Due giovani alpinisti lombardi travolti da valanga sull’alphubel, muoiono a 4.000 metri tra täsch e brianza

Due giovani alpinisti lombardi travolti da valanga sull’alphubel, muoiono a 4.000 metri tra täsch e brianza

Due giovani alpinisti lombardi, Giorgia Rota di Cesano Maderno e Alessandro Aresi di Lacchiarella, sono morti travolti da una valanga sul monte Alphubel nelle Alpi svizzere vicino a Täsch.
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Due giovani alpinisti lombardi sono morti travolti da una valanga sul monte Alphubel, nelle Alpi svizzere, durante una salita a circa 4.000 metri di quota. - Gaeta.it

Due giovani alpinisti lombardi hanno perso la vita sabato scorso in seguito a una valanga sul monte Alphubel, una delle cime delle Alpi svizzere vicine a Täsch. La tragedia si è consumata a circa 4.000 metri di quota durante la salita verso la vetta. I corpi delle vittime sono stati identificati ufficialmente dalla polizia cantonale: si tratta di Giorgia Rota, 29 anni, di Cesano Maderno in Brianza, e Alessandro Aresi, 30 anni, di Lacchiarella, nel Milanese. L’incidente ha colpito duramente le comunità locali e gli appassionati di montagna.

Il contesto dell’incidente sull’alphubel e il luogo della tragedia

L’incidente è avvenuto sul versante dell’Alphubel è una montagna alta 4.206 metri situata vicino a Täsch, nella regione del Vallese, in Svizzera. Questo territorio è noto per le sue vette imponenti e i frequenti rischi legati a valanghe durante la stagione invernale ed escursionistica. Sabato scorso due alpinisti lombardi, uno dei quali donna e l’altro uomo, hanno tentato di raggiungere la vetta percorrendo un sentiero classico ma impegnativo, comune tra gli scalatori esperti che si spingono sulla catena delle Alpi.

La quota elevata, in condizioni ancora instabili a causa della neve, ha favorito la formazione di un distacco improvviso di neve compatta che ha travolto i due alpinisti. Nonostante le rapide operazioni di soccorso condotte dalle autorità svizzere, i due sono stati trovati senza vita. Il luogo dell’incidente è noto per la sua difficoltà e per la necessità di grande esperienza tecnica e attenzione ai segnali meteo.

Chi erano le vittime: profili e provenienza

Le vittime sono note alle loro comunità di origine, entrambe in Lombardia. Giorgia Rota aveva 29 anni ed era residente a Cesano Maderno, in Brianza, zona caratterizzata da una forte tradizione di appassionati di montagna e sport all’aria aperta. Alessandro Aresi aveva 30 anni e viveva a Lacchiarella, nei pressi di Milano. Entrambi avevano esperienza nell’alpinismo e avevano frequentato diverse montagne nel corso degli anni.

Le due famiglie hanno ricevuto la triste notizia nel corso del weekend. Le autorità locali, così come i compagni di scalata e gli appassionati, hanno mostrato vicinanza alle famiglie, mentre la polizia cantonale svizzera ha completato tutte le procedure d’identificazione e comunicato i risultati ufficiali. L’incidente ha scosso l’intera comunità degli alpinisti lombardi, per l’età e l’entusiasmo dei due giovani.

Le operazioni di soccorso e la risposta delle autorità

Al momento del distacco della valanga, sono subito partite le chiamate di emergenza. I soccorritori elvetici si sono rapidamente mobilitati insieme a squadre specializzate nel recupero in alta quota. Le condizioni meteo e l’area impervia hanno complicato i tentativi di raggiungere la zona interessata dall’evento.

Le autorità hanno riferito che la valanga è arrivata rapidamente e con forza, travolgendo i due scalatori prima che potessero tentare una fuga o ripararsi. Dopo un primo intervento iniziale per individuare i dispersi, le ricerche hanno portato alla tragedia confermata. La polizia cantonale ha lavorato con i vigili del fuoco e il soccorso alpino per portare a termine le operazioni.

Successivamente, i corpi sono stati trasportati alle strutture sanitarie per l’identificazione formale ed è stata aperta un’indagine per chiarire le dinamiche dell’incidente. La zona attira numerosi appassionati ma resta sempre complessa e rischiosa, con numerosi episodi simili negli ultimi anni.

La sicurezza sull’alpinismo e i rischi legati alle valanghe in alta quota

L’incidente sull’Alphubel richiama l’attenzione ai rischi reali che comporta l’alpinismo, specie in alta quota e in condizioni invernali o primaverili. Le valanghe rimangono uno dei pericoli più gravi e difficili da prevedere con certezza, anche per esperti e guide alpine. Il movimento della neve e la sua instabilità dipendono da parametri climatici, morfologici e meteorologici che vanno costantemente monitorati.

Gli alpinisti devono valutare le condizioni del manto nevoso, evitare percorsi pericolosi se non adeguatamente attrezzati e collaborare con gli enti di controllo del territorio. La formazione specifica, l’uso di dispositivi di sicurezza come ARTVA, pala e sonda, e la preparazione mentale prendono peso in ogni fase della scalata. I rischi ci sono, come purtroppo dimostra questo tragico episodio, dove un attimo può cambiare tutto per chi si spinge oltre i confini comuni.

In questi ambienti, anche una piccola distrazione o una valutazione errata possono avere conseguenze irreparabili. L’esperienza aiuta ma non elimina il pericolo. Il caso dell’Alphubel servirà probabilmente da monito per chi continua a frequentare luoghi così impegnativi, dove la natura impone il suo ritmo e chi sale deve essere sempre pronto a fermarsi.

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