è morto gianni pistolesi, storico cronista sportivo de la sentinella del canavese

è morto gianni pistolesi, storico cronista sportivo de la sentinella del canavese

Gianni Pistolesi, giornalista sportivo della provincia torinese, si è spento lasciando un’eredità di umanità e professionalità; dopo il pensionamento ha guidato la casa di riposo di Strambino con equilibrio e rispetto.
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Gianni Pistolesi, storico giornalista sportivo della provincia torinese, è scomparso lasciando un'eredità di professionalità, umanità e rispetto nel racconto dello sport locale e della vita quotidiana. - Gaeta.it

Gianni Pistolesi si è spento questa sera, lasciando un grande vuoto nella stampa locale e tra chi lo conosceva. Per decenni ha raccontato lo sport e la vita della provincia torinese con uno stile unico, fatto di attenzione, equilibrio e umanità. La sua carriera si è sviluppata in un periodo in cui il giornalismo era molto diverso da oggi, e la sua presenza in redazione e sui campi da gioco è stata un punto di riferimento concreto per colleghi e lettori.

Un cronista di un’epoca diversa: il giornalismo tra taccuino e olivetti

Nato nel 1948, Gianni Pistolesi ha attraversato il giornalismo locale in uno dei suoi momenti più concreti e tangibili. La sua scrittura arrivava da lunghi sopralluoghi, da incontri faccia a faccia con atleti e allenatori, da appunti presi a mano con il taccuino e trascritti con la macchina da scrivere Olivetti. Quella cronaca sportiva non era fatta per attrarre con clamori o polemiche, ma per raccontare eventi e persone con misura e precisione.

La sua firma era immediatamente riconoscibile per tono e chiarezza. Non cercava mai di mettersi in mostra con esagerazioni, e riusciva a mantenere sempre una distanza rispettosa, raccontando con verità. Nessuna partita o torneo della provincia passava senza il suo resoconto attento, mai sopra le righe. Il suo stile era semplice, diretto, ma capace di tratteggiare le emozioni e le dinamiche in modo vivido, senza chiedere attenzione fuori luogo.

Presenza discreta ma solida in redazione e sui campi sportivi

In redazione, Pistolesi era conosciuto per la sua serietà e tranquillità. La sua scrivania, sempre in ordine, era diventata un punto di riferimento. I colleghi si rivolgevano a lui per cercare informazioni, controllare date o scambiare qualche aneddoto. Era il giornalista che rispondeva con calma, mai sopra le righe, ma sempre presente.

Nel vivo del lavoro non alzava mai la voce, eppure sapeva farsi rispettare con competenza e fermezza. La sua battuta pronta alleggeriva spesso momenti di tensione durante le chiusure del giornale, e la sua calma sembrava quasi zennista. Era un punto di riferimento per chi lavorava con lui, sia per la professionalità sia per quel modo semplice di facilitare la convivenza e la collaborazione.

Sui campi sportivi restava un osservatore attento, uno che non perdeva mai di vista il rispetto per gli atleti e lo spirito del gioco. Ha raccontato per anni il calcio locale, era un volto familiare per squadre e tifosi, sempre pronto a cogliere i dettagli che sfuggono a molti, senza mai cadere nell’esecrabile pratica del giornalismo spettacolo.

Impegno sociale dopo la pensione: alla guida della casa di riposo di strambino

Dopo aver lasciato la scrivania, Pistolesi non ha abbandonato il territorio che ha raccontato per così tanto tempo. Ha diretto per cinque anni la casa di riposo di Strambino. Qui ha messo in campo il suo senso pratico e il rispetto per le persone, gestendo una realtà delicata con attenzione e pragmatismo.

Chi ha lavorato o vissuto in quella struttura ricorda come sia riuscito a rappresentare un punto di equilibrio. La sua gestione non è passata inosservata per i risultati concreti e la capacità di ascoltare chi gli stava vicino, trovando soluzioni senza fanfare. Da giornalista a presidente, ha conservato quella stessa sobrietà e attenzione che ha contraddistinto la sua intera vita, imponendosi con equilibrio e umanità.

Legami familiari e vita privata a strambino

Gianni ha vissuto gli ultimi anni nella sua Strambino, dopo un lungo periodo a Pavone Canavese. Qui, insieme alla moglie Mirella Maggiolo, ha costruito una famiglia. Purtroppo Mirella è venuta a mancare pochi mesi fa. Anche in quel lutto ha mostrato la stessa discrezione e compostezza che lo hanno sempre caratterizzato.

Dalla loro unione sono nati due figli, Tatiana e Carlo Vittorio, che hanno condiviso con lui la quotidianità di una famiglia che ha abitato per anni la provincia torinese. La perdita recente della moglie ha segnato profondamente Gianni, ma non ne ha compromesso la dignità e il rispetto verso chi gli stava vicino.

Un’eredità di umanità e professionalità nel giornalismo locale

Chi ha seguito la sua carriera sa che la mancanza di Gianni Pistolesi si farà sentire. La leggerezza con cui affrontava i dettagli tecnici e le tensioni giornaliere ha lasciato una traccia importante tra colleghi e lettori. Era un giornalista serio che non rinunciava a un sorriso, lontano da atteggiamenti seriosi o da toni aggressivi.

Residua il ricordo di una persona capace di leggere a voce alta i propri articoli, calibrando ogni parola. Nei momenti più complicati in redazione, sa una presenza calma, fatta di risate tranquille. Era l’umanità a emergere senza bisogno di alzare la voce. Una figura che le nuove generazioni del giornalismo possono guardare come esempio, sul modo di raccontare senza urlare, e di stare dentro il mestiere senza perdere la misura.

Gianni Pistolesi non è più con noi, ma il modo con cui ha raccontato lo sport e la provincia resta un patrimonio di fatti e persone. Le sue parole continueranno a percorrere le pagine della cronaca sportiva e quelle della vita che ha saputo descrivere senza clamori, rispettando sempre chi c’era dall’altra parte.

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