Dna di chiara poggi nel sacchetto dell'immondizia a garlasco, traccia maschile appartiene ad alberto stasi

Dna di chiara poggi nel sacchetto dell’immondizia a garlasco, traccia maschile appartiene ad alberto stasi

Nuovi accertamenti sul delitto di Garlasco confermano la presenza del dna di Chiara Poggi su oggetti nella villetta di via Pascoli, mentre l’unico dna maschile identificato appartiene ad Alberto Stasi.
Dna Di Chiara Poggi Nel Sacche Dna Di Chiara Poggi Nel Sacche
Nuovi accertamenti genetici confermano la presenza del DNA di Chiara Poggi e di Alberto Stasi nella villetta di via Pascoli a Garlasco, rafforzando le indagini sul delitto del 2007. - Gaeta.it

Nella nuova fase dell’inchiesta sul delitto di Garlasco emerge un dettaglio importante sulle tracce genetiche trovate nella villetta di via Pascoli. Il dna presente in un sacchetto dell’immondizia sequestrato appartiene esclusivamente a Chiara Poggi, vittima del delitto del 13 agosto 2007. L’unica traccia differente, di natura maschile, è stata invece attribuita ad Alberto Stasi, ex fidanzato e condannato per il delitto. Gli accertamenti sono parte dell’incidente probatorio avvenuto negli uffici della Scientifica di Milano, nell’ambito della nuova inchiesta che coinvolge Andrea Sempio.

Presenza di dna di chiara poggi sul sacchetto dell’immondizia nella villetta di via pascoli

Durante l’incidente probatorio della scorsa settimana è stato analizzato un piccolo sacchetto azzurro dell’immondizia trovato all’interno della villetta di Garlasco. Su questo sacchetto, insieme a un piattino di plastica e le linguette di due yogurt Fruttolo, sono stati prelevati campioni biologici. I test condotti negli uffici della Scientifica hanno evidenziato che tutte queste tracce appartengono a chiara poggi.

Il ritrovamento del dna della vittima su quei materiali conferma come gli oggetti sequestrati facessero parte dell’ambiente in cui la giovane ha vissuto le ultime ore prima della morte.

Non solo il sacchetto dell’immondizia, ma anche altri elementi sono stati sottoposti ad analisi molto accurate. Tra questi c’è un sacchetto con cereali avanzati trovato sul divano della villetta il giorno dell’omicidio. Su questo il profilo genetico corrisponde nuovamente a chiara.

È stato scoperto pure un pelo o un capello lungo circa tre centimetri che potrebbe essere umano o animale: ulteriori accertamenti dovranno chiarire questa caratteristica. L’importanza di queste scoperte sta nel fatto che confermano l’ambientazione del delitto e la presenza della vittima in quegli spazi.

Unico dna maschile identificato appartiene ad alberto stasi, l’ex fidanzato condannato

I risultati del laboratorio scientifico hanno messo in luce anche un unico profilo genetico maschile, direttamente collegato ad alberto stasi. Quel dna è stato trovato su una cannuccia di plastica appartenente a un brick di Estathé, uno degli oggetti analizzati nella villetta.

Stasi era il fidanzato di Chiara nella notte del 12 agosto 2007, quando lei è stata assassinata. Aveva cenato con lei poco prima del fatto di sangue, come emerso fin dal processo originario che lo ha portato a una condanna definitiva a 16 anni.

Secondo le informazioni riportate da “Il Corriere della Sera”, Stasi non ha mai escluso di aver lasciato tracce biologiche sui materiali presenti nella villetta, in particolare sul contenitore del drink. “Si tratta però di una conferma importante, che rimarca come il suo dna compaia esclusivamente in questo contesto e non su altri elementi contaminati.” L’assenza di ulteriori profili maschili lascia sospetti su altre possibili dinamiche o presenze nella casa.

Altre analisi in corso sui fogli di acetato e impronte digitali nella villetta poggi

Le analisi scientifiche non si esauriscono qui. Sono infatti ancora in corso approfondimenti su materiale genetico raccolto dai fogli di acetato utilizzati per conservare le impronte digitali rinvenute nella villetta. Complessivamente sono trentaquattro i fogli al momento sottoposti a verifiche. Finora i primi test non hanno riscontrato tracce di sangue sulla maggior parte di essi.

Un’eccezione riguarda la cosiddetta “traccia 10”, lasciata sulla parte interna di una porta dell’abitazione. Questo rilievo è definito dalla squadra investigativa “sporco” e non è stato attribuito a nessuno dei presenti.

La difesa di alberto stasi ha chiesto di ripetere il test con metodi più approfonditi per controllare con precisione la presenza di sostanze ematiche anche su questa impronta, nella speranza di nuove rivelazioni.

I prossimi passaggi dell’incidente probatorio saranno cruciali per acquisire ulteriori riscontri e confermare o mettere in discussione qualche dettaglio chiave dell’inchiesta. Il lavoro sul dna e sulle impronte digitali continuerà nei prossimi mesi, per ricostruire con precisione tutti i movimenti e le potenziali responsabilità legate al delitto di chiara poggi.

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