Due cuccioli di orso bruno marsicano trovati morti annegati in un lago artificiale a scanno

Due cuccioli di orso bruno marsicano trovati morti annegati in un lago artificiale a scanno

Due cuccioli di orsi bruni marsicani trovati annegati in un lago artificiale a colle rotondo, vicino a Scanno; la presenza di plastica sul fondo e la recinzione non hanno evitato la tragedia.
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Due cuccioli di orso bruno marsicano sono annegati in un laghetto artificiale a Scanno, fuori dal Parco nazionale d’Abruzzo, evidenziando le difficoltà di convivenza tra fauna selvatica e interventi umani in aree antropizzate. - Gaeta.it

Due orsi bruni marsicani, due cuccioli maschi di circa un anno, sono stati trovati senza vita nei pressi di Scanno, in località Colle Rotondo. La zona si trova intorno ai 1.600 metri di altitudine, in un’area esterna rispetto al Parco nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise . Le prime verifiche indicano che gli animali sarebbero annegati in un lago artificiale situato nei pressi di una ex stazione sciistica non più in attività. Questo specchio d’acqua ha un fondo ricoperto da teli di plastica, un dettaglio che potrebbe aver influito nel tragico evento.

Il dramma nel laghetto artificiale di colle rotondo

Il luogo dove sono stati trovati i due cuccioli ha una lunga storia legata a incidenti simili con la fauna selvatica. Nel passato, diversi orsi avevano perso la vita annegando in pozzi nei dintorni di Collelongo, altro centro della Marsica. Dopo quei fatti, molte cavità e pozzi presenti sul territorio sono stati messi in sicurezza sia in Marsica che nel vicino Scanno, per scongiurare il ripetersi di simili tragedie. Nonostante le misure adottate, questa volta il pericolo è arrivato da un lago artificiale, diverso nella sua conformazione e per certi aspetti più insidioso perché il fondo coperto da materiali plastici può impedire agli orsi di uscire facilmente dall’acqua.

La recinzione non è bastata

Il laghetto, benché recintato, non ha costituito un ostacolo per i cuccioli. Le recinzioni spesso non impediscono agli orsi curiosi o inesperti di accedere a superfici potenzialmente pericolose. In questo caso, l’anomalia del fondo del lago e la presenza di plastica avvolgono il bilancio della morte in un senso tragico, evidenziando le difficoltà di convivenza tra ambiente naturale e interventi umani in luoghi tradizionalmente frequentati dalla fauna.

La situazione attuale e le ricerche della mamma orsa

Le autorità stanno conducendo ricerche serrate per rintracciare la mamma dei due cuccioli scomparsi. Diverse ipotesi circolano in queste ore tra esperti e addetti ai lavori. Qualcuno suggerisce che la femmina possa essersi tuffata nel laghetto seguendo i piccoli e che la sua sorte possa essere simile, ma esperti a conoscenza delle abitudini degli orsi sostengono che un adulto difficilmente annegerebbe in un punto simile, considerata la loro abilità nel muoversi in ambienti acquatici o scivolosi.

Il peso del ritrovamento

Sullo sfondo di questi interrogativi, resta il fatto che il ritrovamento rappresenta un colpo duro per la popolazione di orsi bruni marsicani, un simbolo forte dell’Abruzzo e della sua natura. La presenza degli orsi in questa zona esterna al corpus centrale del parco, e soprattutto in contesti antropizzati come questo, pone varie questioni sulla gestione dell’habitat e dei rischi ambientali per la specie.

Il contesto ambientale e la pericolosità dei bacini d’acqua nella zona

Scanno è storicamente un’area ricca di stazzi tradizionali, con numerosi bacini per raccogliere acqua piovana, noti come catini. Questi spazi d’acqua spesso diventano trappole potenziali per gli orsi, soprattutto per i cuccioli che non hanno ancora acquisito l’esperienza necessaria per affrontare questi ostacoli. L’incidente al laghetto artificiale si inserisce in una dinamica simile, ma con caratteristiche diverse, dovute alla natura artificiale della raccolta idrica e ai materiali presenti sul fondo.

Criticità fuori dai confini del parco

Il territorio, fuori dai confini ufficiali del parco, presenta criticità difficili da controllare completamente. Anche con la presenza di dispositivi di sicurezza, che hanno evitato incidenti simili in passato coi pozzi, le superfici d’acqua rimangono un problema che gli enti preposti devono affrontare con attenzione maggiore.

Il fatto che orsi giovani muoiano in questi luoghi evidenzia una fragilità nella convivenza con gli interventi umani, dove elementi artificiali diventano pericoli difficili da prevedere e impedire. La morte di questi due cuccioli aggiunge un capitolo doloroso alla lunga storia di convivenza tra fauna e paesaggio abruzzese.

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