La cheratite da acanthamoeba rappresenta una malattia rara e grave che colpisce soprattutto giovani portatori di lenti a contatto. Nonostante l’approvazione recente da parte dell’Ema di un farmaco specifico prodotto in Italia, il medicinale non è ancora disponibile sul mercato nazionale. La società scientifica italiana Sitrac ha chiesto l’intervento di Aifa per rendere il farmaco accessibile, ma finora le risposte sono state generiche e insoddisfacenti. La mancanza di terapie efficaci lascia molti pazienti senza un trattamento adeguato.
La cheratite da acanthamoeba e il nuovo farmaco appena approvato
La cheratite da acanthamoeba è un’infezione oculare rara causata da un’ameba che può provocare danni gravi alla cornea. Recentemente, Ema ha approvato un farmaco sviluppato da un’azienda italiana indicato specificamente per questa patologia. Il medicinale rappresenta la prima terapia mirata per questa malattia infettiva, distinguendola da altre cheratiti più comuni o ereditarie. Nonostante l’approvazione europea, il farmaco non è ancora commercializzato in Italia, bloccando così il trattamento di pazienti colpiti da questa infezione.
Posizione di vincenzo scorcia
Il presidente di Sitrac, Vincenzo Scorcia, ha sottolineato come il prodotto potrebbe essere reso disponibile grazie alla legge 326, che permette di accedere al fondo per i farmaci orfani del 5%. Secondo lui, la società scientifica ha presentato questa richiesta ad Aifa, ma le risposte arrivate sono state vaghe. Non è un problema solo italiano: molti paesi europei come Germania, Francia e Spagna hanno reso immediatamente disponibile il farmaco, facilitando così la cura dei pazienti.
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Rischi e caratteristiche della cheratite da acanthamoeba nei portatori di lenti a contatto
La patologia colpisce soprattutto giovani utenti di lenti a contatto, figura a rischio principale. L’infezione nasce dall’ameba presente in ambienti come l’acqua delle piscine o in condizioni di scarsa igiene della lente stessa. L’ameba entra in contatto con la cornea provocando ulcere dolorose e lesioni che, se trascurate, possono portare a cecità e, in alcuni casi, alla perdita del bulbo oculare.
Il sintomo più comune è l’arrossamento oculare, accompagnato da dolore, ma questi segnali vengono spesso confusi con infezioni più banali. Questo ritardo nel sospetto diagnostico si traduce in ritardi nelle cure. Solo dopo settimane di trattamenti antibiotici inefficaci si arriva allo specialista in grado di identificare l’infezione correttamente tramite esami specifici. La difficoltà principale sta proprio nella diagnosi precoce, che manca nella maggior parte dei casi, aggravando notevolmente la situazione clinica.
Complicazioni dell’infezione
La cheratite da acanthamoeba non risponde agli antibiotici tradizionali, rendendo necessario un intervento farmacologico mirato e tempestivo. Se ignorata o non curata fin dall’inizio, la malattia può causare ulcere profonde e cicatrici sulla cornea, provocando danni permanenti alla vista. Nei casi più gravi si rende necessario il trapianto di cornea, ma anche questa operazione può non sufficiente a recuperare la funzionalità visiva.
Le conseguenze di un trattamento tardivo e mancanza di terapie efficaci
Vincenzo Scorcia ha evidenziato che la disponibilità del farmaco approvato è essenziale per evitare queste complicazioni. La situazione è resa ancora più critica dalla difficoltà di accesso al medicinale in Italia, dove la mancanza di disponibilità commerciale limita le opzioni terapeutiche e mette a rischio molti pazienti giovani. L’assenza di cure efficaci espone le persone a gravi pericoli per la salute visiva, un problema rilevante che purtroppo resta irrisolto.
Richieste di sitrac ad aifa e la situazione attuale in italia
La società Sitrac ha formalmente scritto ad Aifa per chiedere l’immediata disponibilità del farmaco attraverso gli strumenti previsti dalla legge 326, che contempla l’accesso a farmaci orfani anche prima della loro completa commercializzazione. Al momento, però, le comunicazioni ricevute dall’agenzia italiana risultano insufficienti e non offrono dettagli concreti su tempistiche o procedure per rendere il trattamento accessibile.
Questa situazione ha portato a una sorta di impasse: i pazienti sono privi di cure efficaci e i medici restano senza strumenti specifici per intervenire. Nel frattempo, altri paesi europei hanno già attivato canali per garantire la disponibilità del farmaco e quindi la tutela della salute dei loro cittadini. Aifa sarebbe chiamata a intervenire con misure urgenti per colmare questa lacuna, ma per ora non sono arrivati segnali di svolta importanti. La problematica rimane aperta, con possibili gravi ripercussioni per chi soffre di cheratite da acanthamoeba.