Nel territorio di palazzolo sull’oglio, provincia di brescia, due ragazzi sono stati fermati dai carabinieri con l’accusa di tentata estorsione aggravata. L’episodio, avvenuto in un contesto locale vicino alla piscina comunale, ha coinvolto due minorenni e la vittima, anch’essa giovane coetanea. Le forze dell’ordine sono intervenute durante uno scambio che avrebbe dovuto essere di natura illecita, scongiurando il peggio.
Il furto del cellulare alla piscina comunale
L’accaduto è iniziato con il furto di un cellulare del valore di circa 500 euro, sottratto a un coetaneo dei due responsabili mentre si trovava alla piscina comunale di palazzolo sull’oglio. Il telefono, uno strumento di uso quotidiano particolarmente caro, è stato preso senza alcuna autorizzazione e senza che la vittima potesse opporsi efficacemente. Secondo le testimonianze raccolte, i due minorenni avrebbero approfittato di un momento di distrazione per impossessarsi del dispositivo elettronico, dando poi il via a richieste estorsive nei confronti del proprietario.
Questo episodio ha generato un clima di tensione tra i ragazzi coinvolti e nella comunità, dal momento che si tratta di giovani che frequentano gli stessi luoghi pubblici, rendendo il caso particolarmente delicato anche dal punto di vista sociale.
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La richiesta di denaro per la restituzione del telefono
Dopo aver messo le mani sul telefono rubato, i due ragazzi hanno stabilito un rendez-vous con la vittima per restituire il cellulare a condizione che venisse consegnata una somma di denaro. La cifra richiesta ammonterebbe a 100 euro in contanti. Questa richiesta ha configurato la tentata estorsione in quanto la restituzione del bene rubato è stata subordinata a un guadagno illecito, ponendo pressione al proprietario nel tentativo di evitare la privazione definitiva del cellulare.
Questo tipo di ricatto è aggravato dalla giovane età degli attori coinvolti, che ha spinto i carabinieri a intervenire in modo tempestivo per fermare il tentativo prima che potesse degenerare.
L’intervento dei carabinieri e l’arresto in flagranza
Nel momento dello scambio, oltre alla vittima, erano presenti anche i carabinieri. Gli agenti si sono appostati per cogliere in flagrante i due minori nel momento preciso in cui veniva consegnata la somma di denaro. Nonostante una certa resistenza opposta dai responsabili, i militari sono riusciti a recuperare il telefono e a restituirlo al legittimo proprietario.
Sono stati quindi arrestati entrambi per tentata estorsione aggravata e per resistenza a pubblico ufficiale. Il codice penale prevede misure severe per questo tipo di reati, specie quando coinvolgono minori e si consumano in contesti pubblici. Successivamente all’arresto, i due giovani sono stati sottoposti alla misura cautelare della permanenza domiciliare.
La misura cautelare e le prossime fasi processuali
Dopo l’arresto, disposta la permanenza in casa per i due minorenni in attesa della convalida della misura. Questa decisione riflette le disposizioni del diritto minorile che prevedono strumenti di contenimento meno restrittivi rispetto agli adulti, salvo casi di particolare gravità.
Nei prossimi giorni è attesa l’udienza per la convalida dell’arresto, momento nel quale il giudice valuterà la correttezza degli atti compiuti e deciderà come procedere nel rispetto delle normative vigenti. Sarà importante accertare ulteriormente le circostanze, compresi i motivi alla base del comportamento dei due ragazzi.
L’intervento tempestivo ha evitato che la tentata estorsione si concretizzasse e ha permesso di recuperare il bene sottratto dopo il furto. Il caso ha richiamato l’attenzione sul tema della correttezza e della legalità tra i giovanissimi nel contesto locale di palazzolo sull’oglio.