La polizia di Biella ha scoperto un carico di oro e contanti nascosti durante un controllo stradale. Due uomini, con precedenti per truffa, sono stati fermati mentre cercavano probabilmente di evitare ulteriori verifiche. La scoperta del bottino collegato a un raggiro ha portato all’apertura di un’indagine.
Il controllo di polizia a biella e i sospetti iniziali
Durante un normale pattugliamento a Biella, due uomini a bordo di un’auto sono stati fermati per un controllo. Non erano residenti in provincia e, alla richiesta degli agenti, hanno risposto con evasività e fretta. Questo atteggiamento ha subito insospettito chi li stava controllando. Consultando la banca dati, la polizia ha verificato che entrambi avevano precedenti penali, in particolare legati a truffe seriali. Questi dati hanno spinto gli operatori ad accompagnarli in questura per ulteriori accertamenti.
La perquisizione è stata decisa per approfondire la presenza di eventuali materiali sospetti. Sin da subito, uno dei due nascondeva qualcosa addosso: un ciondolo in oro giallo, dalla forma di corallo, nascosto nelle tasche dei pantaloni. Questo elemento ha confermato che la fretta e la reticenza avevano un motivo più concreto dietro. La polizia ha quindi intensificato le ricerche, convinta che gli uomini avessero qualcosa da nascondere anche nel veicolo.
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La scoperta dell’oro e dei contanti nascosti nel parafango
La parte più significativa dell’operazione ha riguardato il controllo dell’auto. Nel parafango è spuntato un sacchetto di tela, posizionato con cura all’interno di un tubo arrotolato. Dentro quel sacchetto c’era un insieme di monili in oro prezioso, insieme a banconote per un totale di circa 2.200 euro. La scelta di nascondere i beni in un punto tanto insolito indicava il tentativo dei due uomini di eludere eventuali ispezioni più profonde.
Gli investigatori della squadra mobile hanno subito messo in correlazione quegli oggetti con una denuncia ricevuta pochi giorni prima da una donna residente nella provincia di Venezia. Questa donna aveva segnalato un raggiro ben strutturato, che coincideva con il valore e la natura dei beni trovati. La compatibilità tra gli oggetti sequestrati e la denuncia ha confermato una pista solida, rafforzando la versione di un furto o di una truffa messa a segno poco prima del fermo.
Il profilo dei fermati e le accuse in corso
I due uomini fermati a Biella non avevano legami diretti con la zona, ma erano già conosciuti dalle forze dell’ordine per aver compiuto truffe seriali in passato. La presenza dell’oro e del denaro, insieme alle testimonianze e denunce raccolte, ha portato a una imputazione formale per raggiro e furto aggravato. Si ipotizza che abbiano scelto Biella per allontanarsi dal luogo del crimine, sperando di evitare di essere riconosciuti o identificati rapidamente.
Le autorità hanno sequestrato i beni come prova, e l’indagine prosegue per chiarire ogni dettaglio della truffa e possibili complici. Si tratta di un caso in cui la prudenza della polizia ha bloccato un tentativo di fuga e il proseguimento di attività illecite. Questa operazione dimostra come anche i controlli di routine, se condotti con attenzione, possano portare a risultati concreti nella lotta contro i reati legati alla truffa e al furto di preziosi.