Dina della criminalità organizzata: il sindaco di Imperia sottolinea la mancanza di denunce

Dina della criminalità organizzata: il sindaco di Imperia sottolinea la mancanza di denunce

Il sindaco di Imperia, Claudio Scajola, risponde alle preoccupazioni del procuratore Lari sull’omertà nel Ponente ligure, sottolineando l’importanza della fiducia tra cittadini e istituzioni per combattere la criminalità organizzata.
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Dina della criminalità organizzata: il sindaco di Imperia sottolinea la mancanza di denunce - Gaeta.it

La questione della criminalità organizzata nel Ponente ligure continua a suscitare dibattiti accesi, come dimostra la recente presentazione del libro “Confesso: ho governato” dell’ex presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti. Durante l’evento, il sindaco di Imperia, Claudio Scajola, ha espresso la sua opinione sulla difficile realtà delle denunce di comportamenti illeciti, rispondendo in modo diretto alle affermazioni del procuratore capo di Imperia, Alberto Lari, che aveva segnalato un’atmosfera di omertà diffusa nel territorio.

Il punto di vista del sindaco Scajola

Claudio Scajola ha espresso la sua posizione sulla questione delle denunce relative alla criminalità organizzata. Secondo il sindaco, se non ci sono segnalazioni da parte di cittadini che affermano di aver ricevuto pressioni, non c’è motivo di ritenere che la situazione sia grave. «Se non ci sono denunce da parte di persone, per cui la pressione da parte della criminalità si fa sentire, perché dovremmo pensare che ci siano?» ha dichiarato. Scajola ha avanzato l’idea che la mancanza di denunce potrebbe indicare che non ci siano motivi validi per cui gli individui si sentano spinti a segnalare atti di intimidazione o coercizione.

Questa posizione ha suscitato critiche e preoccupazioni, soprattutto considerando le affermazioni del procuratore Alberto Lari, che ha parlato di un fenomeno di omertà radicato che può ostacolare la lotta contro la criminalità organizzata. Scajola, tuttavia, ha voluto sottolineare che non è il momento di incolpare la magistratura, ma piuttosto di interrogarsi su cosa freni le persone dal denunciare quanto accade intorno a loro.

La reazione alle affermazioni del procuratore

Nella sua risposta alle dichiarazioni di Lari, Scajola ha evitato di entrare in un confronto diretto con la magistratura. Ha invece posto un interrogativo cruciale: «Cosa ha da temere una persona che si comporta correttamente?». Questo interrogativo mira a insinuare che la paura che potrebbe provare un cittadino nel denunciare atti illeciti possa non derivare esclusivamente da possibili ritorsioni, ma anche da una continua mancanza di fiducia nel sistema giudiziario e nelle istituzioni.

Scajola ha lasciato intendere che la vera sfida nella lotta alla criminalità organizzata risiede nel creare un ambiente in cui le persone si sentano al sicuro nel segnalare comportamenti illeciti. Il sindaco ha ribadito l’importanza di un dialogo aperto e costruttivo tra le istituzioni e i cittadini, che possa rafforzare la fiducia reciproca e incentivare le denunce.

L’importanza della fiducia tra cittadini e istituzioni

Nel contesto attuale, mantenere la fiducia tra la cittadinanza e le autorità è cruciale. La lotta contro la criminalità organizzata non dipende soltanto dall’azione delle forze dell’ordine o dalla magistratura, ma anche dalla collaborazione attiva dei cittadini. Affinché queste collaborazioni siano effettive, bisogna lavorare su un clima di sicurezza e protezione.

Scajola ha invitato a riflettere su come le istituzioni possano migliorare il loro approccio, affinché i cittadini non temano di esporsi. La costruzione di un fronte comune, dove le denunce vengano accolte e trattate in modo serio e riservato, potrebbe rappresentare un primo passo significativo nella lotta contro la criminalità organizzata nel Ponente ligure.

Il dibattito evidenzia come la questione della criminalità sul territorio non riguardi solo le indagini, ma richieda un intervento più ampio che coinvolga la comunità e tutte le sue forze vive.

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