Donald Trump accusa George soros di finanziare proteste violente negli Usa e chiede incriminazione con il rico act

Donald Trump Accusa George Sor

Trump accusa Soros di finanziare proteste violente negli Usa. - Gaeta.it

Laura Rossi

27 Agosto 2025

donald trump ha rilanciato un attacco molto duro contro george soros e suo figlio alex, accusandoli di aver sostenuto le manifestazioni violente che negli ultimi anni hanno coinvolto diverse città statunitensi. il presidente usa ha chiesto formalmente che vengano incriminati secondo il rico act, la legge federale pensata per colpire le organizzazioni criminali. la risposta della open society foundation, la fondazione di soros, è stata immediata, negando ogni accusa e bollandola come falsa. queste nuove tensioni si inseriscono in un clima politico già agitato, con trump che usa la sua piattaforma social per veicolare messaggi contro avversari e gruppi vicini al partito democratico.

Trump accusa soros di essere “il responsabile” delle proteste violente negli Stati Uniti

donald trump ha espresso il suo disappunto attraverso un post su truth social, piattaforma molto usata dall’ex presidente per contestare opinioni e figure politiche di opposto schieramento. nel messaggio ha usato parole forti, definendo george soros e suo figlio alex come “pazzi” e sostenendo che dovrebbero essere incriminati con il rico act per il loro presunto appoggio alle proteste violente che hanno scosso gli stati uniti negli ultimi anni. trump ha denunciato un tentativo di demolire l’america, riferendosi a soros come al fulcro di una rete di organizzazioni e persone coinvolte in attività sovversive.

queste accuse si inseriscono in una campagna più ampia messa in atto da trump e da componenti radicali del partito repubblicano che da tempo indicano soros come “burattinaio” dietro movimenti di piazza legati a questioni razziali, sociali e migratorie. secondo trump, il finanziere ungherese starebbe manipolando la situazione politica ed economica americana a discapito della stabilità nazionale. ha avvertito che non permetterà più ai suoi sostenitori “di smembrare l’america senza lasciare spazio alla libertà”.

La replica della fondazione soros: accuse infondate e tentativi di delegittimazione

La open society foundation, l’organizzazione filantropica creata da soros, ha risposto con una nota definendo le parole di trump “false e oltraggiose”. la fondazione ha ricordato il proprio impegno come principale finanziatore privato a livello globale di gruppi e associazioni che lottano per il rispetto dei diritti civili e la giustizia sociale. ha respinto qualunque legame con le violenze che si sono verificate nelle varie manifestazioni.

questo nuovo scambio di accuse rappresenta una prosecuzione di una rivalità che dura da anni, in cui soros viene spesso dipinto come un nemico politico da settori conservatori e di estrema destra. nel suo comunicato, la fondazione ha sottolineato il proprio ruolo di supporto a iniziative pacifiche e democratiche, e ha escluse responsabilità in episodi di violenza urbani o disordini sociali. il tentativo di inquadrare soros come un istigatore di caos appare così una narrazione costruita per motivi politici, soprattutto in vista delle elezioni presidenziali americane del 2026.

Il Rico Act e le controversie Sull’uso della legge contro soros e i movimenti sociali

l’accusa principale mossa da trump fa leva sul rico act, la legge federale statunitense nata per colpire le organizzazioni criminali strutturate, come le mafie. questa legge permette di perseguire chi partecipa in modo coordinato a attività illegali. tuttavia, l’applicazione del rico act in contesti politici, in particolare contro esponenti pubblici o filantropi come soros, è vista come molto rara e controversa.

gli esperti di diritto osservano che invocare questa legge per proteste o manifestazioni assume un carattere più politico che giuridico, visto che le proteste di massa nei vari stati hanno spesso motivazioni complesse e non rappresentano organizzazioni criminali nel senso tradizionale. la mossa di trump quindi appare come un tentativo di usare uno strumento legale potente per mettere sotto pressione soros e i suoi legami con gruppi impegnati nel sociale, offrendo anche segnali forti ai suoi elettori più conservatori.

sono già passati alcuni mesi da quando trump aveva accusato soros di aver contribuito al crollo in borsa e alle vendite di tesla, facendo così crescere una tensione sempre più palpabile fra l’ex presidente e ambienti legati a sovranità economica e liberalismo. oggi il discorso politico si intreccia con queste iniziative legali e mediatiche che proiettano ombre sulle attività di soros e della sua fondazione.

Il clima politico e le altre tensioni internazionali con l’Europa

mentre prosegue lo scontro tra trump e soros, l’ex presidente continua a dirigere minacce anche verso l’unione europea riguardo alla possibile introduzione di una digital tax sulle attività di aziende americane. trump ha dichiarato che gli stati uniti rimangono “sovrani sulle proprie attività economiche” e non intendono accettare imposizioni dall’europa.

queste posizioni si inseriscono in un clima di crescente tensione sulle questioni commerciali e tecnologiche tra stati uniti ed europa, soprattutto nel contesto di un’economia digitale sempre più rilevante. trump, impegnato a consolidare la sua base in vista delle future elezioni, usa questi temi per apparire come un difensore della sovranità nazionale contro presunti attacchi esterni.

accuse pesanti e risposte ferree segnano quindi una nuova fase di confronto duro tra trump e soros, in cui la politica americana si intreccia con questioni giuridiche e sociali delicate, con l’attenzione puntata su come queste dinamiche influenzeranno il dibattito pubblico e le scelte future.