Donna chiama il 112 chiedendo aiuto ma poi chiude la telefonata: arrestato compagno per violenza domestica a Roma

Donna chiama il 112 chiedendo aiuto ma poi chiude la telefonata: arrestato compagno per violenza domestica a Roma

Una chiamata al 112 a Roma salva una donna romana da mesi di violenza domestica; la polizia del distretto Fidene Serpentara arresta il compagno nigeriano e attiva il Codice Rosa per la tutela della vittima.
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La pronta risposta della polizia a Roma ha salvato una donna da mesi di violenza domestica, arrestando il compagno e attivando il Codice Rosa per la sua protezione e supporto. - Gaeta.it

Una chiamata di emergenza aiuta la polizia a evitare un’altra tragedia di violenza domestica a Roma. Una donna, dopo mesi di abusi, ha avuto la forza di cercare aiuto ma è stata bloccata dalla paura durante la telefonata. La reazione tempestiva delle forze dell’ordine ha portato all’arresto del compagno e all’avvio della tutela per la vittima.

La chiamata al 112 e la prima risposta della polizia

La notte della chiamata al 112 segna l’inizio di un lungo intervento. La donna, terrorizzata, ha pronunciato solo una frase: «Aiutatemi, mi ammazza». Poi ha chiuso, incerta sul da farsi nel timore di peggiorare la sua situazione. Il numero telefonico è stato subito localizzato dagli agenti del distretto Fidene Serpentara. In pochi minuti la polizia si è recata all’indirizzo di via Comunanza, zona Colle Salario, dove vive la coppia. All’arrivo, l’uomo ha negato ogni problema, affermando che non erano stati loro a chiamare. La polizia però ha notato la donna affacciata alla finestra, colta da un evidente segnale di disagio.

Prontezza e mantenimento dell’attenzione

La prontezza degli agenti ha permesso di mantenere alta l’attenzione nonostante il tentativo di minimizzare della persona coinvolta. Il contesto di violenza non deve essere sottovalutato, anche quando non si manifesta subito in modo chiaro. Le forze dell’ordine hanno vigilato con cautela, consapevoli dei rischi impliciti in situazioni di abuso domestico.

L’intervento nella casa e il racconto della vittima

Entrare in casa è stato necessario per approfondire la situazione. Con una scusa, gli agenti hanno ottenuto un momento di privacy per parlare con la donna, che inizialmente ha opposto resistenza. Quando ha trovato il coraggio, ha raccontato mesi di soprusi verbali e fisici. Ha spiegato di aver approfittato di un momento di distrazione del compagno per andare in bagno e chiamare aiuto, ma la paura che lui la vedesse e reagisse con ulteriori violenze l’ha bloccata. Per questo motivo ha riattaccato la chiamata.

Il suo racconto è stato raccolto con attenzione, in modo da attivare subito la procedura del Codice Rosa. Questo protocollo offre un percorso specializzato di assistenza per le vittime di violenza e abuso, con punti di ascolto, supporto psicologico e tutela legale. La testimonianza ha offerto un quadro molto chiaro delle difficoltà vissute dalla donna, donne spesso intrappolate in una spirale di violenza da cui faticano a uscire.

La storia di abusi e la conferma dei vicini

Indagando, gli agenti hanno ricostruito una convivenza durata circa un anno. Fin dai primi mesi il compagno ha manifestato atteggiamenti violenti. La donna ha anche raccontato di aver già denunciato in passato, ma di aver subito un ritorno alla situazione precedente. Questo tipo di ciclo è frequente in casi di abuso domestico, dove la paura e la dipendenza rendono difficile una fuoriuscita definitiva.

Testimonianze dai vicini

Vicini di casa hanno fornito elementi preziosi agli investigatori, confermando di aver sentito spesso urla e rumori sospetti. Molti hanno notato un’escalation nei mesi, senza sapere come intervenire. La testimonianza collettiva ha rafforzato la posizione della donna e aiutato gli agenti a comprendere l’efferatezza degli episodi.

L’arresto e le misure di protezione per la vittima

Dalle indagini è scaturito l’arresto dell’uomo, un nigeriano di 45 anni. L’uomo è stato portato in carcere a Regina Coeli con l’accusa di aggressione e violenza domestica. La donna, una quarantenne romana, ha invece ricevuto assistenza tramite il Codice Rosa, che include misure immediate per la sua sicurezza e supporto psicologico.

Il caso si inserisce nel quadro delle denunce di violenza domestica a Roma, un tema che continua a richiedere attenzione dalle autorità e da tutta la società. L’intervento tempestivo della polizia ha evitato ulteriori peggioramenti, ma la vicenda mostra quanto sia difficile per molte vittime trovare il coraggio di rompere il silenzio. Gli strumenti di tutela restano cruciali per garantire sicurezza a chi subisce violenze in casa propria.

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