La missione Unifil, presente dal 1978 al confine sud del Libano, cambia comando con l’arrivo del generale Diodato Abagnara. L’incarico lo vedrà coordinare circa 10.000 militari provenienti da 48 Paesi, di cui 1.000 italiani. Abagnara rappresenta il quinto italiano a ricoprire questo ruolo, con una lunga esperienza maturata sia in Italia sia nei teatri operativi all’estero. La sua nomina, prevista per il 24 giugno 2025, punta a consolidare la presenza italiana in questa missione delicata per la stabilità regionale.
Ruolo e importanza della missione al confine sud del libano
La forza Unifil è stata istituita nel 1978 con lo scopo preciso di garantire un cuscinetto tra Israele e Libano, prevenendo scontri e monitorando il cessate il fuoco nella zona di confine. Nel tempo la missione si è evoluta, mantenendo una presenza costante in una delle aree più critiche del Medio Oriente. Attualmente Unifil conta quasi 10.000 militari di diverse nazionalità, una delle più numerose operazioni di pace sotto l’egida delle Nazioni Unite.
Impegno italiano nella missione
L’Italia contribuisce con un contingente di circa 1.000 uomini, secondo solo a quello indonesiano. Questo impegno riflette la strategia italiana di mantenere un ruolo attivo nelle missioni internazionali di pace e sicurezza, conciliando mediazione diplomatica e presidio militare in territori sensibili.
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La carriera di diodato abagnara: esperienze operative e ruoli chiave
Diodato Abagnara è nato a Pagani, in provincia di Salerno, nel 1970 e vanta una carriera militare solida e variegata. Ha comandato una compagnia in diverse missioni balcaniche, tra cui Albania, Macedonia e Kosovo. In quest’ultimo contesto è stato responsabile dell’unità Cimic, incaricata di gestire le relazioni fra forze militari e popolazione civile, una funzione cruciale per mantenere stabilità e fiducia.
Negli ultimi anni ha ricoperto incarichi di comando e responsabilità anche all’interno del contesto libanese, con il ruolo di comandante e presidente del Comitato tecnico militare per il Libano. È stato capo divisione personale presso lo Stato maggiore della Difesa e ha guidato una brigata di fanteria. Tra il 2018 e il 2019 ha diretto il settore ovest di Unifil, esperienza che anticipa la sua attuale nomina a comandante della missione.
Il profilo accademico e i riconoscimenti di abagnara
L’attenzione di Abagnara per la formazione è testimoniata dalle quattro lauree ottenute: in scienze politiche a Torino, in scienze internazionali e diplomatiche a Trieste, in management e comunicazione d’impresa a Teramo, e in scienze strategiche di nuovo a Torino. Ha aggiunto a questo curriculum sei master, toccando temi come giurisprudenza, sicurezza informatica, studi strategici internazionali e leadership digitale.
Onorificenze e premi
Il suo percorso è segnato da numerose onorificenze. Nel 2010 ha ricevuto la Croce di bronzo al merito dell’Esercito. Successivamente è stato nominato cavaliere, ufficiale e commendatore dell’Ordine al merito della Repubblica Italiana. Nel 2020 gli sono state conferite la Croce d’argento al merito dell’Esercito e l’onorificenza di cavaliere di Gran Croce dell’Ordine equestre di San Silvestro per il suo impegno nel comando della Brigata Bersaglieri Garibaldi durante Unifil. L’anno successivo ha ottenuto anche il titolo di cavaliere dell’Ordine Militare.
Questa serie di riconoscimenti riflette una carriera impegnata sul campo e una dedizione continua al servizio militare e alla collaborazione internazionale.
La sfida della guida di unifil: coordinare truppe e gestire tensioni regionali
Il compito affidato a Diodato Abagnara non è solo di gestione militare ma anche diplomatico. “Guidare un contingente così vasto, formato da militari di 48 Paesi, richiede capacità di mediazione e di concreta gestione delle diverse culture e sensibilità operative.” La zona di confine nel sud del Libano resta un punto delicato, con tensioni che coinvolgono attori locali e internazionali.
Con la sua esperienza sul terreno e i forti legami con i comandi di Unifil, Abagnara avrà il ruolo di garantire il rispetto del cessate il fuoco e la sicurezza delle popolazioni civili. Il comando spagnolo lascia, dunque, spazio a un generale italiano che conosce la realtà sul campo e porta con sé una formazione interdisciplinare. La missione Unifil continua a essere un banco di prova per la capacità di mantenere la pace in una delle regioni più instabili del mondo.