Documenti falsi per badanti georgiane, 70 perquisizioni e sette arresti in tutta Italia

Documenti falsi per badanti georgiane, 70 perquisizioni e sette arresti in tutta Italia

Un’indagine della polizia scopre un sistema di documenti falsi usati da badanti georgiane per lavorare illegalmente in Italia, con 7 arresti, 22 denunce e oltre 70 perquisizioni in diverse province.
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La polizia ha scoperto un sistema di documenti falsi usati da badanti georgiane per lavorare illegalmente in Italia, con sette arrestate e 22 denunciate in un’indagine che coinvolge diverse province italiane. - Gaeta.it

Un’indagine della polizia ha portato alla luce un sistema di documenti falsi utilizzati da badanti georgiane per lavorare illegalmente in italia, aggirando le norme sul soggiorno. Oltre 70 perquisizioni sono state eseguite in varie province italiane, con sette persone arrestate e ventidue denunciate. La situazione emerge dopo un’operazione simile condotta a gennaio e coinvolge donne che si presentavano con documenti comunitari falsificati per ottenere il lavoro nel settore delle badanti.

Come è emersa l’indagine e cosa ha rivelato la cooperativa di udine

L’indagine è scattata dopo che un responsabile di una cooperativa di badanti di udine ha consegnato alla questura una lista con numerosi nomi sospetti. L’uomo si era insospettito dopo i risultati di un’indagine precedente, notando comportamenti anomali tra alcune candidate. Le donne segnalate avevano richiesto un impiego in provincia di udine, ma alla presentazione dei loro documenti si dichiaravano cittadine comunitarie provenienti da paesi come slovacchia, polonia e bulgaria, mentre in realtà erano tutte georgiane.

Questa distinzione è stata fondamentale per la polizia. Il motivo? Presentandosi come comunitarie, queste donne potevano ottenere il codice fiscale e iniziare subito a lavorare senza dover rispettare le norme più severe previste per gli extracomunitari. Il codice fiscale è infatti la chiave per accedere a prestazioni giuridiche, sanitarie e fiscali, e permette di iscriversi regolarmente nelle agenzie di collocamento che offrono lavoro come badanti.

La cooperativa di udine ha così fornito un punto di partenza concreto per gli investigatori, consentendo un focus mirato sulle persone coinvolte nel meccanismo di falsificazione. L’età delle donne coinvolte va dai 24 ai 66 anni, un ampio spettro che fa capire come questo sistema abbia interessato diverse generazioni di lavoratrici.

Il meccanismo dei documenti falsi

Il trucco utilizzato dalle donne consisteva nell’esibire carte d’identità o permessi di soggiorno provenienti da paesi comunitari, i cosiddetti documenti “validi per l’espatrio”. Presentando questi documenti ottenuti illegalmente, riuscivano a ottenere il codice fiscale comunitario in modo immediato. Questo lasciapassare ha permesso loro di entrare nel circuito lavorativo senza affrontare le procedure previste per cittadini extracomunitari, che richiedono visti e permessi di soggiorno specifici.

Le province coinvolte e il fenomeno della mobilità

Una volta ottenuto il codice fiscale, molte di queste donne hanno cambiato provincia e si sono trasferite in varie regioni italiane, dimostrando una mobilità diffusa in tutto il paese. Le perquisizioni si sono concentrate soprattutto nel nord-est, ma anche in molte altre città italiane, tra cui padova, treviso, trento, bolzano, milano, aosta, firenze, prato, macerata, roma e napoli.

L’operazione ha portato al sequestro di 21 documenti falsi, tra carte d’identità comunitarie, codici fiscali e contratti di lavoro stipulati con questi documenti. Questi ultimi testimoniano come il sistema di falsificazione non riguardasse solo la presenza sul territorio, ma fosse radicato anche nel rapporto giuridico tra datore e lavoratrice.

Arresti, denunce e risvolti legali

Le forze dell’ordine hanno fermato sette donne in flagranza di reato, arrestandole in diverse province: tre a bolzano, e una ciascuna a udine, milano, treviso e macerata. Queste donne erano accusate di possesso e fabbricazione di documenti di identificazione falsi, un illecito perseguibile penalmente.

Altre ventidue persone sono state denunciate in stato di libertà per lo stesso motivo. Dopo gli accertamenti degli uffici immigrazione, nel caso in cui risultasse l’inidoneità ai requisiti per la permanenza regolare sul territorio nazionale, tutte le straniere denunciate rischiano l’espulsione dall’italia. Questa misura rappresenta un effetto diretto delle irregolarità riscontrate.

La polizia ha sottolineato che, grazie a questa operazione, si sono potute individuare e bloccare flussi di lavoro illegale nel mondo delle badanti, un settore spesso vulnerabile a sfruttamenti o irregolarità. “Le azioni si estendono dunque anche alla tutela dei diritti dei lavoratori, ma soprattutto al rispetto delle leggi sull’immigrazione.”

Indagini in corso sui fornitori dei documenti falsi

Le indagini continuano per risalire agli autori materiali della fabbricazione e distribuzione dei documenti falsi. Finora si sa che le donne coinvolte hanno pagato tra i 300 e i 600 euro per ottenere questi falsi fogli d’identità e codici fiscali. Questa cifra evidenzia un vero e proprio commercio illegale legato ai documenti falsi, che alimenta il lavoro sommerso e viola le norme italiane ed europee.

La procura di udine coordina le attività investigative per scoprire chi fosse dietro questa rete criminale, al fine di smantellarla completamente. Scoprire i soggetti che lucrano con la vita di altre persone è indispensabile per limitare episodi simili in futuro. La collaborazione tra forze dell’ordine e uffici amministrativi si rivela essenziale per identificare anche i responsabili indiretti.

Implicazioni sociali, economiche e di sicurezza

L’attenzione resta alta poiché il fenomeno della falsificazione di documenti nel campo dell’immigrazione è un problema diffuso che presenta diverse implicazioni sociali, economiche e di sicurezza. La lotta contro questi reati ha ricadute che vanno oltre il controllo dell’ordine pubblico, influenzando la trasparenza del mercato del lavoro e la tutela delle risorse pubbliche.

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