Un femminicidio è stato consumato in pieno centro a Tolentino, Macerata, la sera del 25 aprile 2025. Una donna di 45 anni, Gentiana Hudhra, di origine albanese, è stata accoltellata e uccisa dall’ex marito davanti a numerosi testimoni sul viale Benadduci, una delle strade principali della città. L’episodio ha suscitato sgomento tra i presenti e ha portato all’arresto immediato dell’uomo, anch’egli albanese, 55 anni.
Il delitto in viale benadduci: dinamica e intervento delle forze dell’ordine
I fatti si sono svolti intorno alle 20. L’uomo è arrivato in monopattino sul luogo e senza preavviso ha estratto un coltello colpendo ripetutamente la ex moglie. Decine di passanti hanno assistito atterriti alla scena, ma nessuno è riuscito a intervenire per fermare l’aggressione. Dopo che la donna è caduta a terra, il 55enne ha continuato a colpirla, anche con calci, prima di sedersi su una panchina a osservare il corpo immobile.
L’allarme è stato lanciato subito dai testimoni e i carabinieri sono arrivati rapidamente. Al loro arrivo, l’uomo era ancora seduto tranquillo sulla panchina e non ha mostrato segni di fuga o resistenza. Gli investigatori lo hanno condotto in caserma per l’interrogatorio con il pubblico ministero della Procura di Macerata. Intanto, i soccorritori hanno constatato il decesso di Gentiana, colpita mortalmente dalle ferite da arma da taglio.
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Rilievi e indagini sul luogo del delitto
La polizia scientifica ha transennato la zona e ha iniziato i rilievi per ricostruire esattamente la sequenza degli eventi. È in corso l’audizione dei numerosi testimoni, sulle cui testimonianze si basano le prime ipotesi investigative. L’attenzione è rivolta anche alle condizioni psichiatriche del 55enne, che secondo le prime informazioni soffrirebbe di disturbi, senza però episodi denunciati di violenza o stalking nei confronti della vittima.
Il contesto familiare e i precedenti: una famiglia divisa e due figli adulti
La coppia si era separata circa tre anni fa e aveva due figli ormai adulti, di 21 e 23 anni. Non risultano denunce recenti per maltrattamenti o minacce, né interventi da parte delle forze dell’ordine. La testimonianza degli abitanti e dei passanti che si trovavano in viale Benadduci al momento dell’aggressione è fondamentale per comprendere le motivazioni che hanno portato a un gesto tanto estremo.
Le autorità stanno valutando ogni possibile elemento che possa chiarire cosa abbia scatenato l’attacco così violento e improvviso. Il vicinato ha raccontato di una tranquilla normalità, senza segnali evidenti di conflitti esplosi in quel momento. Il ruolo della malattia psichiatrica dell’uomo è al centro degli accertamenti medici. Al momento l’ex marito si trova agli arresti in caserma, in attesa delle decisioni sul suo stato di salute mentale e delle eventuali misure cautelari.
Un quadro preoccupante nelle marche
La vicenda aggiorna un quadro preoccupante nel territorio marchigiano, già segnato negli ultimi mesi da altre tragedie legate alla violenza domestica.
Altri casi di femminicidio nelle marche negli ultimi mesi
Solo pochi mesi prima, il 19 dicembre 2024, la provincia di Ascoli Piceno aveva visto un caso simile a Ripaberarda di Castignano. Un uomo di 48 anni, Massimo Malavolta, aveva ucciso la moglie di 45, maestra elementare, con violenze fisiche dentro l’abitazione. I figli della coppia, di 5 e 10 anni, si trovavano nella stessa casa ma in un’altra stanza durante l’aggressione. Dopo l’omicidio Malavolta aveva tentato di togliersi la vita.
Un altro episodio risale alla notte tra il 6 e 7 settembre 2024 a Saltara, Pesaro, dove Ana Cristina Duarte Correja, 38 anni, di origine brasiliana, è stata colpita più volte all’addome con un coltello dal marito Ezio Di Levrano. I tre figli piccoli, di 6, 13 e 14 anni, erano presenti nell’abitazione. Anche in questo caso la vicenda ha sconvolto l’intera comunità locale e riaperto il dibattito sulla violenza contro le donne.
L’urgenza di interventi mirati
Questi episodi rivelano l’urgenza di interventi mirati e della vigilanza costante, soprattutto in contesti familiari fragili che possono nascondere tensioni e pericoli non evidenti. La cronaca marchigiana continua a registrare drammi che coinvolgono famiglie divise e vittime di abusi, spesso invisibili fino al momento dell’esplosione della violenza.
Il caso di Tolentino si aggiunge a questa serie, richiamando all’attenzione pubblica e giudiziaria la necessità di un monitoraggio più attento delle situazioni a rischio e dei segnali che precedono le tragedie. Le indagini proseguono per chiarire ogni aspetto del delitto e ricostruire la vita di una donna strappata alla vita in strada, sotto gli occhi di molti.