Da tre anni una tensione crescente scuote un condominio a quinto di treviso, dove una coppia di 55enni convive con un asilo nido privato situato al piano inferiore del palazzo. I rumori e le attività dell’asilo, in particolare le urla e i giochi dei bambini nel giardino condominiale, hanno innescato una serie di comportamenti contrastanti tra i due gruppi. La situazione ha raggiunto livelli tali da sfociare in procedimenti giudiziari sia penali che civili.
La convivenza difficile tra residenza privata e attività commerciale in uno stesso edificio
Nel condominio di quinto di treviso la presenza di un asilo nido privato al piano sottostante all’appartamento dei due coniugi ha generato una convivenza complicata. Le maestre e i piccoli frequentatori dell’asilo usano il giardino condominiale per le attività ricreative, ma i rumori, in particolare le grida dei bambini durante il gioco, hanno provocato fastidio alla coppia residente. La quiete nell’edificio è stata spesso compromessa, specie durante le ore del riposino dei bambini.
Negli ultimi anni le tensioni si sono tradotte in azioni reciproche: la coppia ha suonato ripetutamente i campanelli all’ora del riposo per stancare le maestre e interrompere le attività rumorose. Dall’altra parte, alcuni danni sono stati denunciati, e la coppia ha compiuto gesti che le maestre considerano provocatori e molesti. È una situazione che ha superato la semplice contrapposizione tra vicini, assumendo contorni giudiziari.
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Il procedimento penale per accuse mirate contro la coppia di 55enni di treviso
Dopo tre anni di conflitti, la coppia di residenti è stata formalmente iscritta nel registro degli indagati per varie imputazioni, tra cui stalking, danneggiamenti e il lancio di oggetti pericolosi dal terrazzo nel giardino dell’asilo. I fatti al centro dell’accusa si riferiscono a comportamenti che avrebbero aggravato la litigiosità tra le parti.
Il processo penale è in corso davanti al tribunale di treviso. L’ultima udienza, una fase preliminare regolata dal giudice per le indagini preliminari , si è tenuta recentemente e ha portato a un rinvio a novembre. Nei mesi che verranno, la corte dovrà valutare le prove e i testimoni per stabilire con certezza i fatti in contestazione.
Questa situazione ha evidenziato un conflitto non solo personale ma anche legale, dove la giustizia penale si occupa delle presunte azioni illecite della coppia, mentre altre forme di contenzioso seguono un iter separato.
La causa civile contro l’asilo e l’amministratrice per presunte attività moleste in condominio
Di fronte alle difficoltà e alle tensioni crescenti, la coppia di residenti ha intrapreso anche un percorso civile. La base della controversia è il regolamento condominiale secondo cui alcune attività commerciali non possono disturbare la quiete e la tranquillità degli abitanti.
Gli inquilini hanno quindi presentato un reclamo formale e avviato una causa davanti al giudice di pace contro l’amministratrice condominiale e le maestre dell’asilo nido. La denuncia si concentra sul rispetto delle norme che vietano attività rumorose e moleste all’interno del contesto condominiale.
L’udienza per questo procedimento civile non si è ancora svolta ma resta un elemento cruciale per cercare di risolvere la questione in modo legale e definitivo, al di fuori dei reati penali contestati alla coppia.
Impatto sulla comunità e gestione di spazi condivisi in edilizia residenziale
Il caso di quinto di treviso mette in luce una problematica frequente nelle situazioni di convivenza tra attività commerciali e residenze private. Le divergenze su rumori, spazi comuni e ritmi di vita possono portare a scontri duraturi se mancata una mediazione efficace.
L’anomalia di un asilo nido privato all’interno di uno stabile residenziale è all’origine di molte delle tensioni. Le dinamiche tra le esigenze di un’attività frequentata da bambini e le aspettative di tranquillità degli adulti comportano una gestione complessa delle relazioni condominiali.
La vicenda mostra come regolamenti e normative possano diventare strumenti per affrontare quei conflitti, ma anche come le incomprensioni possano facilmente sfociare in azioni giudiziarie, con riflessi sulla vita quotidiana di residenti e operatori dell’asilo.
Le decisioni dei tribunali nei mesi a venire saranno decisive per stabilire quali limiti debbano essere posti alle attività commerciali all’interno degli spazi abitativi, e come garantire a tutti il diritto al rispetto e alla quiete.