La scomparsa di lucio manisco, figura di rilievo nel giornalismo italiano e parlamentare attivo negli anni Novanta, segna la fine di un’epoca per chi ha seguito la politica e l’informazione tra Italia e Stati Uniti. Manisco ha raccontato per decenni eventi internazionali cruciali, lasciando un segno profondo nella cronaca politica e giornalistica. La sua carriera affonda le radici negli anni Cinquanta, attraversando diverse tappe tra testate italiane e comunità estere.
Gli inizi a firenze e la prima esperienza nel giornalismo
Lucio manisco nacque a firenze il 16 febbraio 1928 e mosse i suoi primi passi nel mondo del giornalismo a vent’anni. Entrò come redattore in riviste di orientamento socialista, tra cui italia socialista, e nel giornale, testata importante a livello nazionale. La sua attività editoriale prese presto una piega significativa affidandogli, nel 1950, la direzione di domenica sera, giornale che riuscì a dare voce a un pubblico attento ai cambiamenti politici del paese. Parallelamente si avvicinò al mondo delle trasmissioni radiofoniche, lavorando come assistente per programmi targati bbc, una rete che gli permise di prendere confidenza con l’ambiente giornalistico internazionale.
L’esperienza da corrispondente a londra
Il suo ruolo si ampliò fino a diventare corrispondente da londra per il quotidiano il messaggero. Questa esperienza segnò un passaggio decisivo verso una dimensione giornalistica più internazionale, e da qui fu stabile per lunghi anni una figura fondamentale nelle cronache dall’estero per l’italia. In particolare, la sua capacità di narrare in modo puntuale e approfondito gli eventi esteri servì per consolidare il suo nome nell’ambito delle corrispondenze quotidiane dai paesi anglosassoni.
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Il ruolo di corrispondente dagli stati uniti per il tg3
Dalla fine degli anni Settanta e per buona parte degli Ottanta lucio manisco si specializzò come corrispondente dagli stati uniti, prima per il messaggero e poi, tra il 1987 e il 1992, per il tg3 della rai. Nella città di new york trascorse anni cruciali seguendo vicende americane e aspetti della politica internazionale con occhi attenti. Il suo lavoro era caratterizzato da un approccio rigoroso, capace di portare nelle case degli italiani un resoconto fedele e dettagliato sulle dinamiche a stelle e strisce.
Manisco non si limitò a raccontare fatti, ma riuscì anche a calare il lettore o l’ascoltatore nell’atmosfera sociale e culturale americana di quegli anni. Questo gli permise di non perdere il contatto con la realtà complessa di quel paese, restituendo con rigore e chiarezza quello che avveniva sul campo. Oltre agli eventi politici, Manisco dedicò attenzione anche a nodi più ampi, come i cambiamenti economici, sociali e culturali che attraversavano gli stati uniti nel periodo considerato.
La fine del periodo da corrispondente e l’inizio di una nuova fase
La sua presenza a new york per la rai durò fino al 1992, anno in cui concluse la sua attività come corrispondente ma aprì un nuovo capitolo professionale impegnandosi nella politica italiana.
La carriera politica nelle file di rifondazione comunista e il ruolo in parlamento
A partire dai primi anni Novanta lucio manisco affiancò alla sua carriera giornalistica quella politica. Nel 1992 fece il suo ingresso in parlamento come indipendente eletto nelle liste di rifondazione comunista. La sua presenza alla camera dei deputati si consolidò anche nel 1996 con una nuova elezione. Questi passaggi lo portarono a essere vicino ai movimenti e alle forze politiche dell’area sinistra radicale, un ambiente in cui Manisco trovò spazio per portare avanti idee e proposte.
Negli stessi anni assunse la direzione del quotidiano liberazione tra il 1995 e il 1996, organo stampa di riferimento per rifondazione comunista. Questo ruolo segnò una continuità con il suo passato nel giornalismo, ma anche un impegno diretto nella linea editoriale e politica del partito. Nel 1994 Manisco fu eletto al parlamento europeo con rifondazione, un seggio che mantenne fino al 1999 e che replicò nel cosiddetto bis con i comunisti italiani. Il suo impegno oltre confine sottolineò il percorso politico orientato verso una coesione internazionale della sinistra.
Nel 2004 tentò un nuovo mandato in Europa senza riuscire a ottenere l’elezione, ma restò una voce riconosciuta e rispettata all’interno delle forze politiche dell’epoca.
Il ricordo di colleghi e della redazione di “chi l’ha visto?”, punto di riferimento per il giornalismo italiano
La notizia della morte di lucio manisco ha suscitato reazioni nel mondo del giornalismo. Su X, federica sciarelli e la redazione di chi l’ha visto? hanno voluto esprimere il loro cordoglio, mettendo in luce il ruolo significativo avuto da Manisco come corrispondente rai dagli stati uniti. La loro attenzione alla sua figura arriva dal legame diretto con la produzione giornalistica e con le redazioni impegnate a raccontare storie italiane e internazionali.
Questo ricordo si inserisce nell’ambito di una memoria collettiva legata a chi ha fatto del giornalismo internazionale un impegno quotidiano, mantenendo saldo il rapporto tra fatti, dettagli e capacità narrativa. Manisco ha lasciato una traccia forte nelle cronache dal mondo e nella comunicazione di eventi che hanno segnato la storia politica recente dei paesi coinvolti. La sua esperienza continua a essere punto di riferimento per chi osserva il lavoro di chi racconta con passione ma anche con rigore.