Una badante di origine georgiana è finita sotto misure restrittive cautelari a Prato. La donna, di 62 anni, è accusata di aver approfittato dello stato di salute di un imprenditore 93enne, affetto da un grave decadimento cognitivo, per sottrarre parte del suo patrimonio. Il giudice per le indagini preliminari ha disposto il divieto di avvicinamento e l’applicazione del braccialetto elettronico, per impedire ulteriori contatti tra i due e tutelare i beni dell’anziano.
Il ruolo del procuratore e la tutela dei beni
Il procuratore Luca Tescaroli ha sottolineato come il provvedimento cautelare abbia l’obiettivo di salvaguardare l’ingente patrimonio dell’anziano. “Grazie alle misure, si evita il rischio che il patrimonio venga dissipato da chi gode della sua fiducia e vicinanza fisica.” Il reato ipotizzato riguarda proprio l’abuso commesso nei confronti di una persona non pienamente capace di intendere e volere.
Le autorità giudiziarie sono particolarmente attente ai casi di circonvenzione di incapaci, soprattutto quando coinvolgono soggetti anziani con risorse economiche rilevanti. Intervenire tempestivamente è cruciale per fermare eventuali condotte illecite e tutelare la dignità e i diritti della vittima.
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Dinamica dell’interrogatorio e posizione dell’indagata
Prima del provvedimento restrittivo, la badante era stata convocata per un interrogatorio dalla magistratura. Durante l’audizione, la donna ha scelto di avvalersi della facoltà di non rispondere a molte domande. Non si è però limitata completamente al silenzio; ha inoltre rilasciato dichiarazioni spontanee, probabilmente nel tentativo di chiarire la propria posizione o fornire spiegazioni.
La decisione di non rispondere formalmente, combinata con le dichiarazioni volontarie, è una prassi che può indicare la volontà di non compromettersi senza abbandonare del tutto l’opportunità di difendersi. L’ordinanza impartita dal gip mira a prevenire possibili nuove condotte di abuso da parte della donna, considerando il quadro giudiziario e i rischi a cui l’imprenditore va incontro.
Le misure restrittive disposte dal gip di prato
Il giudice per le indagini preliminari di Prato ha emesso un’ordinanza cautelare che impone alla badante di mantenere una distanza minima di 500 metri da qualunque luogo frequentato dall’imprenditore. È lecito interpretare questa prescrizione come un mezzo per evitare qualsiasi forma di contatto diretto che possa influenzare o interferire con l’uomo, la cui condizione di salute lo rende particolarmente esposto a manipolazioni.
Oltre al divieto di avvicinamento, è stato disposto l’obbligo di comunicazione nulla tra i due soggetti. Per assicurare il rispetto di questo divieto, alla donna è stato applicato un dispositivo elettronico di controllo. Questo strumento permette di monitorare in tempo reale la posizione dell’indagata, riducendo il rischio di violazioni.
Il contesto dell’inchiesta e la situazione dell’imprenditore
L’indagine prende corpo attorno a un imprenditore pratese novantatreenne, noto per essere titolare di partecipazioni rilevanti in diverse società e istituti di credito. L’uomo, presente in più ambiti economici della regione, versa da febbraio 2024 in uno stato di decadimento cognitivo grave. Questo quadro clinico lo rende vulnerabile e incapace di gestire autonomamente le proprie finanze e decisioni personali.
Il patrimonio della vittima comprende ingenti disponibilità liquide e consistenti proprietà immobiliari. La presenza di questi beni ha attirato l’attenzione delle autorità quando sono emersi sospetti su atteggiamenti anomali da parte della sua badante. La donna, in forza di un rapporto lavorativo e di convivenza con l’imprenditore, era vicina a lui e godeva di un accesso diretto alla sua vita quotidiana e alle sue risorse.
Gli sviluppi dell’inchiesta saranno monitorati per stabilire se la posizione dell’indagata possa aggravarsi o se emergeranno ulteriori dettagli che rischiano di compromettere la gestione del patrimonio e la sicurezza dell’imprenditore.