Una donna è stata fermata in Ungheria dopo aver sottratto la figlia minore, seguendo un mandato di arresto europeo emesso dalla procura di Venezia. Questo intervento è frutto di una collaborazione internazionale tra le forze di polizia italiane, ungheresi e romene. L’operazione ha permesso di recuperare la bambina e di affidarla temporaneamente a un familiare vicino.
Il mandato di arresto europeo emesso dalla procura di venezia
Il 4 agosto 2023 la procura della Repubblica di Venezia ha emesso un mandato di arresto europeo per una donna accusata di sottrazione e trattenimento di minore all’estero. Si tratta di un provvedimento che consente agli stati membri dell’Unione europea di cooperare per catturare persone sospettate di reati gravi, anche quando si trovano fuori dal proprio paese. Nel caso specifico la denuncia era partita dal padre della bambina, che aveva segnalato la scomparsa della figlia con la madre fuori dall’Italia, senza il suo consenso.
Le autorità veneziane hanno descritto l’accaduto come un caso di sottrazione di minore, una situazione tutelata dalla legge italiana e dalle normative europee per la protezione della famiglia e dei diritti dei minori. Il mandato ha permesso di mettere sotto attento controllo la donna, costringendola a mantenersi in contatto con le forze dell’ordine e agevolando le indagini dedicate a rintracciare madre e figlia dal momento della loro scomparsa.
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La collaborazione tra polizia italiana, ungherese e romena
L’attività di ricerca è stata guidata dalla squadra mobile della polizia di Stato italiana, supportata dal servizio di cooperazione internazionale. Hanno mantenuto un dialogo costante con la polizia ungherese, la quale ha fornito assistenza decisiva sul territorio. Un ruolo chiave lo ha avuto anche l’ufficio dell’esperto per la sicurezza in Romania, che da tempo gestisce rapporti con le autorità di Budapest.
Questo intervento ha messo in luce come si muovono le reti internazionali di polizia per affrontare casi di sottrazione di minori. Le informazioni ottenute da diverse fonti hanno permesso di individuare con precisione la localizzazione della donna e della piccola in Ungheria. La condivisione di dati e strategie tra tre paesi diversi ha portato alla formazione di una task force mista, in grado di intervenire rapidamente e in sicurezza.
La costante presenza della polizia ungherese ha aggiunto un cordone protettivo attorno al momento dell’arresto. Il coinvolgimento degli esperti romeni ha favorito un dialogo aperto e diretto tra le istituzioni, garantendo che ogni passo rispettasse le norme internazionali e gli accordi tra stati.
Il ritrovamento a mezotur e l’affidamento temporaneo della minore
Il 12 giugno 2025 la task force ha effettuato l’intervento a Mezotur, una località dell’Ungheria orientale. È qui che madre e figlia sono state localizzate e fermate. La presenza degli agenti ha permesso di mettere fine alla situazione di trattenimento illegale della bambina e di procedere con la detenzione della madre.
Dopo il ritrovamento, le autorità locali hanno affidato temporaneamente la bambina alla nonna materna, un provvedimento ritenuto più stabile per il minore in attesa di ulteriori decisioni giuridiche. È stato imposto l’obbligo di agevolare gli incontri tra madre e padre, in modo da mantenere un rapporto equilibrato tra i familiari e rispettare il diritto della bambina ad avere entrambi i genitori.
La scelta dell’affidamento a un parente stretto in territorio ungherese consente un controllo più efficace del benessere della bambina, con la possibilità di monitorare i contatti e prevenire ulteriori spostamenti non autorizzati. Le autorità italiane e ungheresi continueranno a collaborare per definire gli sviluppi del caso e garantire il rispetto delle disposizioni giudiziarie.
L’operazione conferma la complessità e la delicatezza degli interventi contro la sottrazione internazionale di minori, un fenomeno che coinvolge spesso più paesi e richiede un lavoro coordinato tra diverse istituzioni. L’esito di questa vicenda accende l’attenzione sulle misure necessarie per tutelare i diritti dei bambini coinvolti in contese familiari transfrontaliere.