La regione Abruzzo ha comunicato un risultato positivo riguardo l’equilibrio economico della sanità per il quarto trimestre del 2024. Nel corso di un incontro con il tavolo di monitoraggio ministeriale, sono state illustrate le misure adottate per gestire i conti regionali, in un contesto di spese in crescita e di sfide demografiche specifiche. Il bilancio di fine anno, legato anche al disavanzo del 2023, sarà definitivamente definito nei prossimi mesi.
Il tavolo di monitoraggio ministeriale e il risultato economico del quarto trimestre
Il 29 maggio 2024 si è tenuta la seduta del tavolo di monitoraggio ministeriale sulla sanità, durante la quale la regione Abruzzo ha presentato il bilancio aggiornato per il sistema sanitario regionale. Il documento ha confermato un leggero margine positivo di circa 0,617 milioni di euro, risultato importante dopo i dubbi emersi nelle riunioni precedenti. Nel verbale si è evidenziato come, grazie alle azioni correttive messe in campo dalla giunta regionale, sia stato possibile riportare i conti verso un equilibrio complessivo.
I dettagli delle preoccupazioni ministeriali
La seduta ha fatto seguito agli incontri del mese precedente, quando tecnici del ministero dell’economia e della salute avevano chiesto chiarimenti su poste negative per quasi 30 milioni di euro, che avevano incrementato il disavanzo complessivo della sanità abruzzese fino a una cifra di circa 113 milioni di euro. Questo trend aveva sollevato molte preoccupazioni a livello ministeriale, ma la Regione ha subito agito per limitare i danni con interventi mirati. La certificazione ufficiale del disavanzo 2023 è stata rinviata al tavolo fissato per il 10 luglio 2024, momento in cui sarà deciso anche l’accantonamento prudenziale per eventuali scostamenti futuri del 2024.
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Le parole dell’assessore alla salute nicoletta verì sulle strategie adottate
A margine della riunione, l’assessore regionale alla Salute nicoletta verì ha spiegato come l’amministrazione stia gestendo con attenzione la situazione finanziaria del sistema sanitario. Ha sottolineato che alle risorse ordinarie si aggiungono fondi vincolati a copertura di eventuali deficit, già messi da parte per far fronte a possibili situazioni critiche. Da mesi sono inoltre attive manovre correttive sulle aziende sanitarie locali , per contenere i costi ed evitare sforamenti eccessivi.
L’assessore ha evidenziato complicazioni non trascurabili, legate alla conformazione geografica dell’Abruzzo e alla sua distribuzione demografica, che impone costi di gestione più elevati rispetto ad altre regioni. Zone vaste ma con popolazioni esigue comportano maggiori spese per garantire servizi e presidi medici capillari, spesso in condizioni logistiche difficili e con necessità di trasporti lunghi o attrezzature specifiche.
Analisi dei costi della sanità abruzzese nel 2024 e dati aggiornati
Secondo i dati contenuti nei documenti ufficiali allegati al verbale ministeriale, i costi complessivi del sistema sanitario abruzzese per il 2024 aumentano di circa 130 milioni di euro. Nell’ultimo anno, la spesa è salita a 3,188 miliardi, rispetto ai 3,058 miliardi del 2023. Quasi il 29% di questa cifra riguarda i costi del personale, passati da 874 milioni a 915 milioni di euro. Anche la voce relativa agli acquisti di beni e servizi ha visto un incremento importante: da 1,968 miliardi nel 2023 a 2,037 miliardi nel 2024.
Pur riconoscendo che l’aumento è solo leggermente superiore alla media nazionale, il tavolo ministeriale ha espresso preoccupazioni riguardo il mantenimento dell’equilibrio finanziario a lungo termine. In particolare, ha richiamato la Regione a proseguire con misure corrette per tenere sotto controllo i conti. L’invito a intensificare la sorveglianza e ad adottare interventi precisi resta sul tavolo, dato che il rischio di un peggioramento persiste senza un’azione efficace.
Le difficoltà demografiche e orografiche che influenzano i costi sanitari in abruzzo
Verì ha richiamato l’attenzione su un problema strutturale: il sistema di riparto del fondo sanitario nazionale non tiene conto in modo adeguato delle difficoltà demografiche e geografiche di regioni come l’Abruzzo. Questo sistema tende a penalizzare territori con popolazione ridotta e zone montuose, che richiedono investimenti maggiori per assicurare prestazioni equivalenti a quelle di regioni più densamente popolate.
Questa disparità crea un disequilibrio che aumenta la pressione sulle finanze regionali, rendendo più complicata la gestione dei servizi essenziali. La regione sta portando avanti la richiesta di una revisione di questi criteri presso gli organi nazionali competenti, con l’obiettivo di ottenere un trattamento più equo. Intanto, continua a difendere le proprie scelte organizzative, pur ammettendo che queste comportano costi più elevati rispetto ad altre zone d’Italia per i medesimi servizi.