Due arresti a varese per frode fiscale da oltre 10 milioni nei commerci di auto di lusso

Due arresti a varese per frode fiscale da oltre 10 milioni nei commerci di auto di lusso

La Guardia di Finanza di Varese e la Procura Europea hanno smascherato una frode fiscale internazionale nel mercato delle automobili di prestigio, con arresti, sequestri per milioni e coinvolgimento di società estere.
Due Arresti A Varese Per Frode Due Arresti A Varese Per Frode
La Guardia di Finanza di Varese, con la Procura Europea, ha scoperto una frode fiscale internazionale nel mercato delle auto di lusso, arrestando due amministratori e sequestrando beni per oltre 3,5 milioni di euro. - Gaeta.it

Un’indagine della guardia di finanza di varese, coordinata dalla procura europea, ha smascherato un vasto giro di frode fiscale nel mercato delle automobili di prestigio. L’operazione ha portato all’arresto di due amministratori e al sequestro di beni per milioni di euro, rivelando un meccanismo internazionale che ha coinvolto società estere e false certificazioni.

Arresti e sequestri nel settore delle auto importate

Il 2025 si apre con una significativa azione giudiziaria a varese: due amministratori di società attive nell’importazione di automobili, sono finiti ai domiciliari su ordine del gip del tribunale locale. Contestualmente, è stato disposto un sequestro preventivo di beni mobili e immobili del valore complessivo superiore a tre milioni e mezzo di euro. L’intervento ha colpito direttamente chi gestiva le società, responsabili della frode fiscale.

Dettagli sull’indagine “vortex italia”

L’indagine, denominata “vortex italia”, ha preso spunto da sospetti che hanno coinvolto la compravendita di automobili di lusso, operata attraverso un sistema complesso di compravendite fittizie e false documentazioni. La guardia di finanza di varese ha eseguito l’operazione con mandato della procura europea, evidenziando la natura transnazionale del crimine.

Meccanismi della frode e coinvolgimento internazionale

Al centro dell’inchiesta si trova un meccanismo di evasione dell’iva basato su cessioni fasulle di veicoli provenienti da paesi stranieri. Veicoli di lusso venivano ceduti a società con sede in san marino e liechtenstein, apparentemente per la registrazione, ma senza che le auto venissero mai effettivamente immatricolate in quei territori. Successivamente, le stesse auto tornavano in italia sotto forma di importazioni “nazionalizzate”.

Nel dettaglio, le agenzie che gestivano le pratiche auto in italia, con uffici nelle province di roma e catanzaro, hanno consegnato documentazioni false che attestavano il pagamento dell’iva e delle tasse doganali a enti pubblici nazionali e sammarinesi. Questo passaggio ha permesso di aggirare il versamento dei tributi dovuti sul territorio italiano.

Sistema di evasione fiscale complesso

“Le false certificazioni doganali e le triangolazioni tra aziende estere e italiane hanno reso il sistema particolarmente difficile da individuare,” spiegano fonti investigative.

Ricadute economiche e dati sugli illeciti emersi

L’attività criminale ha generato false fatturazioni per un totale che si aggira intorno ai dieci milioni di euro. Sono almeno mille le auto di lusso coinvolte nella truffa, tutte passate per il sistema di trasferimenti fittizi messo in piedi dagli indagati e i loro complici. L’operazione ha bloccato beni di alto valore corrispondenti all’evasione stimata, usando gli strumenti disponibili della giustizia italiana.

Gli accertamenti hanno richiesto il confronto di documenti tra più paesi e il coordinamento fra unità di polizia giudiziaria diverse. La complessità del procedimento testimonia la difficoltà di scardinare sistemi criminali che sfruttano la mobilità e le differenze normative per eludere l’imposizione fiscale.

Cooperazione internazionale

L’importanza del coordinamento tra le forze di polizia europee è stata fondamentale per il successo dell’operazione.

L’impatto giudiziario e le prossime fasi dell’inchiesta

Con gli arresti e i sequestri scattati nelle province italiane, la procura europea e la guardia di finanza vogliono bloccare definitivamente il meccanismo di frode che ha attirato l’attenzione anche oltre i confini nazionali. Le indagini continuano per identificare altri possibili coinvolti e accertare eventuali connivenze all’interno delle agenzie o tra concessionari nazionali.

“Il caso dimostra come la collaborazione internazionale sia essenziale per contrastare crimini fiscali di questa portata,” affermano gli investigatori.

L’intervento ha dimostrato l’efficacia della collaborazione tra le autorità italiane e quelle europee, insieme all’importanza di un coordinamento dettagliato in materia di reati fiscali legati al commercio internazionale. Il caso resta aperto e ulteriori sviluppi potrebbero estendere la rete di soggetti sotto accusa.

Change privacy settings
×