La scomparsa di Eugenio Borgna, figura di riferimento nel panorama della psichiatria italiana, segna un momento significativo nel campo della salute mentale. Nato il 22 luglio 1930 a Borgomanero, in provincia di Novara, Borgna ha dedicato la sua vita alla comprensione e alla cura dei problemi psicologici, abbracciando un approccio che va oltre la mera analisi clinica. Oggi, 4 dicembre, ci lascia all’età di 94 anni nella sua abitazione, un evento che ha suscitato un’ondata di commozione nel mondo accademico e tra i suoi lettori.
La carriera di Eugenio Borgna
Dopo aver conseguito la laurea in Medicina e Chirurgia all’Università di Torino nel 1954, Borgna specializza il suo percorso professionale in Malattie nervose e mentali solo tre anni dopo, nel 1957. La sua carriera accademica lo vede assumere ruoli di rilievo, tra cui quello di libero docente di Clinica delle malattie nervose e mentali presso l’Università di Milano. Tra il 1970 e il 1978, ricopre la carica di direttore dell’ospedale psichiatrico di Novara, per poi diventare responsabile del servizio di Psichiatria dell’ospedale Maggiore fino al 2002, mantenendo successivamente il titolo di primario emerito.
Borgna è noto per il suo approccio fenomenologico, che sposta l’attenzione dalla malattia in sé all’individuo nel suo insieme. Questo metodo lo ha portato a esplorare gli strati più profondi del disagio psichico, utilizzando strumenti provenienti da vari campi, come la letteratura, la filosofia e l’arte. Questa visione integrata ha costituito la base per le sue numerose pubblicazioni e conferenze, influenzando in modo significativo la pratica psichiatrica contemporanea.
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Opere e contributi significativi
Eugenio Borgna ha scritto e pubblicato un gran numero di libri che affrontano tematiche di grande rilevanza per la psichiatria e la salute mentale. Tra i titoli più importanti, si segnala “Elogio della depressione” , coautrice con Aldo Bonomi, e opere come “La fragilità che è in noi” e “Le parole che ci salvano” . Questi testi non si limitano a un pubblico di specialisti, ma sono resi accessibili a lettori comuni, consentendo a chiunque di comprendere meglio le complessità della psiche umana.
La sua produzione letteraria si estende anche a temi come la solitudine e la speranza nel contesto della vita quotidiana. “La nostalgia ferita” e “In dialogo con la solitudine” sono esempi di come Borgna abbia saputo toccare corde emotive universali, rendendo la sua scrittura non solo una riflessione professionale, ma anche un invito alla comprensione del dolore e della sofferenza umana.
L’eredità di Eugenio Borgna nella psichiatria contemporanea
Con il suo approccio critico nei confronti di una psichiatria riduzionista, Borgna si è opposto a interpretazioni naturalistiche delle malattie mentali. Ha sostenuto che, pur riconoscendo l’importanza di farmaci e trattamenti, è fondamentale stabilire una connessione profonda tra medico e paziente per affrontare le esperienze soggettive del disagio. La sua visione ha aiutato a far emergere la necessità di una psichiatria più umanista, capace di considerare i vari aspetti dell’esperienza umana, non solo quelli legati alla propria patologia.
Essendo quanto mai attivo anche in ambito civile, Borgna ha ricoperto responsabilità politiche, tra cui quella di sindaco e consigliere comunale a Borgomanero negli anni ’70. La sua dedizione alla società ha contribuito a una maggiore visibilità e comprensione delle problematiche legate alla salute mentale. Nel 2018, il suo contributo alla cultura e alla promozione del benessere ha trovato riconoscimento nell’assegnazione del titolo di Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana.
Riflessioni sulla psichiatria e sul suo futuro
La vita e l’opera di Eugenio Borgna offrono un’importante occasione per riflettere sullo stato attuale della psichiatria e su come essa possa evolvere. La sua capacità di integrare arte, filosofia e esperienza umana nella comprensione del disagio psichico continua a costituire una risorsa preziosa, accessibile a professionisti e non. Questo approccio richiede un ri-pensamento delle pratiche attuali, invitando tutti gli attori nel campo della salute mentale a riconsiderare la complessità dell’individuo e della sua esperienza, nella continua ricerca di una cura che non possa prescindere dalla comprensione profonda del mondo interiore di ogni persona.