Il festival pomigliano jazz celebra il suo trentesimo anniversario consolidando un modello itinerante che unisce musica jazz e valorizzazione artistica nel cuore della campania. Da luglio a settembre 2025, musicisti italiani e internazionali si esibiscono in luoghi storici e naturali, offrendo un’esperienza che mescola tradizioni sonore diverse con la ricchezza culturale del territorio.
Pomigliano jazz: tre decenni di musica e cultura in campania
Fondato nel 1996 da onofrio piccolo, pomigliano jazz è diventato un punto di riferimento per il jazz italiano ed europeo. Il festival si distingue per la formula itinerante, che porta le performance musicali tra città, siti archeologici e aree naturali della campania. In questi 30 anni ha valorizzato non solo la musica, ma anche luoghi storici poco accessibili, trasformandoli in palcoscenici unici.
Un calendario ricco e variegato
Nel 2025 la rassegna copre un arco temporale che parte dal 10 luglio e si estende fino a settembre. Le varie tappe si svolgono tra comuni come pomigliano d’arco, avella e cimitile, integrando scenari culturali come l’anfiteatro romano di avella e le basiliche paleocristiane di cimitile. Anche l’area del parco nazionale del vesuvio entra nel percorso con un concerto particolare sotto il cratere. Questa attenzione ai luoghi conferma la missione del festival di non limitarsi alla musica ma di evidenziare i segni storici e naturalistici della regione.
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Promosso e finanziato dalla regione campania, attraverso scabec, con fondi di coesione e il supporto del ministero della cultura e dell’ente parco nazionale del vesuvio, l’evento vede una rete di collaborazioni tra istituzioni e enti locali. La partnership coinvolge la fondazione pomigliano jazz, enti comunali, e istituti come l’istituto cervantes di napoli. Questo sistema di sostegno ha reso possibile mantenere l’identità e la qualità del festival per tre decadi.
Artisti e spettacoli: un programma internazionale per un pubblico variegato
Il cartellone 2025 propone nomi di rilievo del jazz mondiale e giovani talenti emergenti. Tra gli appuntamenti principali spicca gonzalo rubalcaba, pianista e compositore cubano, che apre la rassegna con un progetto dedicato a pino daniele, accompagnato da musicisti come daniele sepe e maria pia de vito. Rubalcaba porta al festival un suono ricco di sfumature caraibiche, dando al pubblico un’esclusiva anteprima.
Altri protagonisti americani includono il chitarrista al di meola, che si esibirà in un concerto suggestivo al tramonto sul vesuvio, e il sassofonista joe lovano con il marcin wasilewski trio. Da londra arriva nubya garcia, una delle voci più influenti del jazz inglese, mentre dalla polonia arriva il trio di wasilewski. Lo spettacolo si arricchisce poi con la collaborazione tra gianluca petrella, pasquale mirra e il musicista maliano kalifa kone, combinando strumenti e tradizioni etniche diverse.
Altre performance e contaminazioni musicali
L’evento mette in calendario inoltre altre performance, come l’incontro tra javier girotto e francesco nastro e le esibizioni di artisti italiani come luigi di nunzio e marco de falco, con dj set e produzioni elettroniche. Queste scelte dimostrano come il festival conservi un equilibrio tra jazz tradizionale e contaminazioni contemporanee, per un pubblico dai gusti sfaccettati.
Pomigliano d’arco e la stazione eav al centro delle manifestazioni di settembre
Settembre porta la seconda fase del festival, concentrata nella stazione della circumvesuviana di pomigliano d’arco, luogo simbolo della città dove ha avuto origine la manifestazione. Qui si trasforma in un punto di incontro per musica, arte e creatività. La vecchia stazione ospita concerti, mostre, incontri con artisti e dj set, creando un ambiente poliedrico e partecipato.
Ospiti di rilievo a settembre
Tra i nomi presenti spiccano il pianista enrico pieranunzi, noto per la sua tecnica raffinata, il producer britannico adrian sherwood, che porta sonorità elettroniche e sperimentali, e il chitarrista spagnolo juan gómez ‘chicuelo’, rappresentante della musica flamenca. Questo intreccio di jazz, elettronica e musica tradizionale spagnola offre un panorama sonoro ampio e articolato.
Sempre a settembre si segnala la partecipazione dell’orchestra del ritmo e dell’improvvisazione, un ensemble di circa 100 giovani studenti campani, frutto del progetto young jazz lab promosso dalla fondazione pomigliano jazz e sostenuto dalla regione campania. L’idea è di valorizzare il talento giovanile, dando spazio a nuove generazioni che si avvicinano al jazz, in una dimensione educativa e sociale al tempo stesso.
Green jazz e percorsi alla scoperta dei territori meno noti della campania
La filosofia ambientalista accompagna tutta la rassegna, con l’impegno a rispettare l’ambiente dei luoghi che ospitano i concerti. Green jazz indica un tipo di festival che non rinuncia alla potenza dell’esibizione live, ma ne riduce l’impatto ambientale. La formula itinerante aiuta a mantenere un dialogo diretto con la natura e la storia delle località campane.
I concerti sono accompagnati da itinerari turistici pensati per scoprire zone meno frequentate e risorse culturali, gastronomiche e paesaggistiche del territorio. Questi percorsi, denominati “roots, territori da scoprire”, offrono esperienze che uniscono musica e turismo slow, stimolando un approccio più attento e rispettoso all’ambiente.
Un omaggio a pino daniele e le radici culturali
L’apertura con gonzalo rubalcaba che presenta al pubblico “gonzalo rubalcaba for pino” introduce la rassegna con un lavoro musicale che unisce jazz latino e omaggio a un’icona come pino daniele. Un modo per ricordare radici profonde e contaminazioni culturali, in un festival capace di raccontare non solo suoni, ma storie e identità.