Divieto di lavoro agricolo nelle ore calde in basilicata per proteggere i lavoratori esposti al sole fino al 2025

Divieto di lavoro agricolo nelle ore calde in basilicata per proteggere i lavoratori esposti al sole fino al 2025

La Basilicata vieta il lavoro agricolo nelle ore più calde nei giorni di alto rischio secondo Worklimate Inail, per proteggere i lavoratori dai colpi di calore fino all’estate 2025.
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La Basilicata vieta il lavoro agricolo nelle ore più calde nei giorni di alto rischio colpi di calore, fino all’estate 2025, per tutelare la salute dei lavoratori basandosi sui dati della piattaforma Worklimate. - Gaeta.it

La regione Basilicata ha introdotto una misura urgente per tutelare i lavoratori agricoli esposti al rischio di colpi di calore durante le ore più calde della giornata. Il presidente Vito Bardi ha firmato un’ordinanza che vieta l’attività nei campi nelle ore centrali, nei giorni indicati con alto rischio dalla piattaforma Worklimate dell’Inail. La decisione riguarda tutto il territorio regionale e rimarrà valida fino all’estate del 2025.

Il divieto di lavoro nelle ore più calde e la base dei dati worklimate

L’ordinanza firmata dal presidente della Basilicata sancisce il divieto assoluto di svolgere lavoro agricolo dalle 12.30 alle 16 nelle giornate in cui l’indice di rischio termico, riportato dalla mappa Worklimate dell’Inail, risulta “alto”. Worklimate è una piattaforma che monitora quotidianamente il pericolo rappresentato dal caldo estremo per chi opera al sole, aggiornando costantemente i dati sulle condizioni climatiche e il rischio per la salute. Il divieto scatta solo quando questa specifica soglia di rischio viene superata, garantendo una risposta puntuale alle variazioni meteorologiche.

Scelta dell’orario più rischioso

Questa area temporale è stata scelta perché coincide con le ore centrali e più calde della giornata, quando l’esposizione prolungata al sole e le temperature elevate fanno salire in modo consistente i pericoli legati a colpi di calore o scompensi fisici, soprattutto per chi lavora all’aperto. L’obiettivo è dunque evitare che i lavoratori agricoli si trovino a operare in condizioni climatiche proibitive, riducendo il rischio di incidenti dovuti allo stress termico.

Estensione e durata del provvedimento in basilicata fino ad agosto 2025

Il divieto vale su tutto il territorio regionale, interessando così ogni comune della Basilicata dove si svolge attività agricola. La durata stabilita dell’ordinanza va fino al 31 agosto 2025, coprendo di fatto due stagioni estive durante le quali il rischio di temperature elevate e lavoro all’aperto è più alto. L’ufficio stampa della giunta regionale ha ufficializzato le informazioni rendendole accessibili a cittadini e addetti ai lavori.

Non si tratta di una misura temporanea o episodica, ma di un intervento strutturato per proteggere un segmento di lavoratori spesso sottoposti a condizioni difficili senza garanzie particolari. La scelta di una scadenza precisa consente di monitorare gli effetti della norma, e se necessario valutare eventuali modifiche per futuri anni o estendere il modello ad altre realtà dove il caldo rappresenta una minaccia seria per la salute.

Le ragioni dietro il provvedimento e le dichiarazioni del presidente vito bardi

Nel motivare il divieto il presidente della Regione Basilicata, Vito Bardi, ha spiegato che si tratta di un atto concreto per garantire la tutela della salute di chi lavora duramente nei campi, spesso sotto condizioni meteorologiche estreme. Bardi ha sottolineato che la sicurezza e la dignità dei lavoratori agricoli devono avere la priorità assoluta.

Il riferimento è a una categoria che affronta ogni giorno fatica fisica, esposizione al sole, sforzo muscolare intenso e rischi legati alle temperature che negli ultimi anni hanno raggiunto livelli elevati, anche per effetto dei cambiamenti climatici. L’ordinanza rappresenta dunque un segnale preciso verso una maggiore attenzione alle condizioni di lavoro, incentrata anche sul rispetto dei limiti naturali imposti dall’ambiente.

Il presidente ha inoltre ricordato come la decisione di adottare una misura basata su dati scientifici precisi, come quelli di Worklimate, sia fondamentale per bilanciare la prosecuzione delle attività agricole con il diritto alla salute. Il divieto evita rischi inutili senza bloccare completamente il lavoro, agendo solo quando le condizioni climatiche lo richiedono.

Impatto sui lavoratori agricoli e sicurezza sul lavoro in ambienti esterni

L’applicazione di questo divieto crea un quadro chiaro per imprese agricole e lavoratori, facilitando gestione e programmazione delle attività. Bloccare il lavoro nelle ore centrali nei giorni di rischio riduce la probabilità di colpi di calore, esaurimento, svenimenti o altri problemi di salute collegati al caldo intenso. Il provvedimento fa parte di un insieme più ampio di azioni volte a migliorare la sicurezza sul lavoro all’aperto, un ambito spesso trascurato rispetto agli ambienti chiusi o industriali.

Nuovi orari e maggiore consapevolezza

L’iniziativa può spingere anche a una maggiore attenzione sull’organizzazione degli orari lavorativi, privilegiando fasce orarie più fresche e pause frequenti. Questi cambiamenti aiutano a preservare energia e salute, evitando emergenze mediche e interventi di soccorso. I lavoratori potranno contare su un sostegno istituzionale, che riconosce la specificità del loro lavoro e ne cerca il miglior trattamento possibile.

Sono inoltre prevedibili ricadute positive sul piano della consapevolezza ambientale e sanitaria in agricoltura, spingendo a una migliore pianificazione stagionale e a strumenti per monitorare il caldo e altri rischi fisici. Il rispetto dell’ordinanza sarà verificato attraverso controlli, evitando che la pressione economica spinga a lavori pericolosi in condizioni proibitive.

Questa scelta della regione Basilicata rappresenta un modello da osservare, anche fuori dai confini locali, per come si impegna a perseguire la sicurezza in un settore chiave del lavoro all’aperto, mostrando che un intervento certo e documentato può fare la differenza per le condizioni di migliaia di persone.

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