Dramma al carcere di secondigliano: agente di polizia penitenziaria 59enne si toglie la vita nel parcheggio

Dramma al carcere di secondigliano: agente di polizia penitenziaria 59enne si toglie la vita nel parcheggio

Un agente della polizia penitenziaria del carcere di Secondigliano a Napoli si è suicidato prima del turno, suscitando sgomento e richieste di maggiore supporto psicologico da parte del sindacato Uspp.
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Un agente della polizia penitenziaria del carcere di Secondigliano a Napoli si è suicidato il 27 aprile 2025, lasciando sgomento colleghi e familiari; il sindacato chiede maggior supporto psicologico per il personale penitenziario. - Gaeta.it

Un episodio molto grave ha scosso il carcere di Secondigliano, a Napoli, la mattina del 27 aprile 2025. Un agente della polizia penitenziaria, 59 anni, si è tolto la vita sparandosi con la sua pistola di ordinanza nel parcheggio dell’istituto penitenziario. L’agente, in servizio da molti anni, stava per cominciare il turno previsto alle 12 ma non si è più presentato. La notizia ha suscitato sgomento tra colleghi e familiari, lasciando un vuoto difficile da colmare.

Le dinamiche del suicidio al carcere di secondigliano

Il tragico evento si è verificato poco prima dell’ingresso in servizio dell’agente. La scena si è consumata all’interno dell’area parcheggio, dove il poliziotto ha impugnato la pistola di ordinanza per compiere il gesto estremo. I colleghi sono stati i primi a scoprire il corpo e a dare l’allarme. Non sono ancora chiare le ragioni che hanno spinto l’uomo a una scelta così definitiva, ma le forze dell’ordine di Napoli stanno conducendo accertamenti per capire il quadro completo della vicenda.

L’agente, un punto di riferimento per lo staff

L’agente lavorava nel penitenziario da anni ed era benvoluto dallo staff. Secondo quanto riferito dal sindacato, era considerato un punto di riferimento, apprezzato per la dedizione al lavoro e la professionalità. La notizia ha sconvolto chi lo conosceva, soprattutto perché era vicino alla pensione, una fase della carriera che solitamente si associa a un periodo di rilassamento e aspettative positive.

Il sostegno del sindacato e la vicinanza alla famiglia

Giuseppe Moretti e Ciro Auricchio, rispettivamente presidente e segretario regionale dell’Uspp, hanno commentato il fatto con profondo rammarico. Hanno sottolineato la difficoltà nel comprendere un gesto simile, soprattutto da parte di un agente che era pronto a terminare il servizio e godersi il pensionamento. Il sindacato ha espresso immediata solidarietà alla famiglia dell’agente, lasciando intendere che, al momento, non ci siano indizi chiari su un eventuale motivo scatenante.

Il supporto alle famiglie degli operatori penitenziari in situazioni di crisi resta un tema delicato. Purtroppo episodi di suicidio tra chi lavora in carcere non sono rari a livello nazionale e sollevano questioni sulle condizioni di lavoro e il benessere psicologico del personale. Il sindacato ha ribadito l’importanza di attivare misure di supporto e ascolto per evitare tragedie simili in futuro, anche se in casi come questo le cause rimangono spesso nascoste.

Vicinanza e solidarietà in un momento difficile

Le ripercussioni sull’istituto penitenziario e la comunità locale

Un episodio come questo lascia segni profondi non solo nel personale penitenziario ma anche nella comunità locale di Napoli. Il carcere di Secondigliano vive situazioni difficili, legate alla gestione quotidiana di un luogo complesso e a volte teatro di tensioni. La morte dell’agente ha provocato una momentanea sospensione delle attività ordinarie, con momenti di raccoglimento e cordoglio all’interno della struttura.

Il caso richiama anche l’attenzione sulle condizioni di lavoro degli agenti che operano nei penitenziari del sud Italia, dove spesso si sommano stress psicofisici e carichi di lavoro elevati. Le autorità locali e nazionali sono chiamate a intervenire per migliorare l’ambiente lavorativo, garantendo sicurezza e supporto per chi si trova in situazioni di crisi. Nel frattempo, il dolore per questa perdita si diffonde tra colleghi, amici e famigliari, che ora attendono risposte e giustizia per un mistero che pesa come un macigno.

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