Le ultime inchieste condotte in Sicilia hanno portato alla luce due gruppi criminali dediti al traffico di droga su larga scala. Le organizzazioni importavano ingenti quantitativi di cocaina e hashish, poi distribuiti in città e in diverse province dell’isola, tra cui Caltanissetta, Trapani, Siracusa e Agrigento. La complessità delle reti e il legame con i quartieri popolari hanno mostrato un sistema ben radicato e organizzato.
Struttura e ramificazioni di una delle bande nella zona palermitana
Una delle due organizzazioni si è distinta per la sua struttura gerarchica e la presenza consolidata in alcuni quartieri di Palermo. Le aree di Ballarò, Brancaccio e Villaggio Santa Rosalia sono state il cuore operativo di questo gruppo. Questi quartieri fungevano da punti fondamentali per lo stoccaggio e la distribuzione, oltre che da base per i contatti con vari grossisti di droga.
La banda si era affermata anche per la capacità di coordinare in modo efficace le attività criminali sul territorio palermitano, diventando un riferimento importante per la vendita di stupefacenti a livelli diversi. A gestire la rete erano membri con ruoli distinti, che rendevano difficile il completo smantellamento senza un intervento mirato da parte delle forze dell’ordine.
Leggi anche:
Ruolo centrale di un indagato chiave e la sua influenza sulla rete
Tra gli indagati spicca una figura di rilievo, la quale, nonostante fosse agli arresti domiciliari, continuava a gestire e promuovere l’associazione criminale. L’abitazione in cui si trovava agli arresti divenne un vero e proprio punto di incontro per trafficanti provenienti dalla Sicilia occidentale.
Questo soggetto si occupava di organizzare le attività della banda, mantenendo i contatti con fornitori e acquirenti al di fuori dell’isola e gestendo trattative preliminari che riguardavano anche cessioni consistenti di droga. Con il suo intervento si decidevano i ruoli dei complici e si assicurava la prosecuzione del traffico nonostante la restrizione della libertà personale.
Diffusione della droga nelle province siciliane e impatto criminale
Le sostanze stupefacenti importate venivano diffuse non soltanto a Palermo, ma anche nelle province di Caltanissetta, Trapani, Siracusa e Agrigento. Questo ha evidenziato l’ampiezza dell’attività criminale e la capacità di raggiungere mercati diversi, adattandosi alle esigenze locali.
La presenza di droga in questi territori ha influito sulle dinamiche di criminalità locale e ha creato un circuito collegato che permetteva alle bande di mantenere elevati volumi di smercio. Le autorità hanno sottolineato come il traffico coinvolgesse vari livelli, dai piccolissimi spacciatori fino ai grossisti, organizzati secondo una precisa gerarchia.
Intervento delle forze dell’ordine e sviluppo dell’operazione
Le investigazioni sono scattate a seguito di segnalazioni e indagini svolte negli ultimi mesi. Attraverso intercettazioni e controlli, si è riusciti a ricostruire la rete criminale fino ad individuare i principali responsabili e le modalità di lavoro della banda.
L’operazione ha visto la collaborazione delle forze di polizia locali con altre agenzie, estendendo il controllo a tutta l’area indicata e portando a diversi arresti. Nel processo investigativo, la sorveglianza sulle figure chiave ha rivelato l’impegno costante di mantenere attivo il commercio della droga anche durante le restrizioni personali di alcuni membri. Il lavoro di coordinamento ha permesso di colpire un punto nevralgico del traffico di stupefacenti in Sicilia.