Il progetto di digitalizzazione del patrimonio culturale abruzzese punta a recuperare e rendere accessibili centinaia di migliaia di documenti storici conservati nelle biblioteche provinciali. L’obiettivo è tutelare la memoria scritta della regione, attraverso il passaggio dal cartaceo al digitale, con un intervento finanziato dal PNRR. A questo lavoro si aggiunge l’impegno della soprintendenza archeologica, che da anni digitalizza foto, libri e documenti per offrire strumenti utili a studiosi e ricercatori.
Le biblioteche provinciali coinvolte e l’importanza della digitalizzazione dei documenti storici
Quattro biblioteche provinciali abruzzesi, ora gestite direttamente dalla Regione dopo la riforma Delrio, sono al centro di questo progetto di digitalizzazione. Le strutture vantano un patrimonio librario e documentaristico che, fino a poco tempo fa, risultava difficilmente accessibile. Il progetto mira a recuperare quotidiani, riviste e archivi storici, molti dei quali datano dai primi dell’Ottocento fino alla metà del Novecento.
La digitalizzazione si presenta come l’unica soluzione possibile per conservare e rendere fruibili documenti in condizioni spesso precarie. Il lavoro coinvolge direttamente il personale bibliotecario, che si occupa anche di ricerca, catalogazione e indicizzazione. Questi passaggi sono fondamentali per dare ordine al materiale e per pianificare strategie di valorizzazione del patrimonio culturale. La salvaguardia di questo archivio permette, inoltre, di evitare la dispersione di informazioni preziose per la storia regionale, mettendo al tempo stesso a disposizione degli studiosi nuove risorse digitali.
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Il valore della catalogazione e digitalizzazione nella conservazione storica
L’intervento consente quindi di scongiurare il deterioramento dei supporti fisici e favorisce una diffusione più ampia e accessibile del materiale storico. La catalogazione fa emergere la dimensione reale del patrimonio: sono previsti oltre 350 mila file digitalizzati, ottenuti da emeroteche storiche e pubblicazioni d’epoca, un lavoro che attraversa quasi due secoli di storia ed editoria locale.
Il ruolo del PNRR e la portata economica del progetto culturale abruzzese
Il percorso di digitalizzazione ha trovato nei fondi del PNRR un sostegno decisivo, con un finanziamento superiore ai 600 mila euro. Questi fondi si concentrano principalmente sul recupero delle emeroteche delle biblioteche interessate, mettendo al centro riviste e periodici che raccontano un arco temporale che tocca dall’Ottocento fino ai primi anni del secondo dopoguerra.
L’entità del finanziamento indica la volontà di sostenere concretamente la conservazione di materiali culturali di difficile gestione, spesso sottoposti a restrizioni di consultazione a causa del loro stato. Questa somma consente non solo la digitalizzazione, ma anche la digital preservation, la gestione e la sicurezza dei file e la creazione di banche dati consultabili da remoto o all’interno delle biblioteche.
Investimenti pubblici per la conservazione della memoria storica
Il progetto dimostra come risorse pubbliche siano utilizzate per conservare la memoria storica e creare opportunità di studio e ricerca accademica a livello locale. Le tecnologie digitali, integrate da un lavoro accurato di indicizzazione, offrono un patrimonio documentale altrimenti disperso, e rappresentano un investimento duraturo per la comunità culturale e scientifica dell’Abruzzo.
La soprintendenza archeologica l’aquila-teramo e la biblioteca digitale aperta al pubblico
Parallelamente all’intervento delle biblioteche provinciali si sta consolidando il lavoro di digitalizzazione portato avanti dalla soprintendenza archeologica, belle arti e paesaggio dell’Aquila e Teramo. Qui, il progetto mira soprattutto ad arricchire la biblioteca della soprintendenza collocata tra via San Basilio e via Duca degli Abruzzi e a renderla fruibile a studiosi e ricercatori di ogni provenienza.
Gli ultimi anni hanno visto la digitalizzazione di oltre 10 mila fotografie, che raccontano la storia artistica e archeologica del territorio. Vi sono anche numerosi libri e documenti che, una volta digitalizzati, sono stati messi a disposizione per consultazioni dirette. Questa operazione amplia notevolmente la gamma di materiali consultabili offrendo un supporto concreto a chi deve svolgere studi approfonditi o ricerche specifiche su temi storici e culturali.
Una biblioteca attrezzata per gli studiosi e i ricercatori
Oltre alla mera digitalizzazione, la biblioteca è attrezzata per accogliere visitatori e studiosi, diventando così un punto di riferimento per chi cerca materiali rari o non facilmente reperibili altrove. Organizzare queste risorse in modo accessibile risponde a una necessità diffusa di ricevere informazioni precise e documentate, fornendo un luogo dedicato allo studio e alla ricerca nell’ambito dei beni culturali.
La presenza di personale specializzato a supporto degli utenti aiuta a orientarsi tra le risorse digitali e fisiche, assicurando che il materiale possa essere utilizzato nel miglior modo possibile da docenti, studenti e professionisti.
Impatto e prospettive per la cultura abruzzese
Il progetto di digitalizzazione lancia una sfida concreta alla conservazione e alla diffusione della memoria storica. La tutela del patrimonio documentaristico e archivistico abruzzese passa attraverso interventi concreti e investimenti mirati, che promuovono l’accesso e la tutela del materiale scritto.
Questa iniziativa può trasformare le biblioteche e la soprintendenza in centri di riferimento culturale e di studio in grado di attrarre interesse sia a livello locale sia nazionale. La digitalizzazione apre nuove possibilità per organizzare eventi, seminari, attività di studio e pubblicazioni scientifiche fondate sull’accesso a un archivio ora facilmente consultabile.
La salvaguardia di migliaia di documenti e immagini storiche si traduce in un’opportunità per conservare la memoria storica abruzzese, offrendo al pubblico una lettura più diretta e consapevole del passato, supportata da strumenti tecnologici moderni. Per i ricercatori, questa disponibilità di fonti digitali riduce i tempi per le consultazioni e amplia l’orizzonte delle indagini storiche.