Donna italiana perdona rapinatore in kenya e gli paga un corso per lavorare nel turismo

Donna italiana perdona rapinatore in kenya e gli paga un corso per lavorare nel turismo

Simona Colosini, aggredita e derubata a Watamu in Kenya, perdona l’uomo che le ha risparmiato la vita e investe nel suo futuro nonostante le critiche ricevute in Italia.
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Simona Colosini, aggredita e derubata in Kenya, perdona il suo aggressore e investe nel suo futuro, scegliendo il dialogo e la speranza invece della vendetta. - Gaeta.it

Una storia insolita arriva dal Kenya, dove Simona Colosini, una donna italiana di 47 anni, ha scelto di perdonare un uomo che l’aveva derubata e aggredita lo scorso dicembre. L’episodio risale alla fine del 2024, durante una vacanza in un villaggio vicino a Watamu. Questa vicenda ha subito riscosso attenzione, a causa della scelta di Simona di trasformare un’esperienza violenta in una possibilità di recupero per chi le aveva provocato dolore.

L’aggressione a watamu: come è successo

La notte tra il 14 e il 15 dicembre 2024, Simona stava tornando al villaggio turistico dove alloggiava, dopo una serata passata in discoteca a Watamu, sulla costa keniana. Mentre camminava, è stata avvicinata da tre uomini su un motorino. I malviventi avevano in mano dei macheti, gli stessi usati poche ore prima durante un’escursione in barca con Simona e il suo compagno. La situazione si è trasformata in un assalto molto rapido e violento.

Uno degli uomini ha strappato il marsupio che Simona portava con sé, causandole una ferita. Inoltre le ha sottratto un braccialetto d’oro. Il momento più drammatico è stato quando quel malvivente ha puntato il machete sul suo basso ventre. Tuttavia, proprio in quel momento, il capo banda ha alzato una mano a segnalare di fermarsi, impedendo che la violenza arrivasse a un punto estremo. Questo gesto ha salvato la vita a Simona, che è poi rimpatriata in Italia per riflettere su quanto accaduto.

Le condizioni dell’aggressore e la sua umanità

Dopo qualche mese dalla brutale aggressione, Simona ha deciso di ripartire verso il Kenya. Il motivo principale era rintracciare quell’uomo, colui che aveva fermato la mano del suo complice e le aveva risparmiato la vita. L’incontro è stato reso possibile grazie all’aiuto di un mediatore locale, che ha facilitato il colloquio tra la donna e Paul, il trentenne responsabile dell’aggressione ma anche di quel segno di clemenza.

Paul ha confidato di vivere in condizioni di povertà estrema. Ha raccontato di aver perso la moglie e di faticare a mantenere i due figli piccoli. Questa realtà ha spinto Simona a rivedere il concetto di punizione e giustizia nei suoi confronti. Il volto umano dietro l’aggressore è diventato il centro di una storia che da cronaca nera si è trasformata in racconto di perdono e speranza.

La scelta di perdonare e investire su un futuro diverso

Simona ha compiuto una scelta inattesa: non solo ha perdonato Paul, ma ha anche deciso di investire su di lui. Ha pagato un corso di italiano perché possa inserirsi nel mercato del lavoro legato al turismo, una delle principali risorse economiche della zona. La decisione ha subito sollevato molte critiche in Italia, dove Simona è stata bersaglio di insulti e attacchi sui social dopo aver raccontato la sua esperienza ai media.

Nonostante le polemiche, la donna resta ferma nella sua volontà di aiutare Paul e gli altri che vivono situazioni difficili. Ha annunciato di voler tutelarsi denunciando chi continuerà a offenderla con parole diffamatorie. Questo caso mette in rilievo un modo diverso di affrontare la violenza e la povertà, attraverso il dialogo e la possibilità di ricostruire una vita partendo da ciò che sembrava perso.

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