Dmitry Chirakadze resta in carcere: il Riesame di Milano conferma l’ordinanza di custodia cautelare

Dmitry Chirakadze resta in carcere: il Riesame di Milano conferma l’ordinanza di custodia cautelare

Il Tribunale del Riesame di Milano conferma la custodia cautelare per Dmitry Chirakadze, coinvolto nell’evasione di Artem Uss, mentre la difesa prepara un ricorso in Cassazione.
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Dmitry Chirakadze resta in carcere: il Riesame di Milano conferma l’ordinanza di custodia cautelare - Gaeta.it

Il caso di Dmitry Chirakadze, noto come “Dima”, continua a suscitare grande attenzione mediatico-giudiziaria. Il Tribunale del Riesame di Milano ha preso una decisione importante, confermando l’ordinanza di custodia cautelare per il 54enne aristocratico russo, già al centro di un’inchiesta sull’evasione di Artem Uss. Chirakadze, con legami significativi nel mondo degli oligarchi di Mosca, era stato arrestato a giugno, e ora è in attesa di un nuovo iter processuale.

Il contesto dell’inchiesta e l’arresto di Chirakadze

Dmitry Chirakadze è un imprenditore con un passato legato a figure influenti della Russia, il che rende la sua posizione giuridica ancora più delicata. Arrestato nel giugno scorso, il suo coinvolgimento si colloca nell’ambito di una complessa indagine che ha preso avvio dalla fuga di Artem Uss, figlio di un ex governatore siberiano. Uss, in attesa di estradizione verso gli Stati Uniti, era riuscito a evadere mentre si trovava agli arresti domiciliari a Basiglio, nel milanese, nel marzo 2023. Si è allontanato in auto dall’Italia, con un successivo volo diretto verso la Russia.

L’inchiesta ha visto il coinvolgimento del Nucleo investigativo dei carabinieri e del Pubblico Ministero Giovanni Tarzia. In questo contesto, Chirakadze è accusato di aver orchestrato un piano di “esfiltrazione” che ha portato alla riuscita fuga di Uss. Alcuni coindagati nella vicenda hanno già scelto di patteggiare, ammettendo le loro responsabilità e cercando di alleggerire le conseguenze legali delle loro azioni.

L’ordinanza di custodia cautelare, dapprima annullata con rinvio per una contestazione riguardante l’aggravante della transnazionalità, ha ora ricevuto una nuova conferma. Durante l’udienza recente, il Pubblico Ministero ha riformulato le accuse, aggiungendo ulteriori elementi probatori. I giudici del Tribunale del Riesame hanno quindi deciso di mantenere la custodia cautelare, ritenendo sussistenti gravi indizi di reato.

Le conseguenze legali e le prossime mosse della difesa

Il risultato dell’udienza rappresenta un passo significativo nel percorso legale di Chirakadze. Con la custodia cautelare confermata, la difesa, guidata dagli avvocati Tatiana Della Marra e Federico Sinicato, si trova nella posizione di dover pensare a ulteriori strategie legali. Hanno già anticipato la possibilità di presentare ricorso in Cassazione, cercando di scardinare i motivi alla base della detenzione.

Pochi giorni prima della decisione del Riesame, la giudice Ombretta Malatesta aveva già rigettato una richiesta di scarcerazione presentata dalla difesa, che chiedeva la sostituzione della custodia in carcere con i domiciliari. In tale occasione era stata evidenziata la potenziale capacità economica di “Dima”, che potrebbe garantirgli risorse sufficienti per un’altra evasione, se fosse stato concesso un regime di detenzione meno severo.

Questo contesto rende ancora più complesso il quadro giuridico attuale per Chirakadze, che è ora costretto a rimanere in carcere in attesa di sviluppi futuri. La situazione continua a evolversi, e le autorità italiane mantengono la massima attenzione su ogni mossa del detento e sui possibili alleati che potrebbero aver avuto un ruolo nella sua strategia di fuga.

La vicenda di Dmitry Chirakadze non solo mette in luce le dinamiche complesse della criminalità internazionale, ma solleva anche interrogativi su come le forze dell’ordine e il sistema giudiziario affrontano situazioni dove la potenza economica può influenzare la giustizia.

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