Due bambini invisibili tra le colline di lauriano: una storia di isolamento e assenza di diritti

Due bambini invisibili tra le colline di lauriano: una storia di isolamento e assenza di diritti

Due bambini di 9 e 6 anni sono stati trovati isolati in un cascinale a Lauriano senza documenti, scuola o assistenza; il tribunale dei Minori li ha affidati a una comunità protetta per garantire diritti e cure.
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Due bambini di 9 e 6 anni sono stati scoperti dopo anni di isolamento in una cascina di Lauriano, privi di documenti, istruzione e assistenza sanitaria. La vicenda evidenzia gravi lacune nei sistemi di tutela dell’infanzia in Italia e l’urgenza di garantire diritti fondamentali a tutti i minori. - Gaeta.it

Due bambini di 9 e 6 anni hanno vissuto nascosti per anni in un cascinale isolato sulle colline di Lauriano, invisibili agli occhi dello Stato italiano. Senza documenti, senza iscrizione a scuola o assistenza sanitaria, la loro esistenza è emersa solo a seguito di un’alluvione. Questa vicenda, emblematica e drammatica, riporta al centro dell’attenzione temi difficili come l’abbandono, l’isolamento sociale e il diritto all’infanzia, ancora troppo spesso negato anche nel 2025.

Il ritrovamento dei due fratellini e la scoperta dell’isolamento assoluto

Durante un’emergenza maltempo che ha colpito la zona collinare di Lauriano, i carabinieri sono giunti in una cascina sperduta per notificare un’ordinanza di sgombero. Quello che hanno trovato ha lasciato senza parole. Due bambini, un maschio di 9 anni e una femmina di 6, cresciuti completamente isolati in quel luogo remoto, raggiungibile solo a piedi tramite un sentiero nel bosco.

I due fratellini, a cui sono stati dati nomi di fantasia – Rayan e Noha – non avevano mai ricevuto assistenza medica, non erano mai stati iscritti a scuola e non disponevano di alcun documento ufficiale come codice fiscale o tessera sanitaria. Entrambi portavano ancora il pannolino e non sapevano leggere o scrivere. Inizialmente il padre, uno scultore olandese residente da anni in Italia, ha affermato di averli portati da poco in quel luogo, di aver organizzato l’istruzione tramite didattica a distanza e di aver fornito loro strumenti per crescita e apprendimento: computer, giochi, persino attrezzature per attività sportive e artistiche.

Condizioni rilevate e testimonianze

Ma le evidenze emerse parlavano un’altra lingua. Oltre a una carenza totale di rapporti sociali con altri bambini, i militari e gli operatori del Ciss di Chivasso hanno documentato condizioni igienico-sanitarie pessime e un isolamento totale. Nessuna presenza materna attiva e nessuna forma minima di cura e stimolazione sono state rilevate durante gli interventi.

L’intervento del tribunale dei minori e la decisione sul futuro dei bambini

Il tribunale dei Minori ha preso una decisione netta: le condizioni della famiglia non garantiscono la sicurezza e lo sviluppo dei due bambini. Ha sottolineato l’assenza della madre e l’incapacità del padre di prendersi cura in modo adeguato dei figli. I giudici hanno qualificato la situazione come grave abbandono, con forte isolamento e mancanza di stimoli necessari per la crescita.

Provvedimenti adottati

Per questo motivo è stato disposto il collocamento immediato dei due minori in comunità protetta, sotto la tutela del Consorzio Intercomunale dei Servizi Sociali , in attesa di una famiglia affidataria in grado di assicurare loro un contesto più adeguato.

Il padre ha potuto rivedere i figli solo dopo l’allontanamento, e mantiene un contatto telefonico quotidiano. Nel frattempo gli operatori hanno già iniziato a lavorare per garantirgli servizi essenziali: l’iscrizione a scuola, l’accesso a un pediatra e la registrazione anagrafica.

Questa drammatica esperienza ha fatto emergere domande inevitabili su come sia stato possibile che per anni due bambini crescessero in un isolamento pressoché assoluto senza che nessuno se ne accorgesse, in un Comune non distante da Torino. La sindaca Mara Baccolla ha definito la situazione molto delicata, auspicando un futuro stabile per i bambini.

La realtà dei bambini “fantasma” in italia: numeri e dati inquietanti

Rayan e Noha non rappresentano un episodio isolato. In Italia esistono diversi casi di bambini senza alcun riconoscimento ufficiale, privi di codici fiscali, accesso alla sanità o alla scuola. Secondo l’UNICEF, nel mondo oltre 166 milioni di bambini sotto i 5 anni non sono mai stati registrati alla nascita, rimanendo invisibili ai sistemi istituzionali.

Nel nostro Paese circa 400 neonati ogni anno non vengono riconosciuti. La maggior parte sono figli di famiglie migranti o di donne italiane in situazioni di forte vulnerabilità sociale. Questi bambini restano privi di identità, assistenza medica e accesso all’istruzione, con conseguenze gravi sul loro sviluppo e futuro.

Oltre a quelli non registrati, ci sono quasi un milione di minori che pur essendo nati o cresciuti in Italia non hanno la cittadinanza italiana, rimanendo in una condizione di marginalità e esclusione. Questi limbi burocratici complicano ulteriormente l’accesso a diritti fondamentali che dovrebbero essere garantiti a ogni bambino.

Una realtà nascosta tra silenzi e dimenticanze che non può essere ignorata

Le immagini di bambini che vivono isolati tra i boschi o nei quartieri più nascosti delle città richiamano a uno scenario che sembra lontano nel tempo, ma che invece persiste anche oggi. Bambini che non hanno un nome ufficiale, senza riferimenti, senza tutele e diritti elementari. Invisibili per lo Stato e privi di una vita pubblica riconosciuta.

La vicenda di Lauriano mette in luce una falla nei sistemi di protezione e controllo, che può lasciare decadere in abbandono vite giovani e fragili. Ricorda quanto sia urgente ripensare i meccanismi di registrazione e monitoraggio, dall’anagrafe alla scuola, fino ai servizi sociali.

Ai bambini tolti a una situazione di isolamento deve essere garantito un contesto stabile dove recuperare il contatto con la realtà, la socialità, l’istruzione e le cure mediche. Solo così potranno iniziare a coltivare un’identità e un futuro. Restano però molte domande aperte su come evitare che situazioni simili possano ripetersi, su come intercettare questi bambini “fantasma” prima che accada una tragedia come l’alluvione che ha svelato la loro esistenza.

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