circolare rappresenta una leva competitiva importante per le imprese europee. Non è soltanto una questione legata al rispetto ambientale, ma assume valore strategico per il posizionamento sui mercati globali.
La creazione di progetti di filiera, iniziative flagship e percorsi di venture building rappresenta la strada maestra per generare cambiamenti duraturi e su larga scala. L’obiettivo è trasformare le soluzioni sperimentate in modelli replicabili, capaci di incidere realmente sul sistema produttivo.
Un ecosistema per il futuro circolare
Noseda ha ribadito che la responsabilità ricade sull’intera comunità dell’innovazione, chiamata a costruire un ecosistema capace di accompagnare le imprese nel passaggio verso un futuro circolare, sostenendo al tempo stesso nuove idee e pratiche imprenditoriali con concrete possibilità di sviluppo.