Diffide culla dall’avvocata di Mantova: stop a mascherine, tamponi e vaccini senza consenso in ospedale per neonato

Diffide culla dall’avvocata di Mantova: stop a mascherine, tamponi e vaccini senza consenso in ospedale per neonato

Nel 2025 le diffide inviate dall’avvocata Camilla Signorini a ospedali italiani sollevano il dibattito sui diritti dei genitori nei trattamenti neonatali, con tensioni tra famiglie e comunità sanitaria.
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Nel 2025, l’avvocata Camilla Signorini ha inviato diffide a ospedali italiani per garantire il consenso esplicito dei genitori sui trattamenti neonatali, scatenando un acceso dibattito tra famiglie e comunità sanitaria, con conseguenti azioni legali e tensioni in ambito ospedaliero. - Gaeta.it

Nel 2025 la questione relativa ai diritti dei genitori sui trattamenti medici nei reparti di maternità torna al centro del dibattito. Alcune famiglie hanno deciso di opporsi formalmente a pratiche ospedaliere considerate invasive, chiedendo che nessuna procedura venga fatta ai neonati senza consenso esplicito. A questa richiesta si sono aggiunte diffide inviate a vari ospedali italiani, aprendo un confronto acceso con la comunità sanitaria.

Cosa richiedono le diffide culla e chi è l’avvocata dietro l’iniziativa

Le cosiddette “diffide culla” sono state inviate da camilla signorini, un’avvocata di mantova, che agisce per conto di coppie in attesa di un bambino. Questi atti richiedono agli ospedali di astenersi dall’imporre l’uso della mascherina alla madre, dal prelevare campioni di sangue o dna del neonato e dal sottoporre il bimbo a vaccinazioni o tamponi senza un consenso scritto e ben definito da parte dei genitori. L’avvocata ha fissato anche una soglia di danni elevata fino a 100mila euro per ogni violazione, chiarendo così la volontà di far rispettare rigorosamente questi diritti.

Diffusione e impatto delle diffide

Le diffide sono arrivate a numerosi centri di assistenza neonatale in tutta italia, finanziate da genitori che desiderano tutelare maggiormente l’autonomia decisionale nella cura dei propri figli neonati. La pratica, sebbene sia stata percepita da alcuni come un tentativo di rafforzare le protezioni familiari, ha creato tensioni con i medici e le strutture ospedaliere, che denunciano una rappresentazione distorta delle loro procedure standard.

La reazione della società italiana di neonatologia e la denuncia in procura

A seguito della vasta diffusione di queste diffide, la società italiana di neonatologia , ha deciso di passare alle vie legali, denunciando camilla signorini a torino e in altre sei procure italiane. Il motivo del ricorso giudiziario è legato a potenziali reati quali esercizio abusivo della professione, truffa, pubblicazione di notizie false e tendenziose e procurato allarme tra il pubblico.

Un caso noto: l’ospedale sant’anna di torino

Uno dei casi noti riguarda proprio l’ospedale sant’anna di torino, dove una delle diffide è stata recapitata per una coppia residente in città. Gli specialisti che rappresentano la sin sottolineano come molte richieste contenute in questi documenti non riflettano correttamente le procedure e i protocolli seguiti dagli ospedali. Ciò genera confusione e crea un clima di sfiducia nei confronti del personale medico, che si trova a dover agire nel rispetto delle norme sanitarie senza poter sempre comunicare in modo chiaro con le famiglie.

Conflitti tra diritti dei genitori e prassi ospedaliere nella cura neonatale

Il fulcro della questione ruota attorno al bilanciamento tra i diritti dei genitori a decidere sulle cure da fornire al neonato e il rispetto delle indicazioni mediche standard, che mirano a garantire la salute del bambino e della madre. Nel contesto ospedaliero, l’applicazione delle misure quali l’uso della mascherina materna durante il parto o la somministrazione di test e vaccini segue protocolli dettati dalle autorità sanitarie nazionali.

Ancora oggi non ci sono leggi che vietino esplicitamente alcune procedure senza consenso, ma il consenso informato rimane un requisito imprescindibile. È qui che si crea il nodo: le diffide impongono un livello di consenso formale che non sempre si allinea con le pratiche mediche consolidate, generando questioni legali e etiche. Le strutture sanitarie richiamate segnalano come alcune richieste possano complicare la gestione delle attività quotidiane e l’assistenza ai pazienti più vulnerabili.

Impatto sociale e giudiziario delle diffide culla nel 2025

In diversi ospedali italiani, queste diffide hanno provocato confronti particolarmente accesi tra i genitori, gli avvocati e il personale sanitario. Mentre alcune famiglie si sentono più tutelate dalle garanzie scritte, gli operatori ospedalieri denunciano un aumento di tensioni che in certi casi rallenta i processi assistenziali.

Le procure coinvolte dovranno valutare se i comportamenti dell’avvocata camilla signorini possono configurare una violazione di legge, o se si tratti di una legittima azione legale volta a difendere i diritti di alcune coppie. Nell’attesa di una sentenza che farà luce sulla questione, rimane aperta la discussione sul modo migliore per conciliare la tutela sanitaria e la libertà decisionale delle famiglie nei momenti più delicati come la nascita di un bambino.

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