Due cittadini italiani impegnati nel volontariato in Cisgiordania sono stati fermati dalle autorità israeliane mentre documentavano la presenza di coloni armati nell’area di Massafer Yatt, a sud di Hebron. La vicenda ha subito attirato l’attenzione di istituzioni e diplomatici, che hanno seguito la situazione per garantire tutela e assistenza ai due connazionali.
Il fermo dei volontari mentre riprendevano coloni armati
Martina Viglione e Marco Mazzon, volontari dell’associazione Operazione Colomba/Giovanni XIIII e di Mediterranea Saving Humans, erano nella zona di Massafer Yatt intorno al momento dell’evento. Secondo quanto riferito dall’avvocata Lea Tsemel a Haaretz, i due stavano filmando alcuni coloni armati presenti nelle colline a sud di Hebron. Durante le riprese sono stati avvicinati da soldati israeliani che hanno richiesto i passaporti e intimato loro di interrompere le riprese.
Il giornale Haaretz sottolinea come non esista una norma che vieti la registrazione in quelle circostanze, il che rende la richiesta dei militari priva di fondamento legale. In seguito al rifiuto di fermarsi, i due sono stati fermati dalla polizia israeliana con l’accusa di intralcio a pubblico ufficiale, mentre in quel momento stavano filmando anche il fermo di un cittadino palestinese dalle forze di sicurezza.
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Azioni del consolato e comunicazione ufficiale israeliana
Le associazioni di appartenenza dei volontari hanno dato immediata segnalazione del fermo, così che il consolato generale d’Italia a Gerusalemme abbia preso contatto con le autorità locali. Grazie a questa presenza diplomatica è stato possibile chiarire gli sviluppi della vicenda e garantire una continuità nel monitoraggio.
Il Coordinatore israeliano delle attività governative nei Territori ha fatto sapere che i volontari sono stati rilasciati, ma hanno ricevuto l’ordine di lasciare subito l’area a sud di Hebron. Inoltre, è stata loro richiesta la presentazione il giorno successivo alle 9 all’ufficio immigrazione di Ramla, vicino all’aeroporto Ben Gurion. Haaretz riporta che si sta procedendo verso un’espulsione dei due italiani dal territorio israeliano-occupato.
Condizioni dei volontari e azioni delle autorità diplomatiche italiane
Martina Viglione e Marco Mazzon hanno confermato di essere in buone condizioni fisiche dopo il fermo, assicurando di non aver subito maltrattamenti nel corso dell’arresto. I due hanno avuto accesso sia a un legale sia a un interprete durante le procedure, assicurando il rispetto dei loro diritti legali.
Il consolato generale a Gerusalemme, in collaborazione con la Farnesina, continua a seguire la vicenda giorno per giorno. Le autorità diplomatiche italiane hanno garantito un’assistenza piena e continua ai connazionali, fornendo il supporto necessario per affrontare gli sviluppi in corso. La situazione resta monitorata con attenzione, in attesa di ulteriori mosse da parte delle autorità israeliane.